Esteri

Siria-Turchia a un passo dallo scontro. Ankara minaccia: severe conseguenze

L'altolà di Erdogan ad Assad sulla possibilità di un intervento in difesa dei curdi ad Afrin. Il ministro degli Esteri russo, Lavrov: "Rispettare la sovranità di Damasco"

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Lo spazio per un intervento è sempre più ridotto: oggi l’artiglieria turca ha costretto un convoglio di rinforzi diretto verso Afrin a battere in ritirata, mentre Ankara continua a usare toni esasperati, minacciando “severe conseguenze” se i filo-governativi si schiereranno a fianco dei miliziani curdi Ypg. Ma sempre più mezzi e uomini dei gruppi sciiti filo-governativi stanno arrivando alla città, con l’intenzione di sostenere i curdi e contrastare l’avanzata turca.

Per ora non si parla di soldati governativi, ma è chiaro che le milizie sciite – che siano inquadrate nei corpi iracheni di Hashd el Shaabi o addestrate da Hezbollah, poco importa – sono solo un primo passo. L’ingresso dei turchi, con bombardieri, carri armati e truppe di terra, non può essere accettabile per Damasco e difficilmente Bashar Assad potrà mantenere il controllo del Paese senza far intervenire i militari governativi.
Nei prossimi giorni i rappresentanti di Russia e Iran arriveranno a Istanbul per cercare una soluzione concordata alla crisi, che sia accettabile per Damasco. Ma Mosca, per bocca di Sergheij Lavrov, ha già fatto sapere che la sovranità e l’integrità territoriale della Siria non si toccano. Il messaggio del ministro degli Esteri conserva una sfumatura di ambiguità: si parla di sovranità guardando all’intervento turco, ma l’accenno all’integrità potrebbe essere invece rivolto ai curdi, oltre che ovviamente al loro sponsor mai divenuto ufficiale, gli americani.

In altre parole, quello che verrà dall’appuntamento in Turchia potrebbe essere un primo passo per un raffreddamento della crisi, ma non è detto che le soluzioni ipotizzate siano gradite a tutte le parti. A sentire le fonti turche, il Cremlino è comunque molto “comprensivo” con la posizione di Ankara, tanto che sarebbe stato proprio un intervento di Putin a dissuadere Assad dall’invio, almeno per ora, delle truppe governative. Ne potrebbe essere una conferma l’offensiva delle truppe siriane governative contro Ghouta: il governo di Damasco può essere tentato di cogliere la “sosta” nell’impegno su Afrin per chiudere i conti con la sacca ribelle alla periferia della capitale. E i modi particolarmente sanguinosi con cui l’aviazione di Assad ricerca questo obiettivo, sembrano confermarlo. Ma ogni possibile “frenata” richiesta dai russi a Damasco non può che avere durata ed estensione limitate: per evitare un confronto reale fra Siria e Turchia, con concrete possibilità di escalation, le uniche soluzioni devono essere concordate. E in tempi rapidi.