Torino

Torino, Fondazione Musei: lite con Appendino, Asproni si dimette da presidente

La decisione poche ore prima del faccia a faccia con la sindaca e il voto di sfiducia in Consiglio comunale

1 minuti di lettura
La presidente della Fondazione Torino Musei sbatte la porta e se ne va. A poche ore da quello che i giornali hanno definito come " il suo giorno più lungo" da quando è arrivata sotto la Mole, chiamata da Piero Fassino per occuparsi del sistema museale della città, Patrizia Asproni ha deciso di dimettersi dall'incarico. "Non mi faccio cacciare, sono io che me ne vado, mi dimetto - ha confidato ad alcuni collaboratori - E' un problema di mancato rispetto delle competenze e del lavoro svolto". Per stamani, alle 12, era fissato l'incontro con la sindaca Chiara Appendino. Un incontro agognato da luglio, subito dopo l'insediamento della sindaca "grillina" e concesso solo a ottobre, tre mesi più tardi. Ma non solo. Oggi pomeriggio la Sala Rossa - sede del consiglio comunale di Torino - si preparava a sfiduciare la presidente di Torino Musei dopo il caso della mostra di Manet saltata. Cosa che peraltro non avrebbe avuto effetti immediati. Anzi: Asproni aveva sempre detto che non era il Consiglio comunale a poterla revocare, ma il Consiglio direttivo della Fondazione. Tutto vero. Ma alla fine deve aver prevalso la voglia di "togliere il disturbo". E soprattutto di evitare un faccia a faccia con la sindaca giudicato tardivo.
L'intervista a Repubblica di una settimana fa
D'altronde sarebbe stato assai improbabile che tra Appendino e Asproni scoppiasse la pace, anche perché nei cinque anni precedenti la presidente e i Musei Civici sono stati uno degli obiettivi principali delle battaglie dell’attuale sindaca come consigliera di opposizione nella commissione cultura. E la situazione non è migliorata dopo la vittoria di Appendino. Prima il caso Artissima, quando il Comune a trazione Cinque Stelle aveva criticato la scelta della Fondazione di lanciare il bando per la ricerca del nuovo direttore della rassegna di arte contemporanea senza avvisare i nuovi inquilini di palazzo Civico. Poi il caso Manet, la mostra saltata di Skira in collaborazione con il Museo d’Orsay annunciata da Fassino per il 2017. Precedenti che non lasciavano preludere nulla di buono. Ma il "mezzogiorno di fuoco" a Palazzo civico non ci sarà. Il duello si è risolto prima. D'altronde che il rapporto di fiducia fosse venuto meno Appendino lo ha ribadito più volte negli ultimi mesi,  attraverso l’assessore alla Cultura Francesca Leon, o direttamente pochi giorni fa, quando “Repubblica” ha dato la notizia dell’annullamento di Manet. In Sala Rossa Appendino aveva detto sì alla mozione “di sfiducia” presentata dal capogruppo della Lega Nord Fabrizio Ricca e aveva chiesto alla sua parte politica, il Movimento 5 Stelle, di sostenerla.