Milano

Berlusconi, al processo contro Emilio Fede: "Il prestito a Lele Mora? Un atto di generosità, non so altro"

Lele Mora (fotogramma)
Anche l'ex premier testimone in aula. Il dibattimento vede come imputato Emilio Fede accusato di concorso in bancarotta fraudolenta per il crac dell'agenzia dell'ex talent scout. Si sarebbe appropriato di parte del denaro ricevuto dall'ex premier
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"Sapevo che aveva bisogno, ma anche, dopo, che non ci sarebbe stata nessuna possibilità di riavere questo prestito che era un atto di generosità, poi ritenni di non interessarmene più". Silvio Berlusconi in tribunale a Milano, chiamato a testimoniare nel processo milanese a carico di Emilio Fede, accusato di concorso in bancarotta fraudolenta insieme a Lele Mora, che ha già patteggiato 1 anno e 6 mesi, per la vicenda del prestito da 2 milioni e 750 mila euro all'ex talent scout e, secondo l'accusa, finito in parte sui conti dell'ex direttore del Tg4, parla dei suoi rapporti con Mora e Emilio Fede. E precisa, prendendo chiaramente le distanze sia dall'ex direttore che da Lele Mora: "Il signor Fede ha chiuso il suo rapporto con l'azienda per ragioni indipendenti da questo fatto. Non ho avuto più modo di parlare con Mora, mi ha cercato al telefono ma non ho risposto su suggerimento dei miei avvocati".

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La presenza di Berlusconi, annunciata già in mattinata, aveva fatto dire a Mora, prima dell'ingresso in aula: "Anche Silvio verrà oggi a testimoniare? Che meraviglia, sarà una bella 'carrambata'", ha detto l'ex agente che in aula ha confermato quanto aveva già messo a verbale nel luglio del 2011 sui soldi che sarebbero serviti a evitare il fallimento della sua Lm Management, poi distratti.
 

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"Una parte del denaro che Berlusconi nel 2010 prestò per aiutarmi, visto che era sull'orlo del crac finanziario, io li ho dati a Emilio Fede - ha raccontato Mora - perché lui aveva parlato con Silvio per chiedere quel prestito per me e poi mi aveva chiesto di dargliene una parte, dicendomi anche 'tanto è generoso, vedrai che te ne darà altri'". Secondo l'accusa, Fede avrebbe ricevuto da Mora, in contanti e presso gli studi Rti di Segrate, la somma di 450 mila euro. Altri 500 mila euro sarebbero stati, invece, versati da Mora su un conto a Lugano di Fede, mentre un'altra parte (160 mila euro), sempre secondo l'accusa, sarebbe stata distratta sui conti italiani dell'ex direttore del Tg4. "Fede - ha raccontato Mora, rispondendo alle domande del pm Eugenio Fusco - aveva parlato con Berlusconi per farmi avere quei soldi, era stata anche sua l'idea, perché io mi vergognavo, io non avevo mai chiesto niente a Silvio in tanti anni di amicizia, l'unica cosa che gli chiedevo ogni tanto era di far lavorare qualche mia artista in Mediaset, solo questo". Tra l'altro, "se fossi riuscito a tornare in auge, avrei voluto restituirgli quel denaro, avevo firmato anche una scrittura in cui mi impegnavo a ridarli indietro, se avessi avuto la possibilità. Dopo tanti allori in quel periodo vedevo solo spine, stavo facendo la fine di Icaro in un mondo di lustrini, che prima ti dà tante ricchezze e poi nessun aiuto".

L'ex talent scout ha avuto per Berlusconi solo parole di affetto: "Silvio era un uomo generoso prima e credo lo sia rimasto anche oggi, eravamo amici e gli amici restano sempre tali, anche se sono passati 7 anni e non l'ho più visto". Ma anche aggiunto: "Anche Fede è una persona perbene". Come testimone, è stato chiamato anche Giuseppe Spinelli, il ragioniere di fiducia dell'ex premier, incaricato di tenere i contatti e pagare le tante ragazze che - stando alle inchieste di questi anni - chiedevano soldi e case a Berlusconi.
  Uscendo dall'aula, Mora ha spiegato ai cronisti: "La mia vita è cambiata molto, quello che conta è la famiglia, ma non posso vivere sempre sulle spalle di mio figlio. Oggi vivo serenamente a Lugano e giro con la PostePay e le tessere della spesa". Ha annunciato un libro nel 2018, nessuna 'discesa' in politica, ma la creazione di un movimento, 'Libertà e onestà'.