Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Archivio

"I genitori passano lo stesso tempo dei teenager davanti ad uno schermo": uno studio mette in guardia le mamme e i papà

Agf
Agf 

Basta rimproverare i giovani per il troppo tempo trascorso davanti agli schermi: secondo un nuovo studio, i genitori passerebbero alle prese con smartphone, tablet e computer lo stesso tempo dei figli adolescenti, ovvero circa nove ore al giorno. La ricerca, condotta da Common Sense, un'organizzazione dedicata al supporto dello sviluppo dei bambini nell'era digitale, è la prima che indaga le abitudini dei genitori, che spesso - erroneamente - vedono se stessi come modelli positivi e da seguire.

Proprio come i tredicenni o i diciottenni, gli adulti passano gran parte del tempo della loro giornata in compagnia di dispositivi digitali, senza neanche accorgersene e senza nessuno che dica loro di smettere. Uno dei problemi infatti è proprio questo: le mamme e i papà tenderebbero ad avere una visione troppo rosea dei propri comportamenti. Sebbene siano consapevoli di distrarsi spesso con lo smartphone, sono allo stesso modo convinti che questo non influenzi la qualità del loro lavoro. Credono di essere attenti ai bisogni dei propri figli e di offrire loro un esempio di come ci si debba rapportare alla tecnologia. Ma non è così.

"Non stiamo cercando di far sentire in colpa i genitori - ha spiegato Michael Robb, direttore della ricerca -. Cerchiamo solo di renderli più consapevoli". Qualcuno si potrà forse risentire e rispondere che quelle nove ore imputate dagli studiosi includono anche le ore passate al computer a causa del lavoro svolto. Ma neanche questa giustificazione sembra reggere: le 1786 persone intervistate per lo studio hanno riconosciuto di passare in media soltanto un'ora e mezza davanti allo schermo per motivi di lavoro. Il restante tempo verrebbe utilizzato allo stesso modo di come lo utilizzerebbe un ragazzino: mandare messaggi, guardare video, cercare informazioni su internet, controllare i social network. Tutte queste distrazioni, inoltre, si metterebbero in atto proprio durante l'orario di lavoro.

"Più aumenta la presenza dei media e della tecnologia nella nostra vita, più diventa difficile per i genitori monitorare l'uso che ne fanno i figli e loro stessi", spiega Robb. Lo studio mette in evidenza una delle grandi contraddizioni che vivono i genitori in quest'epoca storica: la paura che i figli non imparino a socializzare nel mondo reale a causa dei dispositivi tecnologici, ma anche la consapevolezza che sapere utilizzarli possa renderli più competitivi nella vita adulta. C'è poi un'altra dicotomia: se da una parte i genitori ordinano spesso ai figli di mettere via i cellulari, dall'altra non riescono a resistere, loro stessi, al suono che annuncia una notifica su Facebook. Essere consapevoli di queste due realtà contrapposte, secondo Robb, è già un passo avanti.

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione