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G7, il documento finale: Trump cede sul protezionismo, ma non arretra sul clima

(afp)
Sul tema dei cambiamenti climatici, per la Merkel si è trattato di un vertice "molto insoddisfacente". La linea di Trump prevale anche sul tema migranti. Gli Stati Uniti cedono anche sull'aumento delle sanzioni alla Russia, se non rispetterà gli accordi di Minsk
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TAORMINA - Angela Merkel non si è nascosta dietro a un dito: è stato un G7 "molto insoddisfacente" sul tema per lei cruciale dei cambiamenti climatici. Sin dai tempi di George W. Bush e del G8 di Heiligendamm di dieci anni fa, le hanno affibbiato il soprannome di "Klimakanzlerin", di cancelliera del clima, ma con Donald Trump è andata a finire contro un muro. Almeno, per ora. Nel comunicato finale è confermato lo schema "sei contro uno" che ha caratterizzato i negoziati: a parte gli Stati Uniti, che "non sono nelle condizioni di unirsi agli altri partner" sugli accordi di Parigi gli altri sei Paesi "riaffermano il loro forte impegno per una rapida applicazione dell'accordo di Parigi". Trump ha fatto sapere che deciderà "la prossima settimana". In ogni caso Merkel resta determinata a riproporre il tema al 'suo" G20 di Amburgo, a luglio. 

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Un secondo dossier su cui c'era stato uno scontro duro, "ma sempre civile", racconta una fonte diplomatica, lo ha ricordato la stessa Merkel: "Manterremo i nostri mercati aperti rifiutando il protezionismo, ma anche le pratiche commerciali scorrette", ha sottolineato. E dalla delegazione francese, sul punto del libero mercato, esultavano già nella tarda mattinata. Per il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il cedimento degli americani sul libero scambio segna dei "passi significativi", come ha commentato al termine del summit.

Dopo i disastrosi G7 e G20 finanziari degli scorsi mesi e la chiusura totale del Segretario al Tesoro Steven Mnuchin, è tornato l'impegno dei Sette Grandi a "combattere il protezionismo", insieme a quello di "mantenere aperti i nostri mercati". Nel comunicato finale, il caminetto del mondo liberale è riuscito a convincere Donald Trump, dopo un lungo braccio di ferro, a mantenere la promessa di una lotta al protezionismo. Ma la 'manina' americana si vede nell'aggiunta, nell'impegno a opporsi a "tutte le pratiche scorrette del commercio". Il duello tra Trump e Angela Merkel che ha dominato il palcoscenico del G7 sul surplus commerciale tedesco, è appena cominciato.

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Un'altra débacle, soprattutto per Merkel e Gentiloni, è invece la frase che riguarda l'immigrazione: i leader del G7 "riaffermano il diritto sovrano degli Stati, individualmente e collettivamente, a controllare i loro confini e a stabilire politiche nel loro interesse nazionale e per la sicurezza nazionale". E' la linea Trump dei muri e delle quote, specificatamente quella del suo consigliere politico, Miller, il "falco" del Muslim Ban. 

E' la linea che Gentiloni aveva cercato di sconfiggere, e contro cui si batte anche da anni la cancelliera 'dei profughi', convinti che sia necessario favorire piuttosto una politica della prevenzione, di sostegno dei paesi di origine. Non a caso, in quest'anno di concomitanza di presidenza tedesca del G20 e italiana del G7, l'Africa è diventato un tema centrale. E nella dichiarazione finale c'è l'accenno agli investimenti in Africa, che sono "un'importante strumenti per spingere gli investimenti nel continente". Per Gentiloni "il messaggio importante è che il G20 si concentrerà più sull'attrazione degli investimenti. Quello che conta è che l'Africa sia ancora al centro delle nostre agende".

Un altro passaggio importante, perché aveva creato enormi ansie in Europa, è quello che riguarda la Russia, dopo le minacce di Trump di sospendere le sanzioni verso Mosca. Fino a ieri notte era in discussione l'impegno, addirittura, ad "aumentare le sanzioni" se gli accordi di Minsk non saranno rispettati. Stamane le resistenze di Washington sono cadute e quella formulazione è sopravvissuta nella dichiarazione finale, insieme alla richiesta a Mosca e a Teheran di "fare di tutto per usare la loro influenza in modo da porre termine a questa tragedia", cioè alla guerra in Siria. Sempre riguardo al Paese di Assad c'è la promessa di "liberare dall'Isis i territori conquistati, in particolare Mosul e Raqqa". Infine, il G7 ipotizza di valutare nuove sanzioni alla Corea del Nord.