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Rotterdam: la città fenice. 8 buoni motivi per andarci

Eugenio Spagnuolo
Eugenio Spagnuolo 

C'è l'Olanda dei canali, le case dal tetto spiovente e i tulipani. E poi c'è Rotterdam con i grattacieli di vetro e i ponti avveniristici che si specchiano nella Mosa. La versione più moderna del paese. Una metropoli sempre pronta a rinascere, da quando nel 1940 fu rasa al suolo dagli aerei della Wehrmacht e in seguito ricostruita seguendo criteri urbanistici innovativi. Non una, ma molte volte. Beninteso che non è solo in questo essere città fenice che si nasconde il suo fascino. Se non avete mai visto Rotterdam, di buoni motivi per andarci potrebbero essercene almeno 8...

1) L'architettura.

Ha scritto Lonely Planet che Rotterdam "è una vera e propria galleria a cielo aperto di architettura moderna, postmoderna e contemporanea". Vero. E ve ne accorgete già dalla Stazione Centrale che la città si è regalata nel marzo 2014, per far fronte a un aumento del numero di passeggeri: il grande ingresso con vetrata e tetto inclinato d'acciaio, rivestito da pannelli solari, ne fanno un edificio unico in Europa. Un po' come le case cubo progettate dall'architetto Piet Blom, nei primi anni 80: una "foresta" di cubi gialli e grigi inclinati e poggiati su piloni esagonali. Un ponte pedonale li collega alla Blaak Tower, edificio a forma di matita, da cui si scorge il Markethal, l'avveniristico mercato al coperto con oltre 100 tra stand di prodotti freschi e ristoranti: aperto nel 2014, è costituito da un imponente arco affrescato (e abitato) di 40 metri che dà sulla piazza del mercato. Ma le vie dell'architettura a Rotterdam sono (davvero) infinite. Se volete scoprirle tutte, vi conviene prenotare una guida urbana.

2) Erasmo.

Reminiscenze scolastiche allocano a Rotterdam l'autore dell'Elogio della follia. In realtà ci visse poco, perché come soleva dire "il mondo intero è la mia casa". Ma tant'è: porta il suo nome il magnifico ponte di 800 metri, che collega il nord e il sud della città. Progettato dall'architetto Ben van Berkel nel 1996, è soprannominato "il cigno", per la sua forma aggraziata. Erasmo vive anche nell'Università Erasmus e nelle sale della public library, dove sono custodite edizioni antichissime dei suoi libri e da poco è stata inaugurata una bella mostra interattiva per provare a spiegare la sua filosofia anche ai bambini.

3) Gli esperimenti urbani.

Le strade di Rotterdam sono disseminate di idee per migliorare la qualità di vita della città. Alcune funzionano così bene che verrebbe voglia di importarle anche in Italia. Lo Schieblock, per esempio: prima di essere riqualificato come laboratorio urbano, era un palazzone fatiscente. Oggi ospita studi di artisti e designer a prezzi calmierati e un cafè con un orto urbano sul tetto. Un ponte di legno giallo, il Luchtsingel, lo collega al centro città: sulle sue travi ci sono i nomi dei residenti che hanno contribuito a costruirlo col crowdfunding. A migliaia hanno voluto contribuire, perché il ponte ha significato restituire alla città un quartiere malfamato, che oscurava anche la piazza della stazione (oggi bellissima, a partire dai sotterranei dove nel 2013 è nato il più grande parcheggio per bici di tutta l'Olanda). Poche centinaia di metri più in là, sul Mauritsweg, il vialone che porta in centro, incastonato tra edifici postmoderni, c'è il Pauluskerk, progettato nel 2007 dall'architetto inglese Will Alsop: è un bel centro di accoglienza che offre domicilio fiscale, funzioni religiose e altri servizi utili a homeless e rifugiati.

4) Per vedere cosa vuol dire essere una città aperta.

A Rotterdam il multiculturalismo è la regola. Essere città di porto, negli anni le ha insegnato ad accogliere comunità da tutto il mondo, a cominciare dagli olandesi del Suriname e delle altre colonie. A Rotterdam, scriveva l'Espresso qualche anno fa "interi quartieri sono pezzi di Medio Oriente, qui sorge la più grande moschea d'Europa...". C'è chi è sospettoso, ma in tempi di muri, un giro in città è anche un modo per scoprire tutte le possibilità della convivenza, visto che vi sono rappresentate la bellezza di 160 nazionalità con le loro culture e tradizioni. E il suo sindaco, Ahmed Aboutaleb, laburista e musulmano, è considerato un paladino della tolleranza ed è tra i politici più stimati d'Europa.

5) Il porto.

Ammettiamolo, a parte i marinai, a nessuno verrebbe mai in mente di mettersi in viaggio per vedere delle banchine. Ma il porto di Rotterdam non è un porto qualsiasi: è il più grande d'Europa con un traffico di navi e container che ogni giorno ne ridisegnano le forme. Si può girare con un battello (Spido Harbour Tour), che in un tragitto di 75 minuti incrocia decine di navi e cantieri all'avanguardia, offrendo anche una mirabile vista sulla skyline della città.

6) L'arte.

Non solo musei, come il kunsthal, aperto nel 1992 e disegnato da Rem Koolhaas, e il più tradizionale Boijmans Van Beuningen. Ma tanta arte pubblica sui canali, nei parchi come il Museum Park, e per le strade, dove campeggiano sculture come il Kabouter Buttplug dell'artista americano Paul McCarthy, che rappresenta uno gnomo con in mano un "sextoy": sfacciato, provocatorio, divertente (soprattutto quando i turisti scoprono che quello che ha in mano non è un albero di Natale).

7) C'è vita dopo il tramonto.

Metropoli multiculturale e universitaria, Rotterdam è il punto di incontro di parecchie cucine internazionali. Camminando per le vie del centro si incontrano brasserie parigine come Rodin (con alle pareti opere dello scultore August Rodin) e pub popolari come Holy Smoke, dove sul grill si mischiano i sapori delle varie anime della città (piatto forte: costine e aragosta). Poi c'è la movida di Witte de Withstraat, dove l'altra Rotterdam ogni sera si mette in scena al Worm, una sorta di centro sociale, eredità del periodo punk, che organizza concerti, rassegne di film d'essai, festival e altri eventi cult.

8) I grandi eventi.

Famoso il Festival del cinema internazionale, vetrina del miglior cinema indipendente: nel 2017 si tiene dal 25 gennaio al 5 febbraio, giocando in staffetta con La settimana dell'arte, (dal 09 al 12 febbraio 2017), quando tutti i principali musei inaugureranno nuove mostre (attesissima quella sulla follia del surrealismo). A fine luglio invece la città aspetta con ansia Rotterdam Unlimited, il festival che celebra la sua diversità culturale e culmina in un carnevale bello quanto quello di Notting Hill (qualcuno dice persino di più).

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