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Noemi, l'appello della madre ai funerali: "Giovani, l'odio porta soltanto violenza"

I genitori di Noemi accanto alla bara 
Centinaia di persone hanno partecipato in Salento al funerale della ragazza uccisa dal fidanzato 17enne. L'omelia di monsignor Angiuli contro la violenza sulle donne
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LECCE - "Non voglio odio. Non odiate, perché l'odio porta soltanto violenza". E' l'appello che la mamma di Noemi Durini ha rivolto ai giovani parlando dall'altare a conclusione della cerimonia funebre per la figlia sedicenne uccisa dal suo fidanzato. "Mia figlia è morta, ma ha vinto lo stesso perché lei non provava odio - ha aggiunto - A voi ragazzi ora chiedo: se avete problemi, venite a casa di Noemi e parlate. La porta sarà sempre aperta per ascoltarvi". La messa è stata celebrata dal vescovo della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, monsignor Vito Angiuli, il quale ha lanciato un appello dall'altare: "Ciò che è accaduto a vostra figlia e alla vostra famiglia potrebbe accadere ad altre ragazze e ad altre famiglie: Noemi cercava l'amore e ha trovato la morte".
 

Noemi, a Specchia l'ultimo saluto. La madre agli amici della 16enne: "Non odiate"


Migliaia di persone hanno partecipato alla cerimonia funebre a Specchia: fra loro anche il governatore Michele Emiliano. Nel piccolo paese del Salento è stato un altro giorno segnato dal dolore. Prima la veglia funebre in casa della ragazza, poi la camera ardente allestita nel centro Capsda in cui fino a sette giorni fa sono state coordinate le ricerche. Le lacrime delle amiche, i ricordi spezzati dal pianto, gli abbracci alla mamma Imma e alla sorella Benedetta, per ore seduta accanto alla bara bianca.

C'era anche il padre della vittima, Umberto Durini, che nei giorni scorsi aveva lanciato accuse durissime, ipotizzando il coinvolgimento nell'omicidio del padre del fidanzato della figlia, indagato per occultamento di cadavere. Al ragazzo (arrestato il 13 settembre e trasferito nel carcere minorile di Quartucciu a Cagliari, dopo alcuni giorni trascorsi a Bari) vengono contestati i reati di omicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi, occultamento di cadavere e porto di oggetti atti ad offendere fuori dalla sua abitazione. L'autopsia non ha fornito risposte definitive sul decesso ma sul collo e sulla testa della ragazza sono state riscontrate "lesioni multiple" probabilmente prodotte da più armi.

E se pure l'intera comunità di Specchia è stata coinvolta prima nelle ricerche della ragazza (scomparsa il 3 settembre e il cui corpo è stato trovato il 13 vicino Leuca grazie alla confessione del fidanzato) e poi nell'inchiesta (molte le persone interrogate), in paese c'è stato spazio soltanto per il dolore. "Sappiamo che in un momento tragico come questo è difficile tenere a freno il rancore e l’amarezza-  ha detto nell'omelia monsignor Angiuli - Il lutto può generare torpore e stordimento. E' possibile, forse, nutrire sentimenti di astio e di risentimento nei riguardi di chi ha portata via troppo presto vostra figlia. È un evento destabilizzante e devastante. Vanno in frantumi il futuro, i sogni, i progetti. Muore una parte della vostra vita".

Ma proprio in questo momento di dolore lacerante, il vescovo ha rinnovato la vicinanza della comunità alla famiglia. Durini. E don Tonino De Giorgi, parroco di Specchia, ha ribadito la necessità di "affidare agli inquirenti la ricerca della verità", invitando i testimoni "a dire tutta la verità".  Dell'ansia di giustizia del piccolo paese salentino ha parlato anche il sindaco Rocco Pagliara al termine della celebrazione funebre: "La morte di Noemi ci ha lasciato la responsabilità di chiedere giustizia e di non permettere più che una donna subisca un'azione violenta. Per questo esorto tutte le ragazze ad aprire gli occhi, a essere vigili, a non accettare nemmeno il primo schiaffo o la violenza verbale, che uccide una donna rendendola fragile".

Il primo cittadino ha poi ammesso che una diversa attenzione da parte di tutte le istituzioni avrebbe potuto salvare la vita della ragazza: "Non abbiamo capito e non siamo intervenuti quando avremmo potuto. Perdonaci, Noemi, se ti abbiamo lasciata sola". Per lei, per la sedicenne che le amiche durante la preghiera hanno ricordato come "una ragazza solare", "grintosa e un po' ribelle per celare le tue insicurezze", all'uscita della bara bianca dalla chiesa madre sono stati esposti striscioni e lanciati in volo palloncini bianchi.

Un lungo applauso ha accolto il passaggio tra migliaia di persone, mentre il coro intonava la canzone Vietato morire di Ermal Meta. Quella che a Noemi piaceva tanto e mai avrebbe pensato sarebbe stata suonata al suo funerale.
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