"Non smettere di cercare la verità su quella strage". L'appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arriva nel giorno del 26esimo anniversario della strage di via D'Amelio a Palermo dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. "Sono vivi il ricordo e la commozione per il vile attentato di via d'Amelio, in cui hanno perso la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina - dice il Capo dello Stato -, Borsellino era un giudice esemplare: probo, riservato, coraggioso e determinato. Le sue inchieste hanno costituito delle pietre miliari nella lotta contro la mafia in Sicilia. Insieme al collega e amico Giovanni Falcone, Borsellino è diventato, a pieno titolo, il simbolo dell'Italia che combatte e non si arrende di fronte alla criminalità organizzata".
Un appello quello del presidente della Repubblica nel giorno della memoria e dieci giorni dopo la sentenza Borsellino quater, in quell’occasione il capo dello Stato aveva chiamato la figlia del magistrato morto nella strage di via D’Amelio: “Una telefonata affettuosa – ha rivelato Fiammetta Borsellino ieri, uscendo da Palazzo dei Normanni, dopo l’audizione in commissione Antimafia - in cui il presidente mi ha ribadito la sua vicinanza e ha assicurato che verrà fatto tutto ciò che è possibile per capire cos’è accaduto”.
La messa a San Francesco Saverio
Due i momenti dedicati al giudice da parte della figlia: "Ci sono molti momenti per ricordare. Lo abbiamo fatto ieri in via D'Amelio dove mia nonna ha piantato un albero d'ulivo. E lo stiamo facendo adesso, questa mattina in chiesa partecipando alla cerimonia religiosa", ha sottolineato Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo, a margine della funzione religiosa celebrata nella chiesa di San Francesco Saverio a Palermo, annunciando che non parteciperà ad altre cerimonie ufficiali in giornata. Alla funzione religiosa commemorativa hanno preso parte i tre figli del giudice assassinato da Cosa Nostra il 19 luglio 1992, Lucia, Manfredi e Fiammetta e i nipoti, oltre le autorità civili e militari della città. Assenti, invece, Rita e Salvatore Borsellino, fratelli di Paolo.
I messaggi di solidarietà
Sono tanti oggi i messaggi in memoria del giudice e della sua scorta dai rappresentanti delle istituzioni e della politica, in gran parte affidati ai social. "Il modo migliore per onorare la memoria di Borsellino, e di tutte le vittime della mafia, è combattere con sempre più forza questi schifosi". Esordisce così il ministro dell'Interno Matteo Salvini su Facebook, dove lancia l’hashtag “la mafia fa schifo”. E sciorina numeri: "18.589 beni immobili e 3.016 aziende sequestrate ai mafiosi gestiti oggi dallo Stato, 13.740 case e negozi e 927 aziende sequestrate ai mafiosi e già restituiti agli Italiani: farò di tutto per combattere la mafia con i fatti, non con le parole”.
"Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta pagarono con la vita l'impegno contro la mafia. Sono vicina alla famiglia e a tutti coloro che chiedono verità". Scrive, invece, su twitter, l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini (Leu). Su Facebook si pronuncia, invece, il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dove annuncia la sua presenza a Palermo in serata: "Oggi anniversario della strage di via D'Amelio. Ci vediamo questa sera a Palermo per ricordare Paolo Borsellino, un grande uomo che ha dedicato la sua vita alla lotta alla mafia”.
"Il 19 luglio 1992 la mafia uccide il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Ventisei anni dopo resta vivo il ricordo e l'impegno per trovare tutte quelle risposte che ancora mancano", ricorda così il giorno della strage su twitter Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Si affida a twitter anche il presidente del consiglio, Giuseppe Conte: "Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina. Coltiviamo la loro memoria nella lotta quotidiana alle mafie. La ricerca della verità su Via D'Amelio è un dovere per l'Italia che crede nel loro esempio e nell'onestà #19luglio".
