Esteri

Australia, abusi sessuali sui bambini. Il premier: "Una tragedia nazionale"

I 17 volumi del rapporto finale della Commissione (ap)
Così ha commentato il premier australiano Malcolm Turnbull, il rapporto finale della Commissione d'inchiesta sugli abusi ai minori
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I NUMERI sono impressionanti: 2559 accuse da quando è iniziata l'inchiesta nel 2013; 230 processi in corso: 41.770 chiamate per soccorso e 60mila sopravvissuti con diritto al risarcimento. L'Australia può essere definita a tutto titolo, il Paese con il numero più alto di abusi sui minori.

La commissione d'inchiesta incaricata di indagare, ha presentato in questi giorni il suo rapporto finale: 17 volumi redatti in quattro anni di inchieste. Lo scorso febbraio erano stati rivelati parzialmente i primi dati: il 7 per cento dei religiosi cattolici australiani è stato accusato di abusi sessuali su bambini tra il 1950 e il 2010 senza che nessuno sia finito sotto indagine. I minori che hanno denunciato le aggressioni sono stati ignorati e spesso puniti. In alcune diocesi la percentuale ha raggiunto il 15 per cento dei sacerdoti sospettati di pedofilia.
"Sono molto grato alla Royal commission per avermi dato la posssibilità di raccontare la mia storia. C'è una cosa che la chiesa cattolica non potrà mai aggiustare: mi ha rubato l'infanzia" 

Oltre 15mila persone hanno raccontato di abusi subiti nelle chiese, negli orfanotrofi, nei club sportivi e nelle scuole. La commissione reale ha ascoltato più di ottomila testimonianze. Molte di queste sono state pubblicate nel libro: "Messaggio all’Australia" .

"Per favore siate gentili con i bambini. Non dite bugie, dite sempre la verità quando i bambini vengono feriti come sono stato ferito io"
  

Eccone alcune (i nomi sono di fantasia):
Gerry Ann ha vissuto in un clima di paura nell'orfanotrofio in cui è cresciuta: "Quel periodo della mia vita mi ha rubato l'innocenza e ha gettato le basi di ciò che sono diventata: spaventata, pietrificata, impaurita, non degna, isolata, segregata, triste e costantemente sull'orlo del suicidio".

Brianna ha trascorso la sua infanzia in una casa famiglia. A cinque anni è stata più volte picchiata. Il suo padre adottivo la colpiva con una stecca da biliardo mentre la sorella si nascondeva sooto il tavolo. Sua 'madre' incoraggiava la sorella a dormire con il 'padre'.

La commissione ha dato al governo sei mesi per mettere a punto una risposta formale a quanto rivelato nel rapporto e un anno per consegnare una relazione sull'attuazione delle misure di prevenzione volute dai redattori del rapporto. Il premier australiano Malcolm Turnbull ha annunciato che creerà una task forzer per esaminare le raccomandazioni della commissione e coordinare le azioni da adottare. La lodato il coraggio delle vittime e dei loro parenti "che hanno avuto il coraggio di parlare e condividere le loro srtorie strazianti. Ha annunciato inoltre lo stanziamento di 52 milioni di dollari per l'assistenza delle vittime.

ll più alto rappresentante della chiesa cattolica in Australia, George Pell, da qualche mese volato nel continente per riferire degli abusi, è stato ascoltato tre volte dalla commissione di inchiesta e ha ammesso di aver "fallito" nella sua gestione dei preti pedofili nello stato di Victoria negli anni '70. E' stato incriminato lo scorso giugno per "reati di violenza sessuale" e a marzo si deciderà se ci sono prove sufficienti per procedere con il processo.

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La commissione ha inoltre chiesto alla chiesa cattolica australiana di svelare i reati sui minori qualora fossero rivelati in confessione. La richiesta è stata completamente scartata da Denis Hart, l'arcivescovo della diocesi di Melbourne, nello stato del Victoria. Nel corso di una conferenza stampa, il prelato ha dichiarato: "Se qualcuno dovesse confessare un crimine del genere non ne potrò rivelare i contenuti, ma mi rifiuterò di assolverlo".