Roma

Aborto, Federazione nazionale Medici "Serve una riflessione, ma garantire il diritto"

Chersevani chiede inoltre alla Regione Lazio dettagli sulle procedure legate all'assunzione dei due ginecologi non obiettori al San Camillo

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Sul tema del bando riservato a medici non obiettori al San Camillo di Roma serve un'ulteriore riflessione, ma "resta comunque da garantire, così come indicato dalla 194, il diritto delle donne a ricevere le prestazioni". E' la posizione della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, per bocca della presidente Roberta Chersevani, dopo che l'Ordine di Roma aveva invece duramente stigmatizzato l'iniziativa della Regione Lazio, chiedendo a Zingaretti di ritirare il bando.

"Posso sicuramente condividere - spiega Chersevani - la posizione dei colleghi obiettori che, ex lege ed ex art 22 del nostro Codice di Deontologia Medica, hanno la possibilità di 'rifiutare la propria opera professionale quando vengano richieste prestazioni in contrasto con la propria coscienza', purchè il rifiuto non rechi nocumento. Mi pongo però anche il problema del medico non obiettore che rischia di essere assunto per eseguire unicamente IVG, con tutte le ripercussioni psicologiche, professionali e di carriera che ne conseguono Vorrei in ogni caso - conclude - prendere maggiori informazioni su quali siano state, nei dettagli, le procedure seguite dalla Regione Lazio. Porterò la questione all'attenzione del prossimo Comitato Centrale, che si riunirà l'11 marzo".

Questa mattina il presidente dell'Ordine del medici di Roma e provincia  Giuseppe Lavra aveva chiesto al presidente della Regione Lazio di revocare l'"atto iniquo" della assunzione di due medici sulla base di un concorso per non obiettori all'aborto. Lavra chiedeva anche che il Comitato Centrale della Federazione nazionale, la FNOMCEO, di pronunciarsi su questa vicenda. "Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza - spiega - ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto sancito dalla bioetica e dalla deontologia medica".

 "Soltanto ragioni superiori potrebbero consentire di superare il diritto fondamentale di invocare legittimamente l'obiezione di coscienza in determinate situazioni. Ma queste ragioni superiori non ci risulta esistano", rileva il presidente dei camici bianchi di Roma. "Infatti, non risulta che i servizi di IVG, non siano mai stati assicurati nell'azienda Sanitaria pubblica. Inoltre, ove si verificassero difficoltà ad assicurare il servizio si avrebbero numerosi strumenti normativi di carattere flessibile, che, utilizzati, potrebbero tranquillamente superare tali ipotetiche difficoltà".

La replica della Regione: "Procedure regolari"  A stretto giro era arrivata la replica dello staff di  Zingaretti: "Le procedure avviate oltre un anno fa, per completare l'organico dei servizi dedicati alle prestazioni assistenziali relative all'applicazione della legge 194 presso l'ospedale San Camillo, non contengono alcuna forma di iniquità poiché non vi è nel testo del decreto alcun accenno o riferimenti, tra i requisiti previsti, all'obiezione di coscienza, ma una specifica indicazione delle funzioni da svolgere per le prestazioni assistenziali legate all'erogazione del servizio"."Meraviglia pertanto che l'Ordine dei Medici di Roma - prosegue la nota della Regione Lazio - non conosca i contenuti di atti che risalgono al mese di giugno 2015 pubblicati sul Bollettino Ufficiale. Peraltro nell'ambito delle procedure previste è stata espletata anche la mobilità, mediante avviso pubblico di mobilità volontaria regionale e interregionale con relativa graduatoria di merito pubblicata nel febbraio del 2016. È singolare che l'Ordine sia contrario all' assunzione attraverso un concorso pubblico di due medici inscritti all'Ordine stesso. Tutta la procedura inizia con il decreto 227 del 6 giugno 2015 del Commissario ad acta che non ha avuto rilievi da parte dei Ministeri affiancanti, ovvero Salute e Mef".

 "Non voglio scatenare guerre di religione ma solo garantire un diritto" aveva dichiarato in un'intervista a  Repubblica il governatore del Lazio. "Il bando non esclude gli obiettori - spiega - Semplicemente esplicita chiaramente la funzione che si deve svolgere quando si è assunti e che ovviamente sarà parte del contratto". Nel Lazio 8 ginecologi su 10 sono obiettori.

Associazione Coscioni: "Accolta nostra richiesta"  Soddisfatte l'Aied e l'associazione Luca Coscioni. "E' stata accolta una delle proposte pratiche che da anni proponiamo alle Regioni, affinché sia correttamente applicata la legge 194". Le due associazioni avevano chiesto alle regioni anche la creazione di un albo pubblico dei medici obiettori di coscienza, l'elaborazione di una legge quadro che definisca e regolamenti l'obiezione di coscienza, concorsi pubblici riservati a medici non obiettori per la gestione dei servizi di IVG, l'utilizzo dei medici "gettonati" per sopperire urgentemente alle carenze dei medici non obiettori, ed infine la deroga al blocco dei turnover nelle Regioni dove i servizi di IVG sono scoperti.

 
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