Economia

Fca: con l'ecotassa salta il piano di investimenti in Italia

Manley e Gorlier non vanno all'incontro con Regione e comune. Hanno spiegato in una lettera che l'introduzione del bonus/malus a vantaggio delle auto ibride e a svantaggio di quelle con alimentazione tradizionale finirebbe per far saltare il piano di investimenti in Italia

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TORINO - L'ecobonus grillino fa saltare il piano industriale di Fca per gli stabilimenti italiani. Lo avrebbero scritto i vertici della multinazionale torinese in una lettera indirizzata questa mattina al presidente del Consiglio Regionale del Piemonte che aveva organizzato una seduta invitando Mike Manley e Pietro Gorlier a parlare delle prospettive di investimento nel torinese. Dopo due giorni di incertezze Manley e Gorlier hanno declinato l'invito spiegando che l'introduzione del bonus/malus a vantaggio delle auto ibride e a svantaggio di quelle con alimentazione tradizionale, finirebbe per far saltare il piano. La riunione di martedì a Roma alla presenza di Di Maio e di tutte le associazioni della filiera automotive ha finito per peggiorare la situazione.

Il testo della lettera

"La realizzazione del piano industriale per l'Italia prevede entro il periodo 2019-2021 un ammontare di investimenti pari a 5 miliardi di euro per i il lancio di 13 nuovi modelli o restlyling di modelli esistenti nonché nuove motorizzazioni con impiego diffuso di tecnologia ibrida ed elettrica", si legge nella lettera firmata da Pietro Gorlier. "Il piano industriale incluso l'impegno per il Piemonte mira a fare evolvere gli impianti produttivi verso queste nuove tecnologie, installando e aggiornando le piattaforme produttive". "Questo piano che tra l'altro prevede la produzione della futura Fiat 500 elettrica ed il rinnovamento dei modelli Masrerati Lievante, Quattroruote e Ghibli a Mirafiori, riteniamo garantirà progressivamente il raggiungimento della piena occupazione", si legge ancora nella missiva.

"Come senz'altro sapete negli ultimi giorni lo scenario a tendere del settore è stato significativamente modificato da interventi sul mercato dell'auto in discussione all'interno della Legge di bilancio che a nostro avviso alterano l'intero quadro di azione, all'interno del quale il piano dell'Italia era stato delineato".

La nota esce dopo che Fca ha sottolineato di aver partecipato al tavolo presso il Mise e dove ha evidenziato il significativo impatto sul mercato delle misure proposte. "È un fatto certo che il sistema di bonus-malus, qualora attuato secondo l'impianto approvato in prima lettura alla Camera, inciderà significativamente sulla dinamica del mercato, in una fase di transizione del settore, costruttori e filiera, estremamente delicata, modificando le assunzioni alla base del nostro piano industriale".

Fca interviene duramente e dice che "se tale intervento fosse confermato fin dal 2019 si renderà necessario un esame approfondito dell'impatto della manovra e un relativo aggiornamento del piano annunciato". Per questi motivi la società ha declinato l'invito a discutere delle politiche del gruppo presso il consiglio regionale del Piemonte.

I prossimi passi

Il governo non ha fornito alcuna garanzia che l'emendamento, firmato dai 5stelle Dell'Orco e Crippa, venga ritirato. Se la proposta diventerà legge, dal 1 gennaio una Panda pagherà un minimo di 300 euro di tassa. E in queste condizioni, dicono in Fca, gli investimenti previsti dal piano sono a rischio. 

Le auto - acquistate dal primo gennaio 2019 al 31 dicembre 2021 - vengono scontate, se emettono fino a 90 grammi di anidride carbonica per chilometro: non solo elettriche e ibride, ma anche a metano e persino diesel, le più inquinanti quanto a polveri sottili. Il bonus da 1.500 a 3 mila euro viene scalato dal concessionario sul prezzo finale. Le auto che invece emettono dai 110 g/km in su di CO2 sono divise in 9 categorie e colpite da un'imposta progressiva da 150 a 3 mila euro, a carico però dell'acquirente che dovrà pagare con l'F24.