Cronaca

Famiglie gay e adottive fuori dalla Conferenza nazionale: "Per il governo siamo fantasmi"

L'appuntamento, organizzato dalla Presidenza del Consiglio, è in programma per il 28 settembre a Roma e servirà a fare il punto sulle politiche di sostegno famigliare. Ma le associazioni insorgono
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ROMA - Era un appuntamento atteso da anni, continuamente annunciato e poi rinviato. Ma la Terza Conferenza Nazionale sulla Famiglia organizzata dal Governo che si aprirà il 28 settembre a Roma fa già discutere non tanto per i contenuti quanto per una serie di esclusioni eccellenti.

A cominciare da quella, macroscopica, del mancato inviato alle associazioni di genitori omosessuali. "Per il governo italiano, gay e lesbiche vanno tenuti fuori dalla porta quando si discute di politiche per la famiglia". Eppure soltanto un anno fa in Italia sono state approvate le unioni civili, ormai nel nostro decine di sentenze di stepchild adoption hanno di fatto riconosciuto "legalmente" i bambini nati in coppie con due mamme e due papà, addirittura diversi comuni hanno accettato di trascrivere la nascita di piccoli venuti al mondo con genitori dello stesso sesso. "Noi esistiamo, ci siamo, ma lo Stato italiano continua a considerarci fantasmi" dicono le Famiglie Arcobaleno.

La conferenza organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il supporto dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia, sarà aperta al Campidoglio dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, seguita dalla presidente della Camera Laura Boldrini e dall'intervento del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Un evento istituzionale per fare il punto sulle politiche per la famiglia in Italia.

Non però famiglie gay. Mentre Agedo, associazione che rappresenta genitori eterosessuali di ragazzi Lgbt, è stata invitata a partecipare (ma non a intervenire) le due associazioni che rappresentano le coppie gay con figli sono state escluse. Rete Genitori Rainbow, in particolare, l'associazione che riunisce i genitori omosessuali che hanno avuto figli da precedenti relazioni, ha chiesto di aderire all'iniziativa, ma la sua richiesta è stata rifiutata. Il messaggio è: l'Italia non riconosce a livello istituzionale i bambini nati da relazioni omosessuali.

Durissimo il comunicato dei rappresentanti delle tre associazioni: Marilena Grassadonia (Famiglie Arcobaleno), Alessandra Forani e Gabriele Faccini (Rete Genitori Rainbow) e Fiorenzo Gimelli (Agedo): "L'esclusione delle associazioni rappresentative del mondo Lgbt è grave, e il solo fatto che si parli di 'famiglia', e non di di 'famiglie' come sarebbe più corretto, è altamente significativo. Il Governo non può farsi promotore di un evento che si rifiuta di prendere in considerazione le istanze sia delle famiglie omoparentali di nuova costituzione, cioè che hanno avuto figli all'interno della coppia omosessuale, sia delle numerose famiglie ricomposte in cui un componente della coppia omosessuale abbia avuto figli da relazione etero precedente, tutte realtà in cui sono presenti bambini e ragazzi che vanno tutelati".

"Chiediamo ai rappresentanti delle istituzioni e del Governo più sensibili alle istanze del mondo Lgbt - continuano - di intervenire per andare oltre questa esclusione, o in alternativa di disertare un appuntamento che, così congegnato, è inaccettabilmente discriminante".  Una situazione che sta già creando imbarazzo nel Governo, tanto che, dice Marilena Grassadonia, "domani siamo stati convocati ad un incontro con la sottosegretaria Maria Elena Boschi, un incontro però, non certo un invito a partecipare alla Conferenza".

Da sottolineare anche che l'esclusione della Famiglie Omosessuali è forse il dato più eclatante, ma diversi famosi enti che si occupano ad esempio di adozioni internazionali, come il Cifa o il Ciai, lamentano un mancato invito.

Scrive in un comunicato il Cifa di Torino: "Ancora una volta l'adozione internazionale viene snobbata dalle istituzioni. La nostra richiesta di partecipazione è stata rifiutata con una motivazione che ci pare decisamente discutibile. La manifestazione sarebbe infatti riservata ai soggetti istituzionali e ai rappresentanti delle organizzazioni nazionali della società civile presenti negli organismi collegiali a supporto delle politiche in materia di famiglia. Da decenni Cifa è l'Ente Autorizzato che in Italia porta a termine il maggior numero di adozioni e abbiamo contribuito a formarne più di cinquemila, di famiglie. Il fatto che si tratti di famiglie adottive significa forse che le 'nostre' famiglie valgono di meno rispetto a quelle biologiche?".