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Cultura

Le battute memorabili di Richard Feynman, il "mago" della Fisica

AGF
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Se entrate nel dipartimento di fisica di qualunque università mondiale e domandate agli studenti a quale scienziato vorrebbero somigliare, la maggior parte risponderà sicuramente Richard Feynman e Einstein arriverebbe secondo. Ne è convinto Brian Cox, professore di Fisica delle particelle all'Università di Manchester, una tesi che conferma anche nella premessa al libro "Le battute memorabili di Feynman", pubblicato da Adelphi nella traduzione di Franco Ligabue.

Feynman (1918-1988) è stato uno dei più grandi fisici del ventesimo secolo, vincitore del Nobel nel 1965 (con Julian Schwinger e Sin-Itiro Tomonaga) per il contributo allo sviluppo dell'elettrodinamica quantistica, "nna teoria che a tutt'oggi rimane la più precisa descrizione dell'interazione tra luce e materia di cui disponiamo senza la quale non capiremmo gli atomi", precisa il professore. Il suo nome è quello più strettamente legato alla teoria e qualunque fisico del CERN "ha imparato a maneggiare i suoi diagrammi, strumenti fondamentali nella comprensione del mondo subatomico che ci permettono di calcolare che cosa succede quando le particelle collidono, e perfino prevedere l'esistenza di particelle nuove". "Non riesco ad immaginare la fisica delle particelle senza quei diagrammi, che probabilmente oggi non esisterebbero se non ci fosse stato Feynman", aggiunge. "La cosa più sconvolgente è che dopo che ci sono stati spiegati, ci appaiono intuitivamente ovvi, ma rimane a sensazione che non ci saremmo mai arrivati".

Il genio di un personaggio simile stava tutto nell'esplorare la natura usando una specie di magia intuitiva connaturata. Era un vero e proprio "mago" in quello che faceva e la sua forza stava tutta nella sua logica semplice ed incisiva, nella meraviglia verso la scoperta, nell'amore verso la natura e nel suo desiderio di capire come funzioni, ma - soprattutto - nel fare il suo lavoro senza nessun tentativo di confondersi o di sopravvalutarsi. Da questo punto di vista, era un uomo semplice che amava riflettere sulle cose semplici, un vero fisico dominato da uno enorme stupore infantile che non aveva alcun problema ad accettare.

Quando c'era un problema piccolo, non se ne preoccupava affatto ed il suo consiglio, in quel caso - lascia stare, lascia perdere - "era una perla di saggezza", come ricorda sua figlia Michelle che ha curato questo volume, un vero e proprio regalo che ha voluto fare a tutti gli appassionati del pensiero del padre, un libro di citazioni che rappresenta l'approccio di Feynman alla risoluzione di problemi scientifici, la sua filosofia e il suo stile comunicativo.

Detestava gli stupidi ("tutti facciamo cose stupide, alcuni più di altri, e il punto non è certo stabilire chi ne faccia di più") e la psicoanalisi ("una forma moderna di stregoneria"), ma lei lo ricorda come un uomo estremamente divertente, energico e paziente, aperto ai giovani e a dar loro consigli. In una lettera ad un liceale del 1984 diede consigli su come trovare lavoro:

"È fantastico se riesci a trovare qualcosa che ti piace fare da giovane e che è talmente grande da mantenere vivo il tuo interesse per il resto della tua vita. Perché qualunque cosa sia, se la fai bene (e così sarà se ti piace davvero), verrai pagato per fare quello che avresti comunque voluto fare".

Tutte queste citazioni, ripartite per argomento, alla giovinezza al futuro, permettono di penetrare in maniera più completa e approfondita nel suo modo di pensare, oltre a costituire ottimi esempi del suo modo di esprimersi. Le fonti sono le numerose opere pubblicate, le carte personali e decine di ore di registrazioni di conferenze e di lezioni. "Se nessuna raccolta di passi tratti da opere scritte, annotazioni, lettere e conferenze potrà mai riuscire a catturare la vastità e la poliedricità del pensiero di mio padre - spiega nell'introduzione sua figlia - la mia speranza è comunque che questa antologia riesca a dare ai lettori un'idea della sua limpidezza, del suo umorismo e del suo modo di guardare al mondo".

La fisica era per lui "un interruttore che non riusciva a spegnere", ci pensava di continuo, e quando non aveva con sé un blocco di fogli, era normale trovare formule su pezzi di carta sparsi, pesino sui margini del giornale.

Fondamentali, i suoi insegnamenti, elencati dalla Michelle in sei punti essenziali:

- Rifletti su un problema di matematica per capire se la tua risposta ha senso;

- Sforzati di essere sempre diretto e sincero nel comunicare;

- Mira a essere disponibile e gentile;

- Renditi conto che la vita è un'avventura eccitante;

- Lavora duro;

- Mantieni sempre il senso dell'umorismo.

Abbiamo scelto alcune citazioni tratte dal libro:

"Non riuscivo a fare tutto quello che volevo, perché mia madre insisteva nel mandarmi fuori a giocare"

"Quando da piccolo scoprii che Babbo Natale non esisteva, non ci rimasi male. Ero al contrario sollevato di sapere che un fenomeno molto più semplice spiegava come mai così tanti bambini in tutto il mondo ricevessero regali tutti la stessa notte".

"Io e mia moglie pensiamo che io sia pazzo. Non so come mai alcuni trovano la scienza noiosa e difficile, mentre altri la trovano divertente e facile, ma c' è una cosa che mi stimola parecchio, ed è che serve un'enorme immaginazione per figurarsi come è fatto il mondo".

 "La fantasia della natura supera di gran lunga quella dell' uomo".

"Bisogna innamorarsi di una teoria e, come per una donna, questo è possibile solo se non la si capisce completamente".

"La scienza non ha uno scopo, diversamente dalla ricerca ingegneristica. I nostri maggiori progressi si devono a scienziati che non puntavano all'utilità ma al divertimento, alla curiosità, al desiderio di capire".

"La cosa più interessante, per noi, è quella che non va secondo le previsioni".

"Dal punto di vista del buon senso l'elettrodinamica quantistica descrive una teoria assurda. Tuttavia è in perfetto accordo con i dati sperimentali. Mi auguro quindi che riuscirete ad accettare la Natura per quello che è: assurda".

"Non ti senti in colpa? - mi è stato chiesto -. No, perché all'epoca avevo ben riflettuto sulla gravità della situazione mondiale, sulla possibilità di fabbricare una bomba, sul pericolo che avremmo corso se l'avessero fatta gli altri e noi no; e mi era parso assolutamente chiaro che dovevamo fare di tutto per salvare il mondo da quell'eventualità. È vero, poi si scoprì che in realtà non erano messi così bene, ma all'epoca non c'era modo di saperlo, perché la possibilità c'era, noi l'avevamo dimostrato. Non era impossibile che ci arrivassero e, in quel caso, sarebbe stato terribile".

"Tutta la conoscenza scientifica è incerta; gli scienziati sono abituati a convivere con il dubbio e l'incertezza".

"Dunque, soffiate sulla minestra, se volete raffreddarla".

"Non amo i riconoscimenti. Li apprezzo per il mio lavoro e per le persone che a loro volta li apprezzano. Non vedo alcun significato speciale nel fatto che qualcuno all'Accademia svedese decida che quel lavoro è abbastanza nobile da meritare un premio. Il mio premio l'ho avuto ed è il piacere di scoprire, l'emozione della scoperta, vedere che altri utilizzano i miei risultati: queste sono cose reali".

"Pertanto non ho molto da dire, ma parlerò a lungo lo stesso".

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