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Politica

M5s accerchiato e in difficoltà alla vigilia dei ballottaggi

NurPhoto via Getty Images
NurPhoto via Getty Images 

La partita è difficile, per non dire impossibile. I 5Stelle al massimo possono strappare un paio di vittorie in questi ballottaggi dove non sono messi bene e dopo un primo turno che si è rivelato fallimentare con solo dieci città in cui giocarsela. E tuttavia, invece di fare quadrato, i grillini sono impegnati nel dilaniarsi per questioni interne e nel sentirsi accerchiati gli uni contro gli altri dal fiume di intercettazioni legate alla vicenda giudiziaria Raggi-Marra.

C'è di tutto intorno alla paura di non toccare palla nel voto di domenica: il turpiloquio che Raffaele Marra, ex braccio destra del sindaco di Roma e agli arresti domiciliari per corruzione, usa nei confronti delle donne forti del Movimento; nomine sospette al vaglio dei magistrati; scontri e rese dei conti tra due fazioni che dal primo giorno di amministrazione capitolina si sono fronteggiate. E poi ancora, in questo contesto e a poche ore del voto, alla possibilità che Virginia Raggi venga rinviata a giudizio per falso e abuso d'ufficio si aggiunge l'inchiesta che coinvolge i grillini parlamentari. Tre deputati nazionali e due regionali ex M5s, più dieci attivisti, sono stati rinviati a giudizio per la vicenda delle firme false apposte alla lista presentata nel 2012 per le comunali di Palermo.

I big provano, pubblicamente, a mostrare compattezza e a rimandare il ragionamento su cosa fare del caso Raggi a dopo le amministrative. Quindi lo stesso Roberto Fico, anima critica del Movimento, dice: "Virginia Raggi si è data sette e mezzo per il primo anno da sindaca di Roma? Io le darei lo stesso e voto e anche di più come incoraggiamento. Fare il sindaco di Roma è davvero terribile, faticoso e distruttivo". Luigi Di Maio, invece, davanti alle notizie giudiziarie che colpiscono il comune di Roma, invita via Facebook a non comprare più i giornali: "Tutti aprono a caratteri cubitali contro il Movimento 5 Stelle". Sta di fatto che dalle carte della procura appare una sindaca indebolita nella sua funzione. Da un lato ci sono gli sms di Davide Casaleggio che le suggeriva cosa fare e dall'altra il suo braccio destro Marra a cui lei chiudeva continuamente consigli ricevendo in cambio giudizi poco lusinghieri. Emerge anche che la sindaca, nonostante ciò che ha detto in pubblico, sapesse del pericolo che poteva rappresentare la nomina di Renato Marra, fratello appunto di Raffaele, a capo del dipartimento turismo.

Altro dato. Durante il suo blitz romano, Casaleggio non ha incontrato Virginia Raggi, piuttosto ha parlato con Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, i due deputati che affiancano il sindaco in Campidoglio, e con loro c'era anche Andrea Ciannavei, l'avvocato di Beppe Grillo, colui che nei fatti si occupa della tutela del simbolo grillino. Che si stia già ragionando su casi estremi non è dato saperlo. Secondo quanto si apprende il sindaco, se dovesse essere rinviata a giudizio, vorrà andare avanti nel processo, senza chiudere il patteggiamento. Anche perché, in questo caso, secondo il regolamento verrebbe tolto il simbolo M5s al comune di Roma. Di certo la preoccupazione è tanta e politicamente i 5Stelle appaiono deboli nell'amministrazione delle città proprio alla vigilia del voto delle amministrative. Per non parlare del fatto che un eventuale rinvio a giudizio potrebbe arrivare proprio in piena campagna elettorale per le regionali siciliane e all'inizio di quella per le politiche.

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