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Parco nazionale d'Abruzzo, l’orso marsicano era malato: non è stata l’anestesia a ucciderlo

La notizia dopo l'autopsia che ha confermato la correttezza delle procedure seguite dai veterinari. L'animale era finito in una trappola predisposta per mettere il radiocollare a un altro esemplare

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Non è stata l'anestesia a uccidere l'orso marsicano mercoledì scorso nel Parco nazionale d'Abruzzo. Ieri nell'istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana è stata fatta l'autopsia, che ha escluso "relazioni dirette tra l'anestesia e la causa di morte dell'orso, confermando la correttezza e la regolarità delle procedure messe in atto dal personale del Parco e del veterinario in particolare".
 
L'orso era finito in una trappola allestita per mettere il radiocollare a un altro esemplare. Quando la squadra del parco lo aveva anestetizzato per procedere a verifiche e poi liberarlo aveva manifestato subito problemi respiratori. L'autopsia ha confermato che il maschio adulto di circa 150 chili. Aveva "un quadro complesso e critico a carico dell'apparato respiratorio e dell'apparato digerente
 
In pratica, l'orso "aveva problemi sanitari gravi, non valutabili al momento della cattura", che avrebbero potuto portarlo comunque in breve a morte naturale.
 
L'esame è stato eseguito da un istituto indipendente e nessuno tra i membri della squadra del Parco era presente. A fare la necroscopia il dottor Rosario Fico, Responsabile del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria, lo stesso che aveva accertato che nel caso dell'orsa Daniza c'erano stati errori da parte del veterinario che aveva eseguito l'anestesia. 
 
Gli esami comunque non terminano qui, perché è importante accertare e studiare il quadro anatomopatologico complesso dell'orso e verificare che i problemi respiratori non derivassero da infenzioni che potrebbero mettere a rischio la popolazione del Parco. 
 
Il referto completo della necroscopia, e quindi tutti i problemi sanitari dell'orso, si conosceranno a giorni, ma l'Ente Parco "ha ritenuto doveroso fornire le prime indicazioni, sia pur parziali, emerse dalla necroscopia per l'eccezionalità dell'evento, mai accaduto in passato, e per la giusta attenzione che l'opinione pubblica sta riservando all'accaduto".