La delusione di Messi (ansa)

Argentina-Croazia 0-3: Rebic, Modric e Rakitic affondano Messi

La squadra di Dalic si prende gli ottavi: Caballero regala il vantaggio, perla del giocatore del Real e il sigillo finale di quello del Barcellona. Ai sudamericani serve un miracolo

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NIZHNY NOVGOROD - Un altro rigore, peggio di un rigore, mette al tappeto l'Argentina, travolta dalla Croazia nella città dove nacque Gor'kij, un drammaturgo. Degno di una vera tragedia teatrale ciò che accade all'Argentina, cui cade definitivamente il mondo addosso. Succede in apertura di ripresa, un rigore difensivo l'errore fatale di Caballero che regala palla a Rebic e la girata dell'ex attaccante viola non lascia scampo alla nazionale Albiceleste. E' come un altro rigore, dopo quello sbagliato da Messi con l'Islanda. Anzi peggio. Perché l'Argentina si sfalda, smette di giocare a pallone, sebbene ci sia tutto il tempo di rimediare. Triste y solitario final,  un tristissimo tango. Con un punto in due partite il Mondiale è appeso ad un filo, la Croazia (due vittorie su due) è già agli ottavi.

E Messi? diranno tutti. C'è in effetti un "dieci" che è grande protagonista. Il "grande dieci" del match, si chiama Luka Modric - vero uomo squadra, capace di arretrare sulla linea mediano, per recuperare i palloni e illuminare le ripartente chirurgiche di una squadra, la Croazia, che difficilmente sbaglia i grandi appuntamenti. Se non l'abbiamo ancora vista brillare nelle competizioni mondiali per nazioni, forse, è per un difetto di concentrazione quando i compiti sono più semplici, almeno sulla carta. E' il minuto ottavo della ripresa. 
Ma non sarebbe giusto dimenticare i meriti della Croazia che, al contrario, è l'elogio della ragione, non cade nelle provocazioni, si compatta e aspetta.  Nel primo tempo il migliore in campo non lo trovate nelle due formazioni schierate, ma c'è, con tutte e due le magliette. Indesiderato. Si chiama Tensione. Tutti i brividi passano dalle sue parti, da questo giocatore che in match di questi livelli diventa un compagno di squadra indesiderato. Ne sa qualcosa, per primo, il duo Caballero-Tagliafico, passaggio corto del primo che costringe il secondo a tentare... un tunnel in area di rigore, su Mandzukic. Follia pura ma gli va bene. Ma Tensione gioca anche nel campo croato, Vrsaliko tiene la posizione in area aspettando l'uscita di Subasic, lunghi istanti, fino a che il portiere non ci arriva e tocca con la punta del piede il pressante Acuna: la palla schizza su Perez che in spaccata prova a indovinare l'angolo. Fuori. Poi Tensione stuzzica Rebic che sembra fare di tutto per finire anzitempo il suo match, durissima l'entrata sul calcagno di Mercado.

Solo due occasioni venute traducendo in tiri azioni in linea. Entrambi per la Croazia che apre il tempo con un diagonale ravvicinato di Perisic, smanacciato in angolo da Caballero e lo chiude prima del riposo col solito Rebic pescato in modo superbo da Modric (uno che si direbbe aver sbagliato partita), tiro dal limite anche con una certa libertà: al piccione.
Sampaoli ha schierato una squadra a tre dietro, bocciato il pupillo Rojo  colpito da letargia con l'Islanda, ma aiutata da Mascherano che nel centrocampo a cinque arretra molto. Messi si vede poco, i croati muniscono bene gli spazi tra le linee prediletti dal fuoriclasse. Più libertà di manovra sui lati, puntando sul lato debole, quello dove opera Strinic, perché Vrsaliko dalla parte opposta fa bene tutte e due le fasi. La Croazia arretra e poi riparte a tutta velocità quando entra in possesso palla. Non c'è forza dei nervi distesi, però. E si vede. Primo tempo schizofrenico. 
L'esultanza di Modric al gol del 3 a 0 di Rakitic (afp)
Ma il peggio deve ancora venire. Il peggio è la palombella sbagliata da Caballero, harakiri argentino. Perde la tramontana Sampaoli, che si agita come una palma nella sua area tecnica, sbraita, in piena crisi di nervi. I cambi che ne seguono sono incomprensibili, tatticamente salta ogni progetto, la squadra smette di giocare di squadra. Esce Aguero, entra Higuain, entrano Pavon e Dybala, ma sì, Sampaoli li mette dentro tutti, i giocatori d'attacco, lasciando che l'Argentina  frani in mezzo, dove il solo Mascherano prova a tessere uno straccio di gioco manovrato. Ognuno gioca per sè. Una sola occasione, ravvicinata, sui piedi di Messi, con Subasic a mettere in angolo. Più nulla. E allora nel finale comincia lo show croato. Modric complta la partita perfetta con un tiro dal limite che si infila chirurgicamente nell'angolino basso. E poi Rakitic (colpito in precedenza a terra da Otamendi, fallo da espulsione non rilevato) prima colpisce l'incrocio dei pali con una magistrale punizione, poi si infila come un coltello nel burro, quel che resta della difesa albiceleste e completa la mattanza. Nonostante tutto, l'Argentina non è fuori. Anzi no, lo è: fuori di testa.

Argentina-Croazia 0-3 (0-0)
Argentina (3-4-2-1): Caballero, Tagliafico, Otamendi, Mercado, Acuña,  Mascherano, Pérez (23' st Dybala), Salvio (11' st Pavon), Meza, Messi, Agüero (9' st Higuain) (1 Guzmßn, 4 Ansaldi, 5 Biglia, 6 Fazio, 7 Banega, 11 Di María, 12 Armani, 16 Marcos Rojo, 20 Lo Celso). Ct: Sampaoli.
Croazia (4-3-2-1):  Subasic, Lovren, Vida, Strinic, Vrsaljko, Rebic (12' st Kramaric), Brozovic, Perisic, Rakitic, Modric, Mandzukic (15 Caleta-Car, 22 Pivaric, 5 Corluka, 13 Jedvaj, 14 F. Bradaric, 19 Badelj, 8 Kovacic, 20 Pjaca, 1 Livakovic, 12 Kalinic). Ct.: Dalic.
Arbitro: Irmatov (Uzb)
Reti: nel st 8' Rebic, 35' st Modric, 46' st Rakitic
Angoli: 5-2 per la Croazia
Recupero: 2' e 4'
Ammoniti: Rebic, Mercado, Mandzukic e Vrsaljko Var: 0