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Esteri

La "marcia delle donne" contro Donald Trump, a Washington folla oceanica (c'è anche Michael Moore). Ma la protesta è globale

Washington: la marcia delle donne lungo il National Mall

È già considerata una delle mobilitazioni di piazza più massicce della storia americana la 'marcia delle donne' che ha attraversato le strade di Washington, nel primo giorno dell'amministrazione Trump, in segno di protesta contro il nuovo presidente.

Dall'iniziale stima di 200.000 persone scese in strada a Washington per partecipare alla manifestazione delle donne, cui partecipano anche tanti uomini, contro il presidente Donald Trump, si è arrivati ad almeno mezzo milione: il numero dei partecipanti è talmente elevato che gli organizzatori e le forze dell'ordine sono costrette a rivedere il percorso del corteo: impossibile passare davanti alla Casa Bianca. Secondo gli organizzatori sono due milioni e mezzo in tutto il mondo le persone scese in strada per manifestare. Lo slogan è 'Not my president', per dire chiaramente che Trump non riflette l'America e i suoi valori.

Independence Avenue, una delle due principali arterie della città che corrono accanto al National Mall, il lungo viale verde che attraversa il cuore della Washington monumentale e dei musei, è così affollata che è impossibile immettersi nel serpentone di manifestanti lungo 1,5 km. Con loro, anche se a distanza, c'è Hillary Clinton, la loro paladina, colei che avrebbero voluto vedere alla Casa Bianca e che invece, nonostante la vittoria al voto popolare, è stata relegata in tribuna, stoicamente, durante il giuramento di Trump. Le manifestazioni, le più grandi della storia americana contro un presidente che ha appena giurato, sono pacifiche ma preoccupate dall'imprevedibilità di un presidente che, i manifestanti, definiscono un 'dittatore'. "Sexist, racist and anti-gay, Donald Trump go away" cantano in tutta America le donne anti-Trump.

Le donne hanno indossato un cappello rosa in testa e hanno battezzato la manifestazione la marcia delle "Pussyhats", nomignolo che deriva da una gaffe video dello stesso Trump in campagna elettorale.

Al presidente l'imponente manifestazione di Washington, che ha rischiato di superare per numero di partecipanti quella del 1969 contro la Guerra in Vietnam, non sfugge. A bordo di 'The Beast' per spostarsi dalla National Cathedral alla Casa Bianca, Trump ha l'occasione di assaggiare, dal finestrino, il clima della protesta.

Ma la manifestazione non si è svolta solo a Washington. Altre manifestazioni sono state organizzate a Boston, New York, Denver e Chicago. Qui, nella città adottiva di Barack Obama, il Chicago Tribune riferisce di 150.000 manifestanti che non riescono materialmente a marciare per le strade e si sono riunite nel centro della città per un happening.

La protesta contro Donald Trump è però diventata 'globale' e si stima fino a due milioni e mezzo di persone nelle piazza di tutto il mondo con manifestazioni e marce ispirate alla massiccia mobilitazione di Washington. Da Londra a Berlino, da Atene a Parigi, da Milano a Roma, da Sidney a New Delhi a Stoccolma si sono già svolte o sono in corso numerose dimostrazioni.

Tanti anche i personaggi illustri che hanno preso parte alla manifestazione. La prima a intervenire a Washington è Cecile Richards, presidente della federazione americana delle organizzazioni Planned Parenthood. In seguito, fra gli altri, parlerà Ilyasah Shabazz, figlia di Malcom X, Maryum Ali, la figlia di Muhammad Ali, Rgea Suh, presidente del Natural Resources Defence Council, Sophie Cruz, una attivista per i diritti dei migranti, la storica attivista e ora professore emerita all'Università della California a Santa Cruz Angela Davis, la scrittrice femminista Gloria Steinem, le attrici Ashley Judd e Scarlett Johansson, la direttrice di Elle Melissa Harris-Perry, il regista e attivista Michael Moore.

E poi Sybrina Fulton, la madre di Trayvon Martin, il ragazzo nero ucciso dalla polizia nel febbraio del 2012, caso che ha innescato le prime proteste massicce del movimento che sarebbe diventato "Black Lives Matter", ma anche Maria Hamilton, Gwen Carr e Lucia McBath rispettivamente mamme di Dontre Hamilton, Eric CGarner e Jordan Davis, altre tre vittime della polizia, la sindaca di Washington, Muriel Bowser.

Ma l'elenco degli artisti che hanno sottoscritto il manifesto della Marcia delle donne è lunghissimo e include Cher, Julianne Moore, Lena Dunham, Angelique Kidjo e Robert De Niro.

Trump in visita alla Cia per fermare le polemiche. Il presidente Usa, Donald Trump, ha deciso di visitare la sede della Cia, con una mossa che dovrebbe portare a rasserenare il clima dopo le polemiche sui cyber attacchi russi durante la campagna elettorale. Particolarmente duri gli attacchi al presidente da parte del capo uscente dello spionaggio Usa, John Brennan. "Il presidente - ha twittato il suo portavoce, Sean Spicer - è impaziente di ringraziare gli uomini e le donne dell'intelligence". Trump ha scelto il deputato repubblicano italo-americano del Kansas, Mike Pompeo, come nuovo direttore dell'Agenzia. L'incaricato non ha ancora ricevuto il via libera del Senato.

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