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Politica

Sui migranti Paolo Gentiloni trova un alleato in Emmanuel Macron, convinto di rivedere l'accordo di Dublino

Philippe Wojazer / Reuters
Philippe Wojazer / Reuters 

A leggere il comunicato finale del G7 di Taormina c'è poco da essere soddisfatti per il Governo italiano sul grande tema dell'immigrazione. "Non mi aspettavo soluzioni dal G7" ha detto Paolo Gentiloni in conferenza stampa, ma è chiaro che non ci sono grandi margini di miglioramento per il grande sforzo che l'Italia deve sostenere per il salvataggio e l'accoglienza a leggere l'impegno assunto dai 7 Grandi.

"Pur sostenendo i diritti umani di tutti i migranti e i rifugiati, riaffermavamo i diritti degli Stati sovrani, individualmente e collettivamente, di controllare i loro confini e di stabilire politiche che vadano nell'ottica del loro interesse e della loro sicurezza nazionali' affermano i leader del G7 nel comunicato finale, ribadendo che "il movimento su larga scala di migranti e rifugiati è una tendenza globale che, tenuto conto delle sue implicazioni per quanto riguarda la sicurezza e i diritti umani, richiede impegni coordinati a livello nazionale e internazionale. Riconosciamo che la gestione e il controllo dei flussi migratori, distinguendo tra rifugiati e migranti, richiede sia un approccio di emergenza in un lungo periodo". Il G7 riconosce anche "la necessità di sostenere i rifugiati vicini ai loro Paesi di origine consentendo loro di tornare in sicurezza e ricostruendo la loro comunità".

C'è però uno spiraglio che può far sperare l'Italia nella posizione che ha sostenuto in conferenza stampa Emmanuel Macron, l'ultimo arrivato al potere dei 7 Grandi. "In un'agenda a breve termine che ho condiviso con la cancelliera Merkel c'è voglia di avere una politica diversa dal punto di vista migratorio, a favore di una politica comune per la gestione delle richieste d'asilo e della gestione dei paesi terzi" ha detto il presidente francese, aggiungendo un dettaglio non secondario. "Questo va visto nell'ambito di una riforma degli accordi di Dublino e di una politica che deve essere più adatta. L'ho detto ad Angela Merkel che è necessaria un'agenda a breve termine per questo problema. E noi dovremmo lavorarci con tutti gli altri paesi".

Gli accordi di Dublino determinano quale sia lo Stato europeo competente a esaminare una domanda di asilo o il riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra, stabilendo che si tratta del Paese nel quale la persona interessata ha fatto il proprio ingresso nell'Ue. Un sistema che grava i paesi rivieraschi, quelli del Sud Europa interessati dagli sbarchi, Italia e Grecia in particolare. La revisione degli accordi di Dublino hanno finora incontrato resistenze soprattutto da parte dei paesi del Nord Europa, ma è quanto l'Italia chiede da tempo come parte della soluzione dell'accoglienza dei migranti.

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