Economia

Il Garante dà lo stop alla pubblicità occulta: le stelle dei social siano trasparenti

Fedez, la Ferragni, Anna Tatangelo e Belen Rodriguez sono i destinatari - tra gli altri - di una lettera dell'Antitrust. "Se avete contratti di sponsorizzazione o se ricevete prodotti gratuiti, siete obbligati a usare hashtag che avvisino i vostri fan e i navigatori"

1 minuti di lettura
ROMA - Le stelle dello spettacolo hanno il diritto di firmare contratti pubblicitari e di mostrare capi di abbigliamento sui loro account social. Ma i fan - e i navigatori in genere - devono sapere che questi artisti hanno in essere una sponsorizzazione a pagamento oppure che ricevono vestiti in regalo segnalandone in cambio la marca.

Il Garante della Concorrenza e dei consumatori (l'Antitrust) precisa quest'obbligo in una serie di lettere che ha spedito tra gli altri a Fedez, alla Ferragni, ad Anna Tatangelo, a Melissa Satta e a Belen Rodriguez; come anche ad alcuni primari brand dell'abbigliamento come Alberta Ferretti e Adidas.
.
Queste lettere - che hanno la forma di "moral suasion", di segnalazioni amichevoli - ricordano agli artisti che sono tenuti a rispettare il Codice del Consumo. E' il testo di regole che vieta forme di pubblicità occulta anche sui social.

Anzi: il divieto è ancora più forte visto che questi "influencer" - forti di decine di migliaia di follower - possono condizionare le decisioni di acquisto dei giovani e dei giovanissimi quando mostrano approvazione per una gonna, un paio di scarpe, degli occhiali firmati.

Il Garante spiega alle star della Rete che - in caso di prodotti regalati o di contratti pubblicitari in essere - devono utilizzare degli hashtag di preavviso. Del tipo: sponsorizzazione, spot, pubblicità, inserzione a pagamento, advertising, prodottofornitoda. Soluzione che qualcuno degli artisti "diffidati" usa in verità, evidentemente non sempre.

Nelle sue lettere, l'Antitrust svela ai consumatori le tecniche che - a volte - la pubblicità occulta mette in campo. Svariati artisti sembrano utilizzare i loro account per una conversazione tutta privata con gli ammiratori. Le fotografie appaiono spontanee, naturali, sono realizzate con tecniche non sofisticate.

Tutto questo in realtà veicola in forme non trasparenti un messaggio pubblicitario che, capita, è rafforzato da marchi in bella vista oppure da commenti enfatici sulle qualità dell'oggetto. Il fenomeno prende forma in social network che - sottolinea il Garante - sono soprattutto Facebok, Twitter, Instagram, YouTube, Snapchat, MySpace. Quelli insomma che ognuno di noi utilizza.

@aldofontanarosa