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Francia, il governo tira dritto: "Avanti con le tasse sulla benzina". 400 feriti nelle manifestazioni

Dopo le proteste dei gilet gialli, il ministro della Transizione ecologica, François de Rugy, a Le Parisien: "Siamo stati eletti per risolvere i problemi che ci eravamo lasciati alle spalle. Bisogna uscire dalla trappola delle auto, del petrolio e del diesel. Non è capitolando che otterremo risultati"

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Andiamo avanti. Le proteste che hanno infiammato ieri la Francia non spingono il governo francese a fare passi indietro: "In tema di fiscalità ecologica andiamo avanti sulla traiettoria prevista. Non farlo sarebbe incosciente", ha detto il ministro della Transizione ecologica, François de Rugy, in un'intervista a Le Parisien, confermando l'entrata in vigore della tassa sul carburante dal 1 gennaio, destinata, nelle intenzioni del governo, a ridurre gli effetti del cambiamento climatico.


(afp)


Proprio il caro benzina ha scatenato il malessere delle periferie francesi, di chi abita nelle zone rurali, nei centri medio piccoli, e ha bisogno dell'auto per andare a lavoro. I "gilet gialli", un movimento spontaneo, hanno portato in piazza sabato più di 240 mila persone, con oltre 2 mila blocchi in tutto il paese. 



Il bilancio delle proteste è di oltre 400 feriti, tra cui 14 gravemente, come ha confermato i ministro dell'Interno francese, Christophe Castaner, una donna morta nella Savoia e centinaia di fermati. 

"Siamo stati eletti per risolvere i problemi che ci eravamo lasciati alle spalle e continueremo a farlo senza sosta. Bisogna assolutamente uscire da questa trappola delle auto, del petrolio e del diesel in cui ci siamo rinchiusi da troppo tempo", ha spiegato de Rugy. Sulla protesta da cui è partita anche la richiesta di dimissioni al presidente Emmanuel Macron de Rugy ha detto: "C'è un'attesa molto forte di risultati, che è molto difficile da soddisfare in 18 mesi. E non è certo capitolando davanti alle difficoltà che riusciremo a farlo".

La popolarità del presidente però è ai minimi: Macron ha perso altri 4 punti a novembre, scendendo al 25% dei consensi, il minimo assