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Esteri

Trump difende i suoi cinguettii: "Senza Twitter non sarei mai diventato presidente"

Joshua Roberts / Reuters
Joshua Roberts / Reuters 

Adora scrivere su Twitter, il presidente Usa Donald Trump, e non lo ha mai nascosto. La piattaforma social dell'uccellino è stata la sua arma principale nel corso della campagna presidenziale, dove attaccava tutto e tutti, si difendeva e rispondeva alle critiche. In un'intervista a Fox News, "The Donald" ha difeso l'utilizzo che fa di Twitter, tanto da dichiarare che senza di questo, probabilmente, non sarebbe mai diventato presidente.

"Ho amici che dicono: 'Oh, non usare i social media'", ha ammesso Trump, che ha 40,9 milioni di seguaci su Twitter e "cinguetta" su ogni argomento possibile e immaginabile: dagli annunci politici alle minacce contro paesi stranieri. "Ma - ha continuato - io dubito che sarei qui se non fosse per i social media, sarò onesto".

Poi ha continuato: "Twittare è come scrivere a macchina. Quando pubblico, immediatamente finisce nel vostro show". Poi ha spiegato la sua osservazione: "Per esempio, l'altro giorno ho pubblicato una cosa. Due secondi dopo guardavo il vostro show [su Fox News], e c'era".

Leader di tutti i fronti politici hanno ripetutamente invitato Trump a contenere i suoi frequenti e controversi tweet, alcuni dei quali contengono spesso errori o toni troppo accesi, tali da provocare l'ira di alleati e avversari sparsi nel mondo. Lo stesso ex segretario di Stato John Kerry ha affermato che l'uso di Twitter da parte del presidente provoca un'atmosfera di "caos politico".

Più drammatiche le parole del Senatore Bob Corker, preoccupato della particolare retorica trumpiana, che rischia di portare gli Usa "sulla strada della Terza Guerra Mondiale".

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