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"Vi raccontiamo come Instagram ci ha aiutato a combattere l'anoressia e a sentirci più forti"

Instagram _milk_and_cookies__
Instagram _milk_and_cookies__ 

Se si accede a Instagram - e si superano con ostinazione foto di modelle, fashion blogger e presunte tali - ci si può imbattere in un piccolo mondo a parte, un mondo inconsueto per un social network in cui l'apparenza è tutto. L'hashtag da seguire è #anorexiarecovery.

Le foto che appaiono sulla schermata sono per la maggior parte quelle di piatti pronti per essere mangiati. Senza essercene accorti, siamo entrati in una comunità di ragazze coraggiose: le ragazze che combattono con l'anoressia.

"Siamo ragazze e ragazzi di diversa età ma che condividono lo stesso problema e la stessa battaglia. Ci si scambia pareri, consigli, aiuto, senza giudicare come potrebbe fare una persona che questo problema non lo conosce. L'esigenza parte proprio dal fatto di sentirsi meno soli". Giulia, 25 anni – quasi 26 – sta finendo gli studi in veterinaria. Con il suo account "milkandcookies" ha quasi 10 mila follower. Non nasconde niente, nella descrizione del profilo scrive: "Lotto contro l'anoressia, peso riacquistato. Il mio recupero, la mia rinascita". Poi, le foto dei piatti che mangerà.

Insieme a Giulia c'è Costanza, "conniesjourney", 18 anni, al primo anno di università a Londra. Il suo approccio al mondo dell'#anorexiarecovery è stato un po' diverso. "Quando è iniziata la malattia passavo intere giornate a guardare le foto dei profili "pro-ana" ovvero quelli che incitano all'anoressia. Sono stata catapultata in questo modo tossico, orribile, che mi logorava dentro. Poi ho iniziato a seguire ragazze che realmente volevano guarire, e ho deciso di pubblicare anche io il mio percorso di rinascita in modo da poter ricevere supporto e in modo da sentirmi compresa".

Cecilia ha quasi 22 anni e studia medicina. Su Instagram è registrata come "apinchof_lightness": "Instagram è diventato un diario dove potessi sfogarmi, dove mettere nero su bianco le mie sensazioni, urlarle a qualcuno che potesse, invece che giudicarmi, capirmi".

Quello che cercano Cecilia, Giulia e Costanza, ma anche tutte le ragazze che si riuniscono su Instagram è la comprensione. Le foto delle pietanze, infatti, sono accompagnate da pensieri profondi, che raccontano le battaglie per accettare anche solo una caloria in più.

"Un disturbo alimentare è difficile da spiegare a parole – afferma Costanza - è un'insieme di pensieri, di voci, di paure che per il mondo esterno potrebbero sembrare folli. Mi sono accorta di essere affetta da anoressia molto tempo dopo l'inizio dei sintomi, e ancora oggi – dopo quattro ricoveri in clinica e un percorso di cura con esperti – con questa parola ho ancora un bruttissimo rapporto".

L'anoressia si insinua lentamente, come racconta Cecilia: "La mia perdita di peso è stata graduale, come lo è stato il mio allontanarmi dal mondo e dalla vita. Tutti i miei dubbi e le mie incertezze, i miei sensi di colpa, venivano mascherati con la restrizione alimentare, il modo più semplice e rapido per 'punirmi' e assecondare la parte di me che insisteva a farmi sentire insignificante e non meritevole di nulla".

Anche Giulia si è accorta di essere malata dopo tempo: "Pensavo fosse 'normale', poi mi sono resa conto che la situazione mi stava sfuggendo di mano. Avevo perso molto peso, come anche la voglia di vivere. Non è mai stata una questione puramente estetica, ho utilizzato la malattia per avere il controllo almeno su un aspetto della mia vita"

A oggi, tutte e tre queste ragazze stanno compiendo felicemente, ma non senza sforzo, il loro percorso di guarigione accompagnate da un team di medici. Giulia ha ripreso un peso sano, Cecilia e Costanza si definiscono "a metà dell'opera". E, tutte e tre, condividono il pensiero per cui Instagram è stato un elemento aggiunto verso la guarigione: "Ci sono ragazze – afferma Costanza - che mi ringraziano per i miei post, che mi chiedono consigli. Alcune dopo aver letto la mia esperienza hanno deciso di intraprendere questo percorso. Ogni messaggio mi fa commuovere. Mi fa sentire come se tutto questo dolore e sofferenza non siano stati inutili". Giulia condivide il suo pensiero: "Sapere di essere sostenuta e sostenere, fa sentire meno soli in questo percorso duro e difficile in cui nella maggior parte delle volte ci si sente abbandonate"

Anche Cecilia ha la sua particolare visione del social: "Instagram è diventato come una squadra di calcio. Un modo per gioire delle vittorie, chiedere consigli, condividere difficoltà e cercare, anche negli altri, la forza e il coraggio di affrontarle e di uscirne sorridenti e vittoriosi. Mi ha dato la possibilità di sentirmi sempre più sicura di me, di ricevere aiuto e non solo: mi sono sentita io stessa fonte di aiuto". E conclude con una certa – e comprensibile – soddisfazione: "Ora mi sento come una lampadina che illumina, che si sta facendo via via sempre più forte. Sono certa che gran parte dell'energia che mi tiene accesa, è alimentata dalle ragazze, dalle guerriere, dalle amiche trovate su Instagram".

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