Roma

Roma, Tribunale archivia Raggi per la nomina di Romeo

Virginia Raggi (ansa)
La sindaca ha pubblicato il provvedimento del Giudice per la indagini preliminari relativo alla vicenda che coinvolge l'ex capo della sua segreteria
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L'archiviazione arriva come da programma. Per Virginia Raggi nessuna conseguenza dalla nomina di Salvatore Romeo, scelto come capo della sua segreteria con lo stipendio triplicato. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura per mancanza di elementi che comprovassero la volontà di favorire Romeo. La sindaca resta comunque imputata di falso per la nomina di Renato Marra, fratello del suo allora braccio destro Raffaele. Il processo con giudizio immediato inizierà il 21 giugno.

Oltre a quella di Virginia Raggi il gip Annalisa Marzano ha archiviato la posizione di Salvatore Romeo, indagato con la sindaca di concorso di abuso d'ufficio in relazione alla nomina quale responsabile della sua segreteria politica con un aumento di stipendio da 39mila euro da dipendente del Dipartimento Partecipate a 110mila euro, poi ridotti a 93mila a seguito dei rilievi Anac. Una nomina che a parere del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Francesco Dall'Olio, che lo scorso 28 settembre avevano sollecitato l'archiviazione di questo filone di inchiesta, era comunque illegittima perché legata a un errato iter procedurale senza però che a carico della sindaca si ravvisasse il dolo. La stipula di una serie di polizze, nelle quali Romeo aveva indicato Virginia Raggi quale beneficiaria in caso di morte del titolare, non era stata valutata come elemento di reato ma per gli investigatori la scelta di Romeo come capo della segreteria politica della sindaca si poteva spiegare anche con l'esistenza di un rapporto di amicizia e di vicinanza politica che legava i due, militanti dei Cinque Stelle della prima ora.

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"Infondatezza della notizia di reato. Con queste parole il Tribunale di Roma ha cancellato più di un anno di schizzi di fango, ricostruzioni fantasiose e insulti perché avevo nominato Salvatore Romeo a capo della mia segreteria politica", ha scritto Raggi su Facebook pubblicando il provvedimento di archiviazione del giudice per le indagini preliminari.

La sindaca sarà invece processata il 21 giugno davanti al giudice monocratico per l'accusa di falso nell'ambito dell'inchiesta per la nomina di Renato Marra (fratello di Raffaele, ex capo del personale capitolino già a processo per corruzione). La prima cittadina era indagata sia per abuso d'ufficio sia per falso per avere agevolato la candidatura del fratello del suo braccio destro. L'accusa di abuso è stata archiviata perché, secondo i magistrati, manca l'elemento soggettivo del reato.

La data del processo è stata fissata all'inizio di gennaio dopo che la gup Raffaella De Pasquale ha accolto l'istanza di giudizio immediato depositata dagli avvocati della grillina mentre il processo per Raffaele Marra avrà inizio il 20 aprile davanti al tribunale collegiale per il reato di abuso d'ufficio (per la Procura, non avrebbe dovuto occuparsi della pratica del fratello, per un evidente conflitto di interessi). Alla responsabile dell'Anticorruzione in Campidoglio, la sindaca avrebbe dichiarato di aver fatto tutto da sola, escludendo così che Raffaele Marra avesse avuto voce in capitolo sulla nomina del fratello. Ma le chat interne allo staff capitolino recuperate dagli inquirenti sul telefonino dello stesso ex funzionario avrebbero dimostrato il contrario.

"Oltre un anno di accuse da parte di politici e dei tanti 'solonì che, dalle loro comode poltrone negli studi e salotti tv, pontificavano su materie che evidentemente non conoscono. Il giudice sottolinea la trasparenza e la bontà del mio operato grazie alle richieste di pareri legali che, prima della nomina, ho fatto all'avvocatura del Campidoglio e all'Autorità Nazionale Anti Corruzione di Raffaele Cantone. E, soprattutto, definisce falso che io possa aver nominato Salvatore Romeo per beneficiare di tre polizze assicurative di cui io non sapevo assolutamente nulla. Ancora fango e facile ironia sulle 'polizze a mia insaputa'", scrive Raggi, "Eppure avevo ragione - aggiunge - sono stata accusata ingiustamente da tanti che ora taceranno o faranno finta di nulla. Invece, voglio ringraziare i miei avvocati e tutti voi che avete creduto in me, certi che mi sia sempre comportata correttamente. Andiamo avanti a testa alta".

 
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