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Politica

G7, anzi G6+1: Trump ridimensiona Merkel (e l'Europa)

NurPhoto via Getty Images
NurPhoto via Getty Images 

Pare che la premura di Angela Merkel al termine del G7 di Taormina fosse di partire al più presto possibile per non rimanere bloccata a Sigonella dall'Air Force One di Donald Trump. Se si fosse attardata nella conferenza stampa finale, la Cancelliera non ce l'avrebbe fatta a volare dalla base militare Nato prima che il presidente Usa finisse il suo discorso ai militari americani. Al suo G7 di debutto 'The Donald' riesce anche a congestionare il traffico aereo.

Ma la circostanza è alla fine fortuita per la Cancelliera, che in questo modo riusce ad annullare la conferenza stampa, riducendo il tutto a un briefing sull'aereo con i giornalisti tedeschi al seguito. Questo G7 non le ha portato bene. Lei e Trump sono i primi ad abbandonare il campo di battaglia: distanti come mai finora sono stati Berlino e Washington. Anche lui non fa conferenza stampa: per marcare le distanze da un vertice con cui non ha voluto avere molto da spartire.

Eppure stamane al tavolo della discussione Merkel si è aggrappata con tutte le sue forze alla possibilità di strappare a Trump almeno qualcosa sul commercio. Era la sua ultima speranza di uscirne con un qualche risultato. Ci è riuscita, il presidente Usa ha dovuto cedere sulla lotta al protezionismo che è entrato nella dichiarazione finale per merito della Cancelliera: insistente fino all'ultimo, anche di fronte all'impossibile. In nottata infatti gli sherpa americani erano stati irremovibili su questo punto: lei è riuscita a smuovere Trump. Di pochissimo.

Il compromesso sul commercio non è bastato a sciogliere il gelo tra Berlino e Washington, non è servito a evitare il trionfo del nuovo inquilino della Casa Bianca. Nel suo primo viaggio all'estero da presidente, 'The Donald' è riuscito a ridimensionare Merkel e tutta l'Europa.

Ha di fatto bloccato l'intesa sui cambiamenti climatici. "Insoddisfacente", si lamenta Merkel: per una volta impotente, non ci è abituata. Come non bastasse, appena partito, Trump annuncia via twitter che "la settimana prossima" deciderà se stralciare gli accordi di Parigi sulla lotta all'inquinamento, concordati da Obama e confermati allo scorso G7 in Giappone. Una sola di settimana di tempo: a Taormina si gelano gli entusiasmi anche dei più fiduciosi, come Paolo Gentiloni, che nella conferenza stampa nei bellissimi giardini dell'Hotel San Domenico cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno.

"La formula G7 è ancora valida", sottolinea il premier. I suoi sottolineano che poteva andare peggio. Per esempio, sul clima Trump poteva fare lo strappo anche negli stessi giorni di Taormina, in barba al Papa che solo qualche giorno fa gli ha regalato l'enciclica 'Laudato sii'. Il presidente ha invece 'gentilmente' concesso del tempo: qualche giorno in più, che non gli oscura il successo del viaggio tra Medio Oriente ed Europa, macchiato soltanto dal Russiagate che ha costretto il genero Jared Kushner a rientrare subito negli Usa con la moglie Ivanka.

Per il resto, lui è 'The Donald' e gli altri sono ko. A parte Theresa May, che è tornata già ieri sera in Gran Bretagna per gestire il post-attentato di Manchester, ma qui a Taormina ha avuto il tempo per un bilaterale con Trump, a conferma delle solide intese - anche commerciali - tra Londra e Washington e delle ormai sempre più deboli connessioni con Bruxelles.

Tenta la reazione il giovane presidente francese Emmanuel Macron. Di freschissima elezione, anche lui al debutto tra i 'Grandi', al termine del vertice rilancia sull'immigrazione: "E' un tema europeo e deve essere trattato come tale, ha bisogno di una nuova tabella di marcia" attraverso "la riforma del Trattato di Dublino".

Quello di Macron suona come un soccorso all'Italia, che sull'immigrazione nutriva maggiori aspettative da questo vertice appositamente pensato a Taormina, affacciato sul Mediterraneo delle tragedie. "Molti paesi – dice il presidente francese - non hanno capito la tragedia che l'Italia si è trovata ad affrontare. Per questo ho condiviso con la Cancelliera Merkel di avere una politica diversa sul fenomeno migratorio per evitare anche che l'onere ricada solo su alcuni paesi come Grecia e Italia...".

Nella sessione mattutina allargata ai leader di Tunisia, Nigeria, Niger, Etiopia e Kenya, Trump si interessa all'Africa. "È interessato anche al 'drafting', cambiamo questa parola, questo aggettivo...", dice di lui Gentiloni. Ma per 'The Donald' il dramma dei paesi di immigrazione verso l'Europa - anche la Libia di cui si è parlato molto qui a Taormina - si traduce solo in: sicurezza. "Per proteggere i nostri cittadini", rivendica Trump davanti ai soldati di Sigonella che lo ascoltano con i figli in braccio e gli smartphone in alto per immortalare 'the president'.

Bandierone a stelle e strisce da sfondo. Scenografia perfetta per chiudere la prima visita all'estero e parlare ai suoi in patria. E' il momento giusto anche per un breve saluto di Melania. A Sigonella Trump si dilunga molto sulla sua visita in Arabia Saudita, sugli "amici arabi", la lotta al terrorismo: unico argomento di intesa fin dall'inizio qui al G7. Parla delle promesse di pace raccolte in Medio Oriente sia da Abu Mazen che da Netanyahu: "E' un amico mio, credeteci". Parla come se volesse il Nobel che invece diedero a Barack Obama. "La pace si consegue attraverso la forza", ripete. Breve passaggio sull'incontro con il Papa. Per il vertice di Taormina poche parole, un accenno al vertice Nato ma solo per dire che "gli altri stati membri devono pagare di più, gli Stati Uniti stanno pagando molto di più di ogni altro paese e questo non è giusto per i contribuenti americani". Applausi e ovazione per lui.

Il G7 è sopravvissuto al primo tifone Trump, ma ne esce malconcio. Sforna una scarnissima dichiarazione finale di 6 pagine, a fronte delle 30-40 delle passate edizioni. Non va a fondo dei problemi, per non spaccarsi e morire. Prova a reggere la tempesta americana, ma resta affacciato su un futuro incerto. Era G8, la crisi ucraina del 2014 l'ha trasformato in G7 senza la Russia. A Taormina finisce come un G6+1: Donald.

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