Cronaca

Il paese dei bambini perduti, la verità vent'anni dopo: la racconta "Veleno", prima serie audio di Repubblica

Modena: in 16 furono tolti ai genitori, che vennero accusati di abusi sessuali e satanismo. In sette puntate settimanali la docu-serie indaga su come è finita quell'oscura vicenda di cronaca
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TUTTO comincia una sera di fine autunno del 2014, con la telefonata di una madre. È appena stata assolta dall'accusa di aver abusato dei suoi quattro figli, al termine di un processo infinito. Sta piangendo. Chiama dalla cucina di casa sua, in un paesino di poche anime nel sud della Francia, dove si è nascosta diciotto anni fa per poter partorire il suo quinto e ormai unico figlio.

Gli altri non ci sono più. Non li vede dalle prime luci dell'alba del 12 novembre 1998, quando sette poliziotti avevano bussato alla porta della sua abitazione in provincia di Modena, per portarli via. "Avevano 11, 9, 7 e 3 anni", racconta. "Sto cercando qualcuno che mi aiuti a capire cosa sia successo".

Il paese dei bambini perduti: Veleno, la serie da ascoltare

In quel periodo, la Procura aveva scoperto tra Massa Finalese e Mirandola un giro di famiglie appartenenti ad un'oscura setta satanica, che di notte portava i bambini nei cimiteri della zona e li sottoponeva a violenze di ogni genere, costringendoli poi a partecipare a sacrifici umani. L'incubo era durato fino a quando, a fatica, uno dei piccoli aveva cominciato a raccontarlo a una psicologa dei Servizi sociali. Dopo di lui lo aveva fatto un'altra bambina, e poi un'altra e altri ancora. Infine si erano fatti avanti anche i figli della donna.

Uno per uno, avevano ricordato di come la mamma e il papà - una coppia conosciuta e rispettata, che faceva volontariato in parrocchia e organizzava pellegrinaggi e gite a santuari - avessero in realtà una doppia faccia: li consegnavano a familiari e conoscenti che si aggiravano per il paese al calare del buio, incappucciati e mascherati da diavoli, armati di punteruoli, coltelli e spranghe. Il tribunale di Modena ci era andato giù duro. Erano fioccate condanne e procedure di allontanamento urgenti per mettere i bambini al sicuro. "Ne hanno portati via in tutto sedici", dice la donna al telefono, elencando in ordine sparso i cognomi di altre famiglie imputate e dei loro figli, di cui nessuno sa più nulla. "Ma è stata tutta una colossale bugia. C'è un parroco a Finale Emilia che saprà dirti com'è andata. Cercalo".

Una vicenda piena di misteri. Un processo che ha sconvolto un'intera comunità. È la storia che racconteremo in Veleno, la docu-serie da ascoltare in sette puntate che sarà online ogni lunedì su Repubblica. it a partire da domani, realizzata da un team di cinque professionisti: Alessia Rafanelli, Gipo Gurrado, Marco Boarino, Debora Campanella e Pablo Trincia.
Si tratta di un nuovo format, nato sulla rete tre anni fa e in controtendenza rispetto alla cultura dominante del video, che all'estero ha già trasformato il modo di fare inchieste.

L'abbiamo realizzata ispirandoci a Serial, la serie audio americana che ricostruisce l'omicidio di una studentessa di Baltimora, Hae Min Lee, indagando sul processo che ha condannato all'ergastolo il suo ex fidanzato, Adnan Syed. Pur essendo nato come podcast - e quindi un prodotto di nicchia - scaricabile ed ascoltabile da internet, Serial è diventato un incredibile caso editoriale negli Stati Uniti, superando i 50 milioni di download. Serial ci ha spinti a scegliere il microfono al posto della telecamera, perché era il modo migliore per raccontare questa storia e per poterla approfondire, data l'estrema delicatezza del tema e la sua complessità.

Ci sono voluti tre anni per trovare e leggere le carte dei lunghi processi che hanno segnato il destino di più di venti persone, centinaia di chilometri percorsi tra i comuni nebbiosi della Bassa Modenese per rintracciare - uno ad uno - tutti i protagonisti della vicenda, settimane per ascoltare e catalogare registrazioni risalenti alla fine degli anni '90 e interminabili ore di appostamenti in macchina. Niente di quello che si sentirà è ricostruito. Le voci sono quelle di chi c'era, di chi ha vissuto questa storia sulla propria pelle, o ne è stato testimone.

Non è stato semplice, soprattutto dal punto di vista psicologico. Tornare a casa dopo aver passato una giornata con madri e padri che piangono per bambini che non vedono da anni, alla lunga, rischia di lasciare strascichi di emozioni che poi devi elaborare e gestire. Presentarsi poi alla porta dei loro figli, cresciuti in altre famiglie e oggi diventati adulti che cercano di rifarsi una vita dimenticando i genitori e i drammi del passato, ti obbliga a chiederti mille volte se stai facendo la cosa giusta.

Guardare un video dove si vedono immagini che nessuno dovrebbe vedere, e poi essere costretti ad autodenunciarsi alla polizia postale per evitare di finire indagati, ti fa passare qualche notte in bianco. In alcuni di noi l'intera esperienza ha fatto emergere paure e ansie profonde.

Questa storia - che per molti aspetti supera i confini della realtà - , oltre alle sentenze che l'hanno scritta, ha un lato B. Cos'è accaduto davvero vent'anni fa nelle campagne e nei cimiteri tra Mirandola e Massa Finalese? E' andata come hanno raccontato questi bambini? Oppure c'è una seconda verità, che non è ancora stata svelata?

Veleno è la storia di questa ricerca. La risposta l'abbiamo trovata in una gelida mattina di gennaio, su una strada sterrata, a pochi passi da un bosco.