Annuncia la sua presenza a Palermo, invece, anche la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni: "Mi sto recando a Palermo perché è fondamentale rappresentare lo Stato ed è necessario che i cittadini tornino a fidarsi dei propri rappresentanti nelle Istituzioni". E continua: "Sono passati tre mesi dalla sentenza storica sulla trattativa Stato-mafia. Sono davvero soddisfatta del fatto che, proprio a ridosso della ricorrenza della strage di via D'Amelio, durante l'iter dell'istituzione della commissione parlamentare antimafia, è stato approvato l'emendamento a prima firma Sarti che attribuisce poteri specifici alla commissione per le liste pulite. Impresentabili, incandidabili e disonesti devono rimanere fuori dai palazzi. Un importante passo in avanti in un Paese come il nostro dove il rapporto tra politica e mafia è sempre stato un cancro".
“Chiedere scusa ai familiari di Paolo Borsellino”, interviene così il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ai microfoni di Radio1 Rai. Il Guardasigilli prenderà parte oggi a Palermo al ricordo delle vittime della strage di via D'Amelio, nel 26esimo anniversario dell'eccidio: "Le negligenze in occasione della strage e tutto quello che sta emergendo in termini di depistaggi pongono lo Stato in una condizione in cui deve chiedere scusa ai familiari di Paolo Borsellino, agli agenti della sua scorta e al popolo italiano che ha subito una ferita non rimarginata e che ancora sanguina”. Scuse ma anche orgoglio: “Al tempo stesso – ha proseguito il guardasigilli - lo Stato deve essere fiero e orgoglioso dell'impegno di magistrati, forze dell'ordine e associazioni che coltivano la memoria da portare alle nuove generazioni che hanno lottato e si sono battuti per la ricerca della verità".
"Le domande della famiglia Borsellino sono le nostre, domande che giustamente sono state ripetute in queste ore per avere piena verità e giustizia", ha sottolineato, invece, il segretario del Pd Maurizio Martina, oggi a Palermo. " Va fatta verità assoluta – ha proseguito - e ciascuno deve provare a fare la propria parte - ha concluso - in primis gli organi dello istituzioni competenti che devono produrre fino in fondo uno sforzo utile a dare tutta la verità sulle stragi del 1992". A richiedere che sia fatta piena verità anche l’ex presidente della commissione antimafia Rosy Bindi: "La strage di Via d'Amelio è una pagina tra le più oscure e inquietanti della storia repubblicana, sulla quale va fatta piena verità e giustizia a partire dalle recenti acquisizioni".
Verità ad ogni costo, questo chiede il presidente della Camera Roberto Fico, intervenendo in aula: “A partire dall' accertamento giudiziario e sulla trattativa Stato-mafia. Solo così lo Stato potrà riconquistare la fiducia dei cittadini”.
Via D'Amelio, ore 16,58: suona il "Silenzio" per Borsellino
Via D'Amelio, il ministro Bonafede: "Lo Stato deve chiedere scusa"
La messa a San Francesco Saverio
Due i momenti dedicati al giudice da parte della figlia: "Ci sono molti momenti per ricordare. Lo abbiamo fatto ieri in via D'Amelio dove mia nonna ha piantato un albero d'ulivo. E lo stiamo facendo adesso, questa mattina in chiesa partecipando alla cerimonia religiosa", ha sottolineato Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo, a margine della funzione religiosa celebrata nella chiesa di San Francesco Saverio a Palermo, annunciando che non parteciperà ad altre cerimonie ufficiali in giornata. Alla funzione religiosa commemorativa hanno preso parte i tre figli del giudice assassinato da Cosa Nostra il 19 luglio 1992, Lucia, Manfredi e Fiammetta e i nipoti, oltre le autorità civili e militari della città. Assenti, invece, Rita e Salvatore Borsellino, fratelli di Paolo.
I messaggi di solidarietà
Sono tanti oggi i messaggi in memoria del giudice e della sua scorta dai rappresentanti delle istituzioni e della politica, in gran parte affidati ai social. "Il modo migliore per onorare la memoria di Borsellino, e di tutte le vittime della mafia, è combattere con sempre più forza questi schifosi". Esordisce così il ministro dell'Interno Matteo Salvini su Facebook, dove lancia l’hashtag “la mafia fa schifo”. E sciorina numeri: "18.589 beni immobili e 3.016 aziende sequestrate ai mafiosi gestiti oggi dallo Stato, 13.740 case e negozi e 927 aziende sequestrate ai mafiosi e già restituiti agli Italiani: farò di tutto per combattere la mafia con i fatti, non con le parole”.
"Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta pagarono con la vita l'impegno contro la mafia. Sono vicina alla famiglia e a tutti coloro che chiedono verità". Scrive, invece, su twitter, l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini (Leu). Su Facebook si pronuncia, invece, il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dove annuncia la sua presenza a Palermo in serata: "Oggi anniversario della strage di via D'Amelio. Ci vediamo questa sera a Palermo per ricordare Paolo Borsellino, un grande uomo che ha dedicato la sua vita alla lotta alla mafia”.
"Il 19 luglio 1992 la mafia uccide il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Ventisei anni dopo resta vivo il ricordo e l'impegno per trovare tutte quelle risposte che ancora mancano", ricorda così il giorno della strage su twitter Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Si affida a twitter anche il presidente del consiglio, Giuseppe Conte: "Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina. Coltiviamo la loro memoria nella lotta quotidiana alle mafie. La ricerca della verità su Via D'Amelio è un dovere per l'Italia che crede nel loro esempio e nell'onestà #19luglio".
Annuncia la sua presenza a Palermo, invece, anche la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni: "Mi sto recando a Palermo perché è fondamentale rappresentare lo Stato ed è necessario che i cittadini tornino a fidarsi dei propri rappresentanti nelle Istituzioni". E continua: "Sono passati tre mesi dalla sentenza storica sulla trattativa Stato-mafia. Sono davvero soddisfatta del fatto che, proprio a ridosso della ricorrenza della strage di via D'Amelio, durante l'iter dell'istituzione della commissione parlamentare antimafia, è stato approvato l'emendamento a prima firma Sarti che attribuisce poteri specifici alla commissione per le liste pulite. Impresentabili, incandidabili e disonesti devono rimanere fuori dai palazzi. Un importante passo in avanti in un Paese come il nostro dove il rapporto tra politica e mafia è sempre stato un cancro".
“Chiedere scusa ai familiari di Paolo Borsellino”, interviene così il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ai microfoni di Radio1 Rai. Il Guardasigilli prenderà parte oggi a Palermo al ricordo delle vittime della strage di via D'Amelio, nel 26esimo anniversario dell'eccidio: "Le negligenze in occasione della strage e tutto quello che sta emergendo in termini di depistaggi pongono lo Stato in una condizione in cui deve chiedere scusa ai familiari di Paolo Borsellino, agli agenti della sua scorta e al popolo italiano che ha subito una ferita non rimarginata e che ancora sanguina”. Scuse ma anche orgoglio: “Al tempo stesso – ha proseguito il guardasigilli - lo Stato deve essere fiero e orgoglioso dell'impegno di magistrati, forze dell'ordine e associazioni che coltivano la memoria da portare alle nuove generazioni che hanno lottato e si sono battuti per la ricerca della verità".
"Le domande della famiglia Borsellino sono le nostre, domande che giustamente sono state ripetute in queste ore per avere piena verità e giustizia", ha sottolineato, invece, il segretario del Pd Maurizio Martina, oggi a Palermo. " Va fatta verità assoluta – ha proseguito - e ciascuno deve provare a fare la propria parte - ha concluso - in primis gli organi dello istituzioni competenti che devono produrre fino in fondo uno sforzo utile a dare tutta la verità sulle stragi del 1992". A richiedere che sia fatta piena verità anche l’ex presidente della commissione antimafia Rosy Bindi: "La strage di Via d'Amelio è una pagina tra le più oscure e inquietanti della storia repubblicana, sulla quale va fatta piena verità e giustizia a partire dalle recenti acquisizioni".
Verità ad ogni costo, questo chiede il presidente della Camera Roberto Fico, intervenendo in aula: “A partire dall' accertamento giudiziario e sulla trattativa Stato-mafia. Solo così lo Stato potrà riconquistare la fiducia dei cittadini”.