Esteri

Il leader dell'opposizione Alexey Navalny in tribunale a Mosca (ap)

Russia, Navalny condannato a 15 giorni di carcere: "Un giorno noi giudicheremo loro"

Il blogger oppositore di Putin, arrestato durante una protesta contro la corruzione, dovrà versare anche una multa di 330 euro. Ue e Usa: "Liberate tutti i fermati". Il Cremlino: "Quella manifestazione era una provocazione". Salvini: "Montatura mediatica. Vladimir non è un dittatore"

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"VERRA' il giorno in cui noi giudicheremo loro, ma quel giorno lo faremo in maniera onesta". È il tweet corredato da un selfie di Alexey Navalny, il blogger 'anti-Putin' arrestato ieri a Mosca insieme ad altre centinaia di persone e comparso questa mattina in tribunale dopo aver trascorso la notte in cella.

Il leader dell'opposizione russa, già finito altre volte  Le proteste sono state bollate dal portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, come una "provocazione e una menzogna". Secondo Peskov, lo stesso Navalny "ha palesemente mentito" dicendo che si trattava di manifestazioni "legali". Poi l'accusa più velenosa: "Abbiamo delle informazioni riguardo al fatto che dei minorenni hanno partecipato alle manifestazioni di Mosca dietro la promessa di ricompense finanziarie", ha aggiunto Peskov, precisando le accuse del governo si baserebbero "su dei fatti".

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"Le manifestazioni di ieri, soprattutto quelle che si sono svolte nelle regioni più remote, dove non si vedevano dagli anni Ottanta, prima di tutto mostrano come sia completamente artificiale il famoso 84 per cento di popolarità" di Vladimir Putin, ha detto il leader del movimento anticorruzione. "Se migliaia di persone partecipano a manifestazioni non autorizzate a vuol dire che milioni le sostengono - ha detto al Washington Post via via Facebook - questo conferma che le persone si faranno avanti per votare una persona con le mie posizioni". Manifestazioni ieri anche in Siberia, negli Urali e nell'Estremo Oriente russo. "La nostra richiesta di permettermi di candidarmi ha acquistato ancora più autorità", ha rivendicato il blogger nella stessa dichiarazione.
 
Dopo l'arresto, la polizia ha fatto irruzione nell'ufficio della Fondazione anticorruzione di Mosca, sequestrando computer ed altro materiale. Lo ha dichiarato sempre al quotidiano americano il portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, mentre un avvocato ha detto che sono 13 i dipendenti della Fondazione che sono stati arrestati.

Le accuse a Medvedev. Navalny, 40 anni, avvocato, ha cominciato ad aprire sedi elettorali in diverse città dopo che a febbraio scorso ha annunciato che avrebbe presentato la sua candidatura alle presidenziali del prossimo anno. Nel 2013 era stato condannato a cinque anni di reclusione per appropriazione indebita nel caso Kirovles, ma il mese scorso la Corte Suprema russa ha annullato la condanna e ha ordinato un nuovo processo presso il tribunale distrettuale di Kirov. Per il momento il blogger è quindi libero di partecipare alle elezioni.

In un recente film-inchiesta pubblicato su YouTube, lungo 59 minuti e che ha avuto oltre 10 milioni di visualizzazioni, Navalny ha accusato il premier Dmitri Medvedev di essere l'uomo più corrotto della Russia, sostenendo che attraverso società ufficialmente non a scopo di lucro abbia costruito una sorta di piccolo impero fatto di ville, terreni, yacht e persino un'impresa vitivinicola in Toscana per un valore totale di 1,2 miliardi di dollari.

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Migliaia di fermati. Nella sola Mosca, sono oltre mille i manifestanti arrestati e portati nei distretti di polizia. Lo rivelano fonti citate dal sito dell'Interfax, sottolineando che si trattava di una "dimostrazione non autorizzata". Secondo quanto riporta il sito Moscow Times, che cita il gruppo per i diritti umani Ovd-Info, in totale sono state 1400 le persone fermate ieri. Le manifestazioni più imponenti si sono avute a Mosca, con oltre 8mila dimostranti, e a San Pietroburgo, con 10mila manifestanti scesi in piazza per dire basta al governo del presidente Putin e del premier Medvedev, accusati di corruzione.

La denuncia dei giornalisti. Il presidente dell'Unione dei giornalisti di Mosca, Pavel Gusev, ha denunciato che "gli ufficiali di polizia hanno violato il diritto costituzionale dei giornalisti a raccogliere informazioni" fermando alcuni di loro durante le proteste di ieri. "L'Unione dei giornalisti di Mosca - ha dichiarato Gusev - ha un accordo con il dipartimento di polizia per gli accrediti speciali dei giornalisti che coprono eventi pubblici. I nuovi capi del dipartimento di polizia cittadino o non ne sono a conoscenza o lo hanno ignorato per una qualche ragione". Tra le centinaia di persone fermate ieri a Mosca, ci sono stati almeno due giornalisti: Aleksandr Plushchev di Radio Eco di Mosca, e Alec Luhn del Guardian.
 

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Le reazioni. Nella notte sono arrivate le prime - durissime - reazioni internazionali. Gli Usa "condannano fermamente gli arresti", e "chiedono al governo russo di rimettere subito tutti in libertà". Lo afferma in una nota Mark Toner, portavoce del dipartimento di Stato Usa, sostenendo che "fermare dei manifestanti pacifici, degli osservatori dei diritti dell'uomo e dei giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali".

E arriva anche la presa di posizione ufficiale dell'Unione Europea, che ha chiesto alla Russia di liberare "senza indugio i manifestanti pacifici" fermati ieri. "Le operazioni di polizia nella Federazione russa hanno impedito di esercitare le loro libertà fondamentali, fra cui la libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, che sono iscritte nella costituzione russa", ha affermato un portavoce dell'Ue in un comunicato.

Il governo tedesco giudica "incomprensibili e preoccupanti" gli arresti. Lo ha detto il portavoce dell'esecutivo Steffen Seibert nella consueta conferenza stampa del lunedì. La Russia si riconosce nei diritti di manifestazione sanciti dal Consiglio d'Europa e dall'Ocse, ha aggiunto Seibert, per cui Berlino si attende che la maggior parte degli arrestati venga subito liberata. "Preoccupazioni" sono state espresse anche per la situazione in Bielorussia.

"Nel pieno rispetto della sovranità russa e delle sue leggi, non posso che riconoscermi nella posizione espressa dall'Ue e ribadire la nostra fede nei principi di libera manifestazione del pensiero regolato dalle convenzioni internazionali", ha detto il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano, in visita a Mosca, nella conferenza stampa congiunta con il collega russo Sergey Lavrov.
 

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Mosca incassa il plauso di Matteo Salvini. Il leder leghista dà seguito alle sue manifeste simpatie pro Putin: "Mi sembra esagerato creare novelli eroi. È l'ennesima montatura mediatica. Io sono per la libertà di pensiero. E sono sempre per le manifestazioni autorizzate. Ma non mi sembra che questa sia stata autorizzata". E di Navalny dice: "E' uno dei tanti che si oppone a Putin e considerarlo un dittatore mi fa sorridere. Tra Putin e l'Europa - aggiunge - come potrei scegliere questa Europa?".

La replica di Mosca. Ma le critiche di Bruxelles e Washington sono state rispedite al mittente dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: "Non possiamo essere d'accordo con questo appello - ha detto -. Pertanto, in questo caso non possiamo prenderlo in considerazione".

Riferendosi alla presenza di molti giovani tra i manifestanti, Peskov ha quindi dichiarato che le autorità russe non possono "trattare con rispetto coloro che coscientemente hanno provocato confusione tra i minorenni facendo richiami e promettendo qualche ricompensa per partecipare a un'azione non autorizzata in un luogo non concordato, mettendo quindi in pericolo la sicurezza e la vita stessa di questi bambini e minorenni. Non possiamo essere d'accordo con questo, non lo possiamo trattare con rispetto".

Peskov ha anche sottolineato che Mosca non ha intenzione di ascoltare gli appelli internazionali: "Gli obblighi del Consiglio d'Europa non indicano la necessità di infrangere le proprie leggi", ha detto secondo quanto riporta l'agenzia di stampa statale Tass. Tuttavia, ha aggiunto Peskov, il governo russo potrebbe prendere in considerazione le richieste dei manifestanti fermati durante la manifestazione.
 

Il portavoce del Cremlino ha inoltre sottolineato che dichiarato che le forze di polizia si sono comportate in modo "assolutamente corretto, altamente professionale e legale". "Il Cremlino - ha affermato Peskov - rispetta la posizione civica delle persone e rispetta il diritto a esprimere tale posizione, ma con rispetto noi trattiamo i casi in cui questa posizione civica viene espressa nel modo previsto dalla legge vigente e nei luoghi concordati secondo le nostre leggi, perché non possiamo dimostrare lo stesso rispetto per quelli che coscientemente confondono le persone e per quelli che lo hanno fatto ieri e l'altro ieri provocando azioni illegali".