Cultura

Mosca, sfregiato il Figlicidio di Ivan il Terribile: ma in Russia c'è chi lo crede un grande sovrano

L'opera dipinta a fine Ottocento da Ilya Repin è stata strappata in tre punti. Gravi i danni. "Ragioni storiche" dietro al gesto del vandalo. La tela fu danneggiata da monarchici oltre un secolo fa. Nel 2017 lo stesso Putin ha negato che lo zar abbia ucciso l'erede al trono: "Propaganda del papa di quel tempo"
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Il famoso - e controverso - quadro che ritrae "Ivan il Terribile e suo figlio Ivan il 16 novembre 1581" è stato vandalizzato l'altro giorno nella Galleria Tretyakov di Mosca, dove è esposto sin da quando il fondatore del museo, il mercante Pavel Tretyakov lo acquistò dal suo autore, l'artista russo-ucraino Ilya Repin.

A danneggiare l'opera, che mostra il figlicidio perpetrato dallo zar tiranno vissuto nel sedicesimo secolo, è stato uno degli ultimi visitatori del museo, arrestato poi dalla polizia. L'uomo, un trentasettenne di Voronez, Russia Centrale, ha aspettato che la sala che ospita la tela si svuotasse per infrangere il cristallo protettivo con una barra di metallo, riuscendo poi a strappare la tela in tre punti.

Secondo la direzione del museo, l'opera è "gravemente danneggiata", anche se le parti considerate più preziose - i volti dello zar e dello zarevic, oltre alle mani dell'imperatore, risulterebbero intatte.

L'uomo, che ha raccontato di aver ingerito vodka prima di agire, ha spiegato che all'origine dell'azione sarebbero "ragioni storiche".  Il quadro, infatti, dipinge l'apice della violenza tirannicida dello zar, il momento in cui l'imperatore, durante un violento litigio, uccise il figlio colpendono con un bastone.  Vicenda questa, a più riprese contestata - al pari della visione storica complessiva del regno di Ivan IV di Russia  - da simpatizzanti e sostenitori della monarchia e, in generale, dalle frange nazionaliste russe. La tela, non a caso, venne vandalizzata una prima volta nel 1913, lacerata da un uomo con un coltello: lo stesso Repin, ancora in vita (nacque nel 1844, morì nel 1930) fu chiamato a partecipare al restauro. Nel 2013, a "celebrare" il centenario di quel gesto, un gruppo di monarchici aveva chiesto invano che il museo ritirasse la tela dalle sue sale.

A sostegno delle tesi revisionistiche sulla figura di Ivan il Terribile, famigerato per la dominazione brutale perpetrata tramite la creazione di una polizia segreta, e sullo stesso figlicidio, è intervenuto lo stesso Vladimir Putin. L'anno scorso, il presidente russo ha sostenuto che quella del figlicidio altro non è che una leggenda inventata dall'Occidente per screditare il suo paese. "Ha ucciso suo figlio? Non l'ha ucciso? - aveva detto Putin - Oggi molti esperti sostengono che il figlicidio sia un'invenzione del nunzio papale del tempo, mandato a est da un pontefice che voleva convertire la Russia ortodossa in una Russia cattolica".

L'anno prima, a Oryol, una città a 330 km a sud di Mosca, era stato inaugurato il primo monumento dedicato a Ivan IV