Esteri

Usa, un altro giudice blocca decreto di Trump contro le città pro-migranti. E stop ai fondi per il Muro col Messico

La guerra dell'amministrazione contro le 'città santuario', da New York a Los Angeles: la Casa Bianca minacciava di tagliare i finanziamenti a chi accoglieva e riconosceva la residenza. Il capo dello staff della Casa Bianca, Rience Priebus: "I giudici stanno dando i numeri". Pronto il ricorso
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Un giudice federale di San Francisco ha bloccato il decreto con il quale Donald Trump avrebbe voluto togliere fondi alle grandi città che accolgono e proteggono gli immigrati. Per il presidente Usa si tratta di un nuovo stop giudiziario sul tema dell'immigrazione, dopo il freno al "Muslim ban", la norma che impediva l'ingresso nel Paese alle persone provenienti da sei paesi a maggioranza musulmana. In questo caso, il provvedimento del giudice riguarda l'iniziativa sulle cosiddette 'città santuario', le grandi metropoli come New York e Los Angeles alle quali l'amministrazione Trump ha minacciato tagli finanziari se non collaborano con le autorità federali circa la stretta sull'immigrazione illegale. A presentare ricorso contro il decreto sono state due contee californiane, San Francisco e e Santa Clara, che avrebbero rischiato di perdere miliardi di dollari.

Tali contee  "hanno un forte interesse nell'evitare l'incostituzionale applicazione a livello federale e la significativa incertezza di bilancio che è emersa dal minaccioso linguaggio dell'ordine", ha sottolineato il giudice William H. Orrick nel motivare la sua decisione. La 'guerra' alle città santuario dichiarata da Trump era stata ribadita nelle scorse settimane dal responsabile della Giustizia, Jeff Session, con un duro monito rivolto alle municipalità: o collaborano con gli agenti federali e seguono le indicazioni dell'amministrazione, o perderanno i fondi federali. Da parte dell'amministrazione era arrivata anche la minaccia di recuperare le somme già versate.

Ora la decisione del giudice fa infuriare la presidenza, che annuncia già un controricorso in Appello. I giudici, ha sbottato il capo dello staff della Casa Bianca, Rience Priebus, "stanno dando i numeri". E il dipartimento di Giustizia ha sottolineato che il blocco non ferma l'amministrazione dall'applicare la legge sull'immigrazione. Nello specifico si continuerà ad applicare la legge federale che vieta alle comunità di impedire segnalazioni alle autorità federali sullo status di individui in tema di immigrazione.

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Fin dalla campagna elettorale Trump aveva messo nel mirino Stati e comunità locali che riconoscono la residenza agli immigrati irregolari, evitando loro il rimpatrio forzato nel Paese d'origine. Con la residenza viene riconosciuto anche l'accesso ai servizi sanitari, sociali e all'istruzione per i minori.

E poche ore dopo a Trump arriva un altro stop che brucia. Non sono entrati per ora nel budget statale i fondi per la costruzione del muro tra Stati Uniti e Messico che tanto piace alla Casa Bianca. Anche se il presidente Usa aveva garantito che la costruzione sarebbe stata tutta a carico dei messicani, si parla della richiesta ufficiale al Congresso da parte del ministero competente di circa un miliardo di dollari, per le prime 62 miglia di muraglia, poco più di 100 chilometri.  Un pezzettino iniziale: 62 miglia (esattamente 100 chilometri), sono la tratta per la quale il ministero competente (Department of Homeland Security) richiederà un miliardo di dollari.
Al momento , "i finanziamenti non saranno inseriti nella manovra di aggiustamento di bilancio che deve essere approvata entro la mezzanotte di venerdì", ha confermato a Fox News  la consulente del presidente Usa, Kellyanne Conway, ma il muro rimane una "priorità molto importante".

E anche Donald Trump ha precisato su Twitter che il progetto, fulcro della sua campagna elettorale, non si ferma: "Non fatevi dire dai media fasulli che ho cambiato idea sul muro". "Sarà costruito e fermerà droga e traffico di esseri umani", ha twittato il presidente americano.

Il progetto si sarebbe bloccato perchè i parlamentari democratici si sono rifiutati di accettare uno scambio in stile "io ti finanzio l'Obamacare tu dai il via libera ai finanziamenti per il muro". Secondo il direttore del bilancio della Casa Bianca Mick Mulvaney, intervistato dalla Cnn, la Casa Bianca aveva offerto di includere le sovvenzioni della riforma sanitaria dell'ex presidente se i democratici avessero accettato di finanziare il progetto al confine con il Messico. "Abbiamo detto 'ti compriamo un dollaro per ogni dollaro messo sui mattoni del muro, ma hanno detto di no", così Mulvaney.