Esteri

Wikileaks, Assange cambia idea: non si consegnerà agli Usa

Da sinistra: Chelsea Manning, Julian Assange ed Edward Snowden 
Dopo l'annuncio della prossima scarcerazione concessa dal presidente americano a Manning sembrava che la vicenda fosse ad una svolta. Ora l'ennesimo colpo di scena. Uno dei legali: "Voleva la grazia e la scarcerazione immediata"
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NEW YORK - Dietrofront di Julian Assange: non si consegnerà alle autorità Usa come promesso. A The Hill, uno dei legali di Assange, Barry Pollack, ha detto che il fondatore di Wikileaks ha accolto positivamente la decisione di Obama di ridurre la pena per Chelsea Manning, "ma è meno di quanto volesse: la grazia e la scarcerazione immediata". In precedenza, un'altra legale di Assange, Melinda Taylor, citata dall'account Twitter di Wikileaks, aveva fatto sapere che il giornalista era "fermo su tutto ciò che ha detto".

Assange la scorsa settimana aveva promesso di consegnarsi agli Usa se Barack Obama avesse concesso la grazia a Chelsea Manning. E ieri è arrivata la notizia della decisione del presidente uscente di commutare la pena all'ex analista dell'intelligence militare, che sarà liberata il prossimo 17 maggio, dopo sette anni di carcere. Una decisione che Sean Spicer, il futuro portavoce di Donald Trump alla Casa Bianca, ha definito "deludente".

Obama. "Visto l'esito del processo Chelsea Manning si è assunta la responsabilità del suo crimine e ha scontato una dura pena. Ma la sentenza è stata spropozionata rispetto a quelle di altre persone che si sono macchiate degli stessi crimini", ha spiegato il presidente Obama nella sua ultima conferenza stampa, aggiungendo che dunque "aveva un senso per me commutare la pena, che non è un'amnistia". "E - ha aggiunto - sono fiducioso che sia stata fatta giustizia". "Non presto molta attenzione alle dichiarazioni di Assange - ha poi aggiunto - e rimando al dipartimento di Giustizia qualsiasi indagine su di lui".

La fuga di documenti. Nel 2010 Manning (allora Bradley Manning, prima di affrontare la transizione verso il sesso femminile) è stata condannata al carcere per aver consegnato ad Assange, che poi li pubblicò su Wikileaks, decine di migliaia di documenti segreti legati alla guerra americana in Iraq. Tra questi quelli che dimostravano le morti di civili avvenute in un attacco a Bagdad e tenute nascoste. I dati contenevano anche 250.000 cablogrammi di diplomatici destinati alle ambasciate americane nel mondo con elementi su Guantanamo, Iraq e Afghanistan. Manning ha deciso di renderli pubblici per iniziare una "discussione, un dibattito e una riforma a livello mondiale", ha lei stessa ammesso nel corso del processo. I documenti sono stati pubblicati da Wikileaks in collaborazione con il New York Times.

Manning in Iraq ha lavorato come analista d'intelligence, cosa che le ha permesso di accedere a un network criptato con informazioni militari Usa. Ha poi copiato centinaia di migliaia di dispacci militari dell'Iraq e dell'Afghanistan, rivelando la cattiva condotta dell'esercito nei confronti dei detenuti iracheni: soprattutto abusi negli interrogatori. I documenti mostrano anche il tentativo di coprire il vero numero di morti civili.

L'ex analista  - 29 anni, arrestata in Iraq in una base militare Usa - era stata accusata di reati contro la sicurezza nazionale e per questo avrebbe dovuto restare in prigione fino al 2045. La decisione di Obama - che arriva a due giorni dalla fine della sua presidenza - rappresenta un importante passo. Soprattutto perché la trans ha provato due volte a suicidarsi e le sue condizioni di salute sono visibilmente deteriorate negli ultimi anni. Manning continua ad essere detenuta nel carcere militare maschile di Fort Leavenworth in Kansas. Snowden e il Datagate. Oltre allo stesso Assange, la notizia della grazia è stata salutata positivamente anche da Edward Snowden, l'informatico che aveva rivelato il programma di spionaggio dell'Nsa dando il via al Datagate: "Voglio dirlo con cuore aperto e sincero, grazie Obama". Ma per Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, le due questioni sono molto diverse: "Chelsea Manning è una persona che è passata attraverso il processo della giustizia militare, è stata processata, è stata riconosciuta colpevole, condannata per i suoi crimini e ha riconosciuto di aver agito in modo illecito. Snowden è fuggito nelle mani di un avversario e ha trovato rifugio in un Paese che di recente ha fatto sforzi per minare la fiducia nella nostra democrazia", ha detto Earnest. Infine il portavoce ha fatto notare che mentre Manning ha diffuso documenti che "hanno danneggiato la sicurezza nazionale", quelli resi pubblica da Snowden sono "molto più gravi e molto più pericolosi".

La promessa di Assange. "Grazie a tutti voi che avete sostenuto la campagna per la grazia di Chelsea Manning. Il vostro coraggio e determinazione hanno reso possibile l'impossibile", ha detto stamane Assange ringraziando gli attivisti che hanno partecipato alla campagna in favore di Manning. Nel messaggio, il fondatore di Wikileaks, ha definito la soldatessa "un'eroina" e ha chiesto che si ponga fine alla guerra contro gli editori che hanno denunciato gli abusi, non ha però fatto alcun riferimento alla sua promessa di lasciare l'ambasciata dell'Ecuador a Londra dove è rifugiato dal 2012 e consegnarsi agli Usa. La Svezia reclama da tempo l'estradizione di Assange per chiarire il suo presunto coinvolgimento in quattro casi di abuso sessuale che il giornalista ha sempre negato.

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Le reazioni. Sono diverse e contrastanti le reazioni alla decisione del presidente Usa di cancellare gran parte della pena di Chelsea Manning. Le parole più dure di critica sono arrivate dal fronte repubblicano. In particolare lo speaker della Camera dei rappresentanti, il deputato del Gop Paul Ryan, ha detto che "questo è vergognoso, il tradimento di Chelsea Manning ha messo in pericolo la vita di americani ed esposto alcuni dei segreti più importanti della nazione". Il politico ha inoltre affermato che si corre il rischio di creare un "pericoloso precedente" e di inviare il segnale che "chi compromette la nostra sicurezza nazionale non dovrà pagare per questo".

Tra gli scontenti, rivelano diversi report, ci sarebbe anche il segretario alla Difesa Ashton Carter, in disaccordo con la decisione di Obama. Il capo del Pentagono, ha scritto The Hill, "non ha sostenuto" la riduzione della condanna a Manning.

Soddisfazione per la decisione della Casa Bianca è stata espressa anche dai difensori dei diritti civili. La condanna per Manning era "sproporzionata" secondo Maria Mcfarland Sanchez-Moreno, della divisione americana di Human rights watch. "Il messaggio che è stato inviato con una sentenza così lunga - ha detto alla Cnn - era che le persone che rilasciano informazioni classificate, anche se vengono rilasciate nell'interesse pubblico, anche se non causano gravi danni, saranno perseguite. Ciò potrebbe avere l'effetto di 'congelare' l'attività di altri informatori che potrebbero avere informazioni da rivelare su abusi, violazioni dei diritti umani, frodi e corruzione". 

Negli ultimi giorni Obama ha concesso 209 commutazioni di pena e 64 grazie. Il presidente uscente ha ridotto le pene a 1.385 persone, la maggior parte delle quali hanno commesso crimini minori, soprattutto legati allo spaccio di droghe. Si tratta della presidenza Usa che ha concesso più condoni e più sconti di pena: per fare un esempio diretto George W. Bush nei suoi otto anni ha commutato le pene a 11 detenuti e ne ha graziati 189.