Roma

Alatri, 9 indagati per la morte di Emanuele: otto italiani e uno straniero. "Un'esecuzione"

Il giovane massacrato di botte dopo un litigio per un apprezzamento sgradito alla fidanzata. I parenti: "Hanno persino sputato sul corpo". Il sindaco: "Nessuno ha fermato il branco, chi sa parli". La fidanzata su Fb: "Non meritavi tutto questo"

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Sono nove le persone indagate  per la morte del ventenne Emanuele Morganti, studente di Alatri, in provincia di Frosinone, massacrato di botte dopo un litigio per un apprezzamento sgradito alla fidanzata in un circolo Arci del posto, il music club Mirò. La svolta è arrivata attorno alle tre del mattino, al termine del terzo interrogatorio fiume nella caserma dei carabinieri del centro ciociaro. Si tratta di otto italiani e uno straniero. Tra questi padre e figlio e due fratelli.

Il dolore dello zio.  "E' stata una vera e propria esecuzione" racconta con un filo di voce Pietro Morganti, lo zio del ragazzo. "Hanno anche sputato sul corpo a terra... I testimoni ci hanno detto che lo picchiavano ovunque, lui ha provato ad andare via con la fidanzata, poi è caduto e l'hanno finito...". Pietro è finora l'unico della famiglia che parli, cerca di fare barriera e di far sì che il padre e la madre di Emanuele, come pure sorella e fratello della vittima, possano stare al riparo  dall'assedio dei giornalisti. Persone semplici, con la loro casa a Tecchiena Castello, frazione di Alatri. La casa di Emanuele è a qualche centinaia di metri, in via del Convento. L'accesso è interdetto, genitori, sorella e fratello sono chiusi dentro, avvolti in un incubo, in un dolore che neppure Pietro riesce a descrivere nella sua interezza. C'è un medico in quella casa: Lucia, la mamma di Emanuele, è malata, deve affrontare cicli di cure chemioterapiche.
Il saluto della fidanzata. "Questa è la foto che ti piaceva più di tutte amore mio. Non riesco ancora a realizzare tutto quello che è successo. Non meritavi tutto questo, non hai fatto niente di male. Una morte così", ha scritto su Facebook la fidanzata di Emanuele, all'interno di una pagina dedicata al giovane ucciso. "Ti amo e lo farò per sempre. Il mio cuore ora sta lì con te. Ci rivedremo presto, ciao amore mio".

La madre del soccorritore. Un giovane ha tentato di proteggere Emanuele Morganti dal pestaggio mortale in strada e si è lanciato in soccorso dell'amico, facendogli scudo con il suo corpo ma è stato inutile, anzi è stato duramente colpito anche lui da più d'uno del gruppo di aggressori ed ha dovuto fare ricorso alle cure dei sanitari del locale ospedale. "Mio figlio è stato un eroe...Ora rispettate il nostro riserbo", ha detto la madre del giovane che venerdì notte . Parole riferite da un'amica della donna, la quale chiede il rispetto della stampa e, appunto, riserbo.

Le indagini La fuga degli autori del pestaggio in auto ripresa dalle telecamere di sorveglianza del Comune. I militari del maggiore Antonio Contente e il pm Vittorio Misiti hanno ascoltato nuovamente e per ben undici ore quattro buttafuori, tre di nazionalità albanese e un italiano residente a Ceccano, altro centro della provincia di Frosinone, e cinque persone del luogo. Domande che ieri, dopo la morte dello studente, si sono fatte sempre più incalzanti. Infine la decisione del pubblico ministero di iscrivere tutti sul registro degli indagati. Ancora massimo riserbo sulle giustificazioni fornite da quest’ultimi, dopo che per ore ed ore tutti gli indiziati avevano negato di aver visto chi ha sferrato sulla testa di Emanuele un paletto in ferro, colpi risultati fatali al giovane. L’unica certezza è che le testimonianze sono state contraddittorie. I principali sospetti sembra però siano concentrati su un uomo di Alatri, parte del gruppo con cui si trovava presso il circolo “Mirò”, il giovane albanese che aveva avuto una discussione con la vittima.

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L'appello del sindaco. "Chi sa parli. Invito tutti a dire la verità, a collaborare con gli inquirenti affinché al più presto vengano individuati i responsabili. Alatri non deve essere omertosa". È l'appello lanciato dal sindaco di Alatri, Giuseppe Morini. "Fuori da quel locale c'erano tante persone, ma nessuno ha fermato gli aggressori o contenuto la terribile barbarie, è terribile", ha aggiunto il sindaco. Domani ad Alatri ci sarà una giornata di lutto cittadino. "Il Comune ha organizzato in serata una fiaccolata silenziosa e pacifica contro la violenza - ha aggiunto Morini - partiremo alle 19 dalla piazza in cui è avvenuta l'aggressione".

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La svolta potrebbe ormai arrivare nell’arco di poche ore. Gli inquirenti dovranno infatti stabilire chi accusare solo di rissa e chi anche di omicidio. Il ventenne, venerdì sera, si era recato insieme alla fidanzata e ad alcuni amici presso il circolo Arci di piazza Regina Margherita, ad Alatri, per ascoltare musica. Attorno alle due di sabato il litigio con un coetaneo albanese, l’intervento dei buttafuori e, all’esterno del locale, il pestaggio da parte del branco. Inutile la corsa all’Umberto I di Roma. Il ventenne non ce l’ha fatta e, come estremo gesto d’amore, i familiari hanno acconsentito alla donazione degli organi. Ora vogliono la verità. E gli inquirenti stanno lavorando senza sosta.