Roma

Colosseo, il Consiglio di Stato: "Sì al parco archeologico"

Accolti gli appelli del ministero dei Beni culturali contro le due sentenze del Tar Lazio che avevano dato ragione al Campidoglio
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 Il Consiglio di Stato dà il via libera al parco archeologico del Colosseo e dice sì anche alla nomina anche di direttori stranieri del parco stesso. La Sesta sezione del Consiglio di Stato, con due sentenze pubblicate oggi, ha accolto gli appelli del ministero dei Beni culturali contro le due sentenze del Tar Lazio che avevano accolto i ricorsi di Roma Capitale in relazione all'istituzione del Parco archeologico del Colosseo e alla nomina con selezione pubblica internazionale del suo direttore.
"Ripartono il Parco Archeologico #Colosseo e la selezione internazionale per il direttore", ha scritto su Twitter il ministro per i Beni culturali e il Turismo, Dario Franceschini.

Nelle sentenze depositate oggi il Consiglio di Stato si pronuncia su tre questioni: quella del necessario coinvolgimento di Roma Capitale nel processo decisionale; quella della fonte istitutiva; quella in merito al conferimento dell'incarico di direzione del Parco archeologico del Colosseo anche a cittadini non italiani. La prima riguarda la necessità di coinvolgere, per assicurare il principio di leale collaborazione, Roma Capitale nella fase di istituzione del Parco archeologico. I giudici di Palazzo Spada hanno ritenuto che sia necessario distinguere la fase di organizzazione amministrativa da quella di esercizio delle funzioni di valorizzazione del patrimonio culturale.

La prima fase, che viene in rilievo con la istituzione del Parco - poichè riguarda la creazione di uffici dirigenziali statali - rientra nell'esclusiva competenza legislativa dello Stato e amministrativa del dicastero. L'esigenza di assicurare il principio di leale collaborazione viene in rilievo nella seconda fase che è quella della gestione dei beni. La seconda questione affrontata dal Consiglio di Stato è relativa alla natura della fonte istitutiva del Parco. I giudici d'appello hanno ritenuto che la legge speciale di disciplina della materia autorizzasse il ministero ad adottare un decreto non regolamentare. La terza questione esaminata ha riguardato la possibilità che incarichi, nello specifico quello di direttore del Parco archeologico, possano essere attribuiti anche a cittadini non italiani. Secondo i giudici di Palazzo Spada, il diritto europeo e la giurisprudenza della Corte di Giustizia ammettono che sia consentita una riserva di posti a soli cittadini italiani, con deroga al principio generale di libera circolazione dei cittadini europei, ma questa riserva è possibile soltanto in relazione a posti che implicano l'esercizio, diretto o indiretto, di funzioni pubbliche, quali sono, in particolare, quelle nei settori delle "forze armate, polizia e altre forze dell'ordine pubblico, magistratura, amministrazione fiscale e diplomazia". Nel caso in esame, il Consiglio di Stato ha ritenuto che il direttore del Parco non è chiamato a svolgere tali funzioni, in quanto il bando di gara gli attribuisce compiti che attengono essenzialmente alla gestione economica e tecnica del Parco. E quindi si è ritenuta legittima - da parte del Consiglio di Stato - la previsione di una selezione pubblica internazionale.

Franceschini ha anche annunciato che il direttore generale dell'Unesco Irina Bokova farà parte del consiglio di amministrazione del nuovo parco archeologico.
Il Campidoglio si era da subito opposto alla nuova riorganizzazione delle soprintendenze romane. L'istituzione del Parco archeologico del Colosseo - che porta con sè anche la Domus Aurea, il Foro Romano e il Palatino - secondo l'amministrazione pentastellata è infatti "lesiva degli interessi di Roma Capitale".

A giugno il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso di Roma Capitale contro il ministero dei Beni culturali sull'istituzione del Parco archeologico del Colosseo. "Le disposizioni di legge - avevano scritto i giudici amministrativi - non hanno attribuito al ministro alcun potere di creare un nuovo ufficio dirigenziale generale, come quello istituito per il Parco archeologico del Colosseo". Su Twitter la sindaca Virginia Raggi aveva manifestato tutta la sua soddisfazione. E il ministro Dario Franceschini aveva annunciato il ricorso al Consiglio di Stato.