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Niente casa perché gay. Concediamo diritti pieni per annullare le discriminazioni

SHSPhotography via Getty Images
SHSPhotography via Getty Images 

"Cercavo una famiglia. Avrei detto di no anche a un prete". Così si è difesa la donna che si è rifiutata di affittare il proprio appartamento a una coppia omosessuale di Torino. Una linea difensiva che, magari inconsciamente, mette in evidenza l'arretratezza culturale del nostro Paese.

Ieri Simone Schinocca ha affidato a facebook la sua denuncia. Dopo l'ennesimo rifiuto da parte di un proprietario di casa di affittargli l'appartamento non è più riuscito a nascondere la sua amarezza e si è sfogato. "Niente casa perché siamo gay".

Lo conosco personalmente perché abbiamo avuto modo di collaborare su progetti di partecipazione rivolti ai giovani e rimango allibita che nel 2017 ci siano ancora persone con una mentalità così arretrata e discriminatoria. Non concedere l'affitto a una coppia di ragazzi solo perché sono omosessuali a pochi mesi di distanza dall'approvazione della legge sulle Unioni Civili è a dir poco vergognoso.

Confido tuttavia che casi come questo siano sempre meno numerosi, e invece, come dichiarano le agenzie immobiliari, le discriminazioni più frequenti e altrettanto gravi nella ricerca dell'alloggio siano quelle in base alla nazionalità o al colore della pelle. È però fondamentale che questi episodi siano conosciuti e chi li subisce abbia la forza di renderli pubblici, o magari di denunciarli, come è possibile nella mia regione, il Piemonte, dove ci siamo dotati con una legge di centri che accolgono la denuncia di discriminazione. Certo non è facile arrivare ad un pronunciamento di condanna dell'avvenuta discriminazione.

La proprietaria dell'appartamento, in questo caso, ha detto che sarebbe sua intenzione affittare casa a una coppia con figli perché chi ha bambini tende a non cambiare facilmente abitazione. Beh, se questo è il problema mi viene da dire che la soluzione sarebbe riprendere la discussione sulla stepchild adoption, sull'adozione per le coppie omosessuali o meglio sul riconoscimento del matrimonio omosessuale.

Il divieto che attualmente subiscono queste famiglie rispetto ai figli è una discriminazione a tutti gli effetti; la soluzione per far progredire anche culturalmente questo Paese è innanzi tutto concedere pieni diritti.

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