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Catalogna, Alta Corte ordina l'arresto per Turull e altri 4 leader

Jordi Turull all'uscita della Corte Suprema (reuters)
L'accusa è di ribellione: rischiano fino a 30 anni di reclusione. La segretaria generale di Esquerra Republicana, Marta Rovira, lascia la Spagna per evitare l'arresto. Proteste e scontri a Barcellona
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Carcerazione preventiva per Jordi Turull, l'ex consellers del governo catalano indicato dai nazionalisti per sostituire Carles Puigdemont alla presidenza della Generalitat, e altri quattro esponenti della leadership che il 27 ottobre scorso dichiarò l'indipendenza unilaterale della Catalogna. Insieme a Turull vanno in carcere Raül Romeva, che era il ministro degli Esteri catalano, Carme Forcadell, che era la presidente del Parlamento, e altri due ex consellers, Josep Rull e Dolors Bassa. Mentre la segretaria generale di Esquerra republicana, Marta Rovira, ha evitato il carcere fuggendo ieri notte in esilio verso la Svizzera. È quello che ha deciso al termine di una giornata di interrogatori il giudice del Tribunale supremo, Pablo Llarena, su richiesta del procuratore dello Stato perché "ci sono il rischio di fuga e quello di una reiterazione del reato". Tutti sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di ribellione per il referendum illegale sull'indipendenza della Catalogna del primo ottobre 2017 e la successiva dichiarazione di indipendenza votata dal Parlamento regionale il 27 ottobre 2107. I leader nazionalisti catalani rinviati a giudizio per ribellione - reato che prevede fino a 30 anni di carcere - sono in tutto tredici.
 
Ci sono l'ex presidente Carles Puigdemont (in esilio in Belgio), l'ex vice presidente Oriol Junqueras (in carcere), sette ex consellers del governo catalano (Joaquim Forn, Jordi Turull, Raül Romeva, Clara Ponsati - in esilio in Scozia -, Josep Rull, Toni Comín - in esilio in Belgio - e Dolors Bassa), l'ex presidente del parlamento regionale Carme Forcadell, l'ex presidente dell'Anc Jordi Sánchez (in carcere), quello di Òmnium cultural Jordi Cuixart e la segretaria generale di Esquerra Republicana Marta Rovira. Quest'ultima non si è presentata alla convocazione del Tribunale supremo e ha lasciato la Spagna per rifugiarsi in Svizzera. Altri cinque ex membri dell'ex governo catalano sono stati rinviati a giudizio per disobbedienza e appropriazione indebita di fondi pubblici, insieme a cinque componenti dell'ufficio di presidenza del Parlamento. Infine tra i rinviati a giudizio, venticinque in tutto, c'è anche Ana Gabriel, ex portavoce della Cup, già in esilio in Svizzera.  È stata archiviata invece la causa contro l'ex segretaria generale del PDeCat, Marta Pascal, e l'ex presidente catalano Artur Mas.
 
Nel rinvio a giudizio il giudice Llarena paragona la dichiarazione unilaterale di indipendenza a un tentativo di colpo di stato come fu quello del 23 febbraio del 1981 quando un gruppo di agenti della Guardia civile, guidati dal tenente colonnello Tejero entrarono armati nelle Cortes, il parlamento nazionale a Madrid. Per giustificare l'accusa, molto pesante, di "ribellione che in Spagna prevede l'uso della forza", il giudice Llarena sostiene che gli accusati "incitarono una massa di cittadini contro le forze di ordine pubblico dello Stato al fine di ottenere l'indipendenza". Quando sia accaduto non è chiaro ma probabilmente il giudice si riferisce a un episodio, il 20 settembre 2017, quando un reparto di agenti della Guardia civile venne circondato dai manifestanti e fu costretto a trascorrere tutta la notte all'interno del ministero dell'Economia regionale a Barcellona. Gli agenti si erano recati nell'edificio per una perquisizione.
 
Infine il giudice dell'Alta corte ha anche emesso un nuovo mandato di cattura internazionale contro i rinviati a giudizio che si trovano in esilio, dall'ex presidente Puigdemont ai quattro ex consellers del governo e ora anche contro Marta Rovira. La decisione del giudice Llarena ha provocato un'ondata di indignazione in Catalogna. Presidi e cortei di protesta si sono svolti in serata in tutte le principali città della regione autonoma. A Barcellona ci sono stati scontri di fronte alla Delegazione del governo spagnolo con un bilancio finale di 24 feriti.

(ansa)