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Politica

Per Di Maio non è tutto rose e fiori. Prime frizioni con Travaglio, frecciatine da Freccero. E gli ortodossi godono

NurPhoto via Getty Images
NurPhoto via Getty Images 

La prima frattura dell'era Di Maio è quella con tutta quell'area riconducibile al Fatto Quotidiano che continua ormai da settimane a martellare contro la svolta moderata e governista impressa dal candidato premier in pectore con il sostegno, anzi con l'input, di Grillo e Casaleggio. Le primarie farsa sono state il grimaldello con cui si è aperta questa spaccatura. Titoli come "Volete Luigi o volete Di Maio?" e poi l'editoriale di oggi di Marco Travaglio "Balla coi pupi", ne sono la prova. Anche Carlo Freccero, che i 5Stelle hanno eletto nel cda Rai, nello stesso giorno dell'editoriale apparso sul Fatto, sembra avanzare qualche critica ai grillini con un'intervista a La Stampa in cui sostiene che Di Maio sia "perfetto perché è l'uomo medio. Un uomo con cui tutti si possono identificare, comprensibile a chiunque. Lo definirei un software interscambiabile. Non ha nulla del leader carismatico. Non è Alessandro Di Battista né Roberto Fico".

L'ala governista, a cui fa male una spina nel fianco come quella del giornale di Travaglio, fa finta di non sentirne il dolore: "Neanche abbiamo letto cosa scrive oggi quel giornale". Un po' come Silvio Berlusconi quando raccontava di non leggere più i giornali o come Massimo D'Alema che diceva "io i giornali li lascio in edicola". E Freccero, che come il direttore del Fatto, critica le gesta di Di Maio? Qualcuno nei 5Stelle azzarda un "in fondo non lo abbiamo eletto noi, lo ha scelto la rete".

Naturalmente in piena polemica con i vertici a causa delle scelte degli ultimi tempi che hanno portato all'investitura di Di Maio come capo politico, gli ortodossi si sentono meno soli e in un certo senso spalleggiati da chi ha spesso sposato le battaglie primordiali del Movimento, quelle a cui rifanno i cosiddetti duri e puri. Un senatore a taccuini chiusi osserva: "L'intervista di Freccero mi ha ricordato il romanzo incompiuti di Robert Musil dal titolo 'L'uomo senza qualità'. Ecco cosa penso". E una deputata sempre pensando all'uomo medio citato dal consigliere di amministrazione Rai aggiunge: "Beh, solitamente in medio stat virtus, ma in questo caso in medio stat peius". Insomma non le mandano a dire a Luigi Di Maio e la vigilia di Italia 5 Stelle è tutt'altro che serena al netto delle notizie che arrivano dalla Sicilia.

Non solo il tribunale di Palermo ha dichiarato irregolare la consultazione che ha scelto Giancarlo Cancelleri candidato presidente alle elezioni del 5 novembre, ma oggi i carabinieri, su disposizione del Gip, hanno notificato al sindaco di Bagheria Patrizio Cinque la misura cautelare dell'obbligo di firma. Il primo cittadino grillino è accusato di turbativa d'asta, abuso d'ufficio, rivelazione e omissione di atti d'ufficio. Sulla scia del nuovo corso grillino secondo cui "i giudici non sempre hanno ragione", come dimostra il rifiuto da parte dei 5Stelle di ripetere le 'regionarie', è stato diffuso in mattinata un comunicato stampa con dichiarazioni di Cinque in cui il sindaco di Bagheria attaccava i magistrati: "Fatto ad arte. Questa è giustizia a orologeria, a due mesi dal voto regionale", si leggeva nella nota, sfuggita dal controllo dei vertici. Il candidato presidente Cancelleri si schiera subito dalla parte di Cinque: "Stia tranquillo e tenga duro".

L'intervento a gamba tesa contro i magistrati non è piaciuto però a chi nel Movimento si sente ormai spaesato. Ma questa volta anche la comunicazione pentastellata ha avuto da ridire tanto da far sapere che si è trattato di "un comunicato diffuso per errore". Sta di fatto però che quel comunicato era stato scritto e volutamente diffuso, se poi la correzione è arrivata parecchie ore dopo la sua pubblicazione. Il dato è che se prima i 5Stelle, come Il Fatto erano sempre dalla parte del lavoro dei giudici, adesso sono divisi e a creare questo baratro c'è il fatto che dopo svariati interventi dei magistrati nei confronti degli esponenti grillini, vedi il caso Raggi o Nogarin, questa è la prima volta che un amministratore 5Stelle viene sottoposto a un provvedimento cautelare. Sale così vertiginosamente la tensione dentro M5s.

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