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Adidas produrrà tre nuovi modelli di scarpe ricavate dagli scarti degli oceani

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L'inquinamento in mare può essere una risorsa e Adidas lo sa bene: dopo aver lanciato lo scorso anno 7000 paia derivate dalla spazzatura raccolta dagli oceani, l'azienda ha deciso di produrre tre nuovi modelli, utilizzando sempre lo stesso principio del riciclo. Ogni paio sarà costituito da undici bottiglie di plastica, mentre i lacci e la fodera saranno fatti di altri materiali riciclati.

I modelli Ultraboost, Ultraboost X e Ultraboost Uncaged saranno disponibili nei negozi e online a partire dal 10 maggio. L'azienda opera a stretto contatto con Parley for the Oceans, un'associazione ambientalista nata con lo scopo di focalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla questione dell'inquinamento degli oceani. Il progetto di Adidas è quello di produrre un milione di scarpe ricavate dagli scarti del mare entro il 2017: "Il nocciolo del nostro credo è che, attraverso lo sport, possiamo davvero cambiare delle vite", ha spiegato il CEO Kasper Rorsted.

Inspired by ocean blues Three new additions to the #adidasParley fleet made from Parley Ocean Plastic. Coming soon. #ParleyAIR #UltraBOOST

Un post condiviso da Parley for the Oceans (@parley.tv) in data:

Le scarpe saranno riconoscibili dallo specifico design: non è ancora chiaro il costo, ma potrebbe essere simile a quello delle precedenti UltraBOOST Uncaged Parley, che si aggirava intorno ai 220 dollari. "Siamo una delle poche aziende ad aver integrato la sostenibilità nei nostri modelli di business - continua Rorsted -. Noi non vediamo la sostenibilità come un modo per scavalcare gli altri. La vediamo come un obbligo 'morale': essendo un'azienda globale, ci sentiamo obbligati a operare in modo responsabile e sostenibile".

L'obiettivo di Adidas è quello di eliminare la plastica vergine dal processo di produzione e distribuzione, ma anche quello di spostare l'attenzione dei clienti dal semplice acquisto di scarpe alla riflessione sul dramma dell'inquinamento degli oceani. Su entrambi i fronti, l'azienda lavora con successo. "Nessuno salva gli oceani da solo - aveva dichiarato un anno fa Cyrill Gutsch, fondatore di Parley for the Oceans -. Ognuno di noi può avere un ruolo nella risoluzione del problema".

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