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Corea del Nord, la svolta di Kim Jong-un: "Da oggi stop ai test missilistici, pronti a chiudere sito nucleare"

(reuters)
Il dittatore parla al comitato del partito e conferma la linea della distensione con gli Usa: "Non c'è più bisogno di esperimenti"
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PECHINO - Preso alla lettera, il messaggio ai suoi cittadini è che le prove non servono più: ormai la Corea del Nord è una potenza nucleare. Ma il messaggio tra le righe, quello rivolto al resto del mondo e prima di tutto agli Stati Uniti, è che Pyongyang è davvero disposta a rinunciare al suo programma di armi atomiche. Kim Jong-un ha fatto un altro passo in avanti nella direzione del disgelo, annunciando attraverso l'agenzia di stampa del regime Kcna che da oggi la Repubblica popolare di Corea "cessa i test nucleari e il lancio di missili balistici intercontinentali". Per dimostrare il suo impegno "chiuderà un sito di test atomici nel Nord del Paese", quello di Punggye-ri.

Dimostrare la vera volontà di trattare, dopo le tante promesse infrante dalla sua dinastia, è proprio quello che la comunità internazionale ora chiede a Kim. Sia il presidente del Sud Moon Jae-in, che lo incontrerà venerdì prossimo nella zona demilitarizzata al confine tra le due Coree, sia soprattutto Donald Trump, che ha sempre detto di aspettare passi concreti prima di immaginare qualsiasi tipo di accordo (o un alleggerimento delle sanzioni). Oggi anche lui, che con Kim dovrebbe incontrarsi tra la fine di maggio e l'inizio di giugno, non ha potuto che riconoscere che uno di questi passi è arrivato: "Grande notizia per la Nord Corea e per il mondo", ha twittato. "Grande passo in avanti! Non vedo l'ora che arrivi il summit".
I falchi, che nell'amministrazione americana non mancano, possono far notare che Kim ha servito ai suoi cittadini lo stop ai test nucleari come un successo: "Dichiaro solennemente che abbiamo realizzato un credibile processo di armamento nucleare", ha detto il dittatore alla riunione del comitato centrale del Partito comunista nordcoreano, dove tutti questi annunci sono arrivati. La strada per rimangiarsi tutto, in teoria, è ancora aperta. Eppure il dittatore di Pyongyang ha descritto la decisione come "una parte degli importanti passi del mondo per il disarmo nucleare, a cui la nostra Repubblica si unirà".
Kim Jong-un con la moglie Ri Sol-Ju (afp)

Parole che alzano ancora di più le aspettative per i summit in agenda. Venerdì è previsto il primo, la storica stretta di mano con il presidente sudcoreano Moon a Panmunjom, il villaggio della tregua nella zona demilitarizzata tra i due Paesi. Ieri sulle scrivanie dei leader di Seul e di Pyongyang è stata installata la prima linea telefonica diretta, che Kim e Moon dovrebbero usare per una chiacchierata di preparazione al summit. Nelle scorse ore Moon aveva assicurato che Kim dà alla parola "denuclearizzazione" lo stesso significato che le attribuiscono gli Stati Uniti, un processo totale e irreversibile. In cambio del quale non porrà delle condizioni inaccettabili per Washington (e per Seul), come il ritiro delle sue truppe americane dal Sud della penisola. L'annuncio di oggi sembra essere una conferma.

Certo, in vista del decisivo incontro con Trump e di un eventuale trattato di pace tra le Coree che sostituisca l'attuale tregua, tutti i dettagli restano ancora da definire. Per questo gli Stati Uniti non vogliono allentare la pressione sulla Corea del Nord. Le discussioni sono appena iniziate, con il viaggio del segretario di Stato americano in pectore Pompeo a Pyongyang. Da un lato bisognerà fornire a Kim delle sicurezze per il suo regime, e un po' di soldi per risollevare un'economia stritolata dalle sanzioni. Dall'altro creare un protocollo per il disarmo sotto stretto controllo internazionale, per evitare che queste trattative diventino solo un modo per la Corea di guadagnare tempo. A dispetto delle difficoltà tecniche però le volontà dei protagonisti di questa trattativa sembrano allineate come non mai da quando Kim ha preso il potere, con segnali di progressivo disgelo quasi quotidiani. Che a questo punto lasciano ben sperare sull'esito finale.