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Politica

Emergenza acqua, scontro aperto tra Regione e Acea, la Raggi cerca una mediazione. Grillo e Casaleggio scendono a Roma per aiutarla

ANSA
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Alla fine, nella vicenda dell'emergenza idrica nella Capitale, le implicazioni politiche sono venute prepotentemente alla luce e la questione ha assunto le sembianze di un braccio di ferro certamente non inedito tra la Regione Lazio e il Comune di Roma (nelle vesti della controllata Acea), che ha visto scendere in campo da Genova Beppe Grillo e Davide Casaleggio per blindare ancora una volta la sindaca da ogni eventuale tempesta politica.

Il culmine era stato toccato a metà giornata, ma la serata ha fatto registrare un calo di tensione nel momento in cui la prima cittadina, che vede come uno spauracchio l'ipotesi del razionamento prospettata dai manager della multiutility capitolina, ha ufficializzato la convocazione per domani di un tavolo in Campidoglio, al termine di un incontro con gli eletti romani del movimento a cui erano presenti, appunto, anche Beppe Grillo e Davide Casaleggio.

I due, infatti, erano inizialmente attesi per domani per seguire l'iter a Montecitorio della legge sui vitalizi, ma hanno anticipato la loro "calata" a Roma per partecipare, al teatro Flaiano, ad una sorta di celebrazione di un anno di governo cittadino. Un incontro breve, che è stato soprattutto occasione per raccogliere pressoché tutta la giunta davanti al fondatore del Movimento. Parlando coi cronisti, la sindaca ha ritenuto "inimmaginabile" che un milione e mezzo di cittadini romani possano rimanere senz'acqua: un segnale con cui il Campidoglio, col beneplacito del Garante del Movimento, prova a scongiurare un muro contro muro che renderebbe più difficilmente praticabili le soluzioni alternative al taglio dell'erogazione, ipotesi traumatica mai sperimentata dai cittadini della Capitale, che non mancherebbe di avere ripercussioni nefaste in termini di consenso.

Il salto di qualità nel conflitto tra Regione e Acea, avviato con la decisione del Governatore Zingaretti di stoppare i prelievi d'acqua dal lago di Bracciano e proseguito con l'annuncio del razionamento da parte dell'ente gestore a partire da venerdì prossimo, era arrivato con un durissimo comunicato di Piazzale Ostiense, nel quale si chiudeva la porta a qualsiasi ipotesi alternativa al razionamento, nel caso la Regione non avesse provveduto a fornire un piano alternativo per l'approvvigionamento d'acqua per la città di Roma. Questo perché, in precedenza, Zingaretti aveva lanciato la palla nel campo dell'Acea, sottolineando che è a quest'ultima, "in qualità di ente gestore", che spetta l'elaborazione di una soluzione capace di sopperire al mancato prelievo da Bracciano. In parole povere, l'Acea considera ancora arbitraria e non giustificata dalla situazione oggettiva la scelta di impedire la captazione dell'acqua dal lago di Bracciano, e conseguentemente non ritiene di dover mutare il proprio atteggiamento nei confronti della Regione.

Eppure, la soluzione era sembrata a portata di mano anche per effetto della proposta di mediazione del governo: il ministro dell'Ambiente Galletti ha infatti anticipato di un giorno la riunione dell'osservatorio permanente sull'Appennino centrale, che si terrà mercoledì anziché giovedì, per accelerare un esito che molti davano per scontato, e cioè l'aumento del prelievo sulle altre fonti di approvvigionamento d'acqua attualmente utilizzate da Acea, in attesa che, con l'esodo estivo e con il ritorno delle piogge, la situazione torni sotto controllo.

Scenario che riprende ora quota, e non manca chi, tra i presenti all'incontro, ha fatto notare che il presidente di Acea Luca Lanzalone, avvocato genovese, è legato da tempo e a doppio filo a Casaleggio Jr, ed ha operato (tra l'altro con esiti positivi) come longa manus di quest'ultimo nella intricatissima vicenda dello stadio della Roma, e chi lo conosce sa che il metodo preferito è quello della mediazione, e non del conflitto.

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