Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Archivio

Montalbano, una serie glocal da esportazione

"Montalbano"è perfetto. Quindi è perfettibile. Può migliorare e migliora. La dico grossa: "Montalbano" è la più americana delle serie italiane. Glocal com'è, profumata di vongole, capperi e rosmarino, ma purissimo prodotto da esportazione, è il più 'americano' dei nostri prodotti. Vado a spiegare perché, ma prima poche certezze, a memoria.

La serie marcia da 18 anni, dal 1999, è la più amata dagli italiani (con tutto il rispetto per le cucine), la più conosciuta all'estero, l'unica a sbancare gli ascolti anche in replica. I telespettatori Rai si sono ingoiati la bellezza di 140 collocazioni in Prime Time, anche di fritto e rifritto, senza sommosse. Siamo arrivati a quota 30 film. Adesso ce la centellinano al ritmo di due puntate/anno, nel 2016 ha fatto il 40% di share e 11 milioni di spettatori, dopo le prossime ( lunedì 27 febbraio , "Un covo di vipere", e lunedì 6 marzo, "Come voleva la prassi"), il prossimo bis è già in cantiere per il 2018.

Tecnicamente, la novità sono le riprese in digitale. Ma con l'occhio da spettatore puro, vedendo in anteprima le nuove puntate, mi sono irrobustita alcune certezze sulla longeva fortuna del prodotto. Certo, c'è la simbiosi Montalbano- Luca Zingaretti, dove il primo è diventato il secondo o forse l'inverso. Ogni tanto frequentando l'uomo e l'attore il sospetto del contagio, vernacolo a parte, ti assale. È il Commissario, non Zingaretti, quello che persino nel Regno Unito (dove non è doppiato in tv) viene fermato per strada. Una sorta di condanna a vita, ormai irrinunciabile nonostante i molti annunci di addio. Zingaretti, oggi: "E'come avere un caro amico che vive in un angolo di Sicilia e che vai a trovare ogni 1-2 anni ". E ancora: "E' l'uomo che tutte le donne vorrebbero accanto e a cui tutti gli uomini vorrebbero somigliare". Piuttosto vero.

No, "Il Commissario Montalbano"non è una serie italiana. È 'americana', in barba al siculissimo Camilleri e al mare di Ragusa. Per due ragioni cruciali, che la imparentano con le più fortunate, anche da noi, serie tv Usa.

GLI ATTORI - La peculiarità della serie, fin dagli albori, è stata l'eccellenza del cast, senza distizione di ruoli. Se fosse un presepe, potremmo dire che i 'pastori di lontananza' hanno avuto la stessa attenzione di Gesù, Giuseppe e Maria. Sono stati rastrellati da subito, anche per i personaggi minori e le 'comparsate', eccellenti attori siciliani di teatro, perfettamente ignoti al pubblico tv. E' un elemento che ha dato incredibile forza agli affreschi, e che scarseggia paurosamente nello standard delle serie italiane, dove i mattatori devono farsi carico di coprire ogni pecca del contorno. Negli Usa i personaggi secondari delle serie tv fungono da palestra e trampolino per i nuovi talenti, quindi la scommessa è altissima, gli spin-off sono perennemente dietro l'angolo e anche due battute valgono oro. Massima cura.

Nel corso degli anni, e con i picchi di ascolto in rialzo, fare la "guest star" a fianco di Zingaretti è diventato un must . Hai un bell'essere già famoso, con una sola puntata becchi più pubblico che con dieci film . Ecco perché al ruolo di Livia è finalmente approdata una deuteragonista come Sonia Bergamasco. Ecco perché l'harem di "Un covo di vipere"è capitanato da una dark lady come Valentina Lodovini, che è avvezza di norma a ruoli di protagonista femminile. Ecco perché Alessandro Haber si ritaglia un cameo da homeless intellettuale, e la pressoché invisibile vittima dell'episodio è un Marcello Mazzarella che al cinema ha impersonato, per Raul Ruiz, nientemeno che Marcel Proust . E' esattamente quello che accade nelle 'superserie' Usa : fare la "guest star"è una medaglia d'onore, un riconoscimento, un privilegio.

LA SCRITTURA - E' il fondamentale 'fattore B'. Va da sé che Camilleri è il più anomalo e originale giallista prodotto da questo nostro Paese negli ultimi decenni. Questo però non sarebbe in sé sufficiente. Per 'vendere'romanzi e racconti su una rete generalista, con tutti i correttivi, gli 'smorzamenti'e le mediazioni del caso, non puoi limitarti a scannerizzare i testi. Sostiene lo sceneggiatore Francesco Bruni, che di suo da un po' di anni fa anche il regista, che imbastire una puntata di Montalbano è più complicato che fare un film di sana pianta. La ritualità, oggi che il grande Papà del Commissario di Vigata ha perso la vista, è diventata la lettura del copione a casa sua, con relativa interpretazione di tutti i personaggi da parte degli sceneggiatori e Camilleri che ascolta a occhi chiusi.

Varrebbe la pena di esserci. Il punto è che nel corso del tempo i 'plot' di Camilleri si sono fatti sempre più erotici e più torbidi. Più 'americani', in qualche modo, ma anche più difficilmente smerciabili al pubblico generalista del Prime Time. Le due puntate in arrivo battono tutti i record di esposizione 'hard'. "Un covo di vipere" si cimenta nientemeno che con il tabù dell'incesto, in una forma particolarmente estrema e poco esplorata dal cinema di tutti i tempi. "Come voleva la prassi"(che non parte da un romanzo, ma dalla ricucitura di tre racconti) scomoda invece gli snuff movies, limando via dai testi di Camilleri soltanto i dettagli più feroci di morte e tortura. Materie toste per Rai Uno,no? Meno inusuali però per tante serie-culto di cui ci nutriamo. L'universo di Montalbano è diventato il luogo "politico" in cui Camilleri conduce la sua crociata-denuncia contro il mondo cosiddetto "perbene". Renderlo compatibile con la nostra tv perbenista non è un gioco da ragazzi. Inutile sperare che le lezioni impartite dallo scrittore diventino patrimonio comune dell'Italia teledipendente. Come la citazione da Rousseau che "Un covo di vipere"mette in bocca al clochard-filosofo Haber : "Quale saggezza puoi trovare che sia più grande della gentilezza?".

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione