Esteri

Gerry Adams, con Brexit salteranno accordi per pace Ulster

Il presidente dello Sinn Fein, il partito cattolico indipendentista nord-irlandese ha dichiarato a rischio i patti del 1998: "Le intenzioni del governo May, atto ostile verso l'Irlanda del Nord"

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LONDRA – Si apre una nuova crepa nella Brexit. Gerry Adams, presidente dello Sinn Fein, il partito cattolico indipendentista nord-irlandese, ha dichiarato stamane che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea minaccia di “compromettere” e distruggere gli accordi di pace del 1998 in Irlanda del Nord, riportando in primo piano la questione della riunificazione della regione con la repubblica d’Irlanda. Adams ha definito l’intenzione del governo di Theresa May di realizzare la Brexit come “un atto ostile” verso l’Irlanda del Nord, che nel referendum britannico del giugno scorso ha votato 56 a 44 per cento per rimanere nella Ue.
 
“E’ un atto ostile non solo perché ricrea un confine fra Irlanda del Nord e Irlanda che era stato abolito dagli accordi di pace, ma per il suo impatto complessivamente negativo su tali accordi”, ha spiegato il presidente dello Sinn Fein parlando a un convegno sul futuro dell’isola a Dublino. Gli accordi del ’98, sottolinea Adams, contengono una serie di patti sui diritti umani che verrebbero a cadere se il Regno Unito non riconoscesse più la Corte Europea dei Diritti Umani, come accadrà dopo la Brexit. “C’è oggi una nuova opportunità per perseguire la riunificazione dell’Irlanda”, afferma il leader dello Sinn Fein.
 
Le sue parole assumono un particolare significato perché il governo autonomo congiunto nord-irlandese è caduto nei giorni scorsi e sono state indette nuove elezioni per il 2 marzo. Non è chiaro se dalle urne emergerà una coalizione fra cattolici e protestanti, ovvero tra indipendentisti e unionisti, in grado di governare di nuovo insieme la regione. Ma il vice-premier Martin McGuinness, l’ex-comandante dell’Ira, l’esercito clandestino indipendentista, e dirigente dello Sinn Fein che con le sue dimissioni ha innescato la crisi politica in corso, ha detto prima di andarsene che l’obiettivo del partito rimane invariato: ricreare un’Irlanda unita e sovrana. E nel frattempo in Irlanda del Nord è ricominciata la violenza: è stata trovata una bomba che avrebbe potuto fare una strage di poliziotti; un uomo è stato azzoppato da fucilate alle gambe da un gruppo paramilitare. Un’eco dei Troubles, il trentennio di guerra civile che ha insanguinato l’Ulster, facendo più di 3 mila morti e portando attentati fino a Londra.
 
Cosi, oltre alla minaccia di un nuovo referendum per l’indipendenza della Scozia, anche l’Irlanda del Nord potrebbe cercare di organizzarne uno. E la Brexit, oltre a portare la Gran Bretagna fuori dall’Europa, potrebbe rendere la Gran Bretagna molto meno grande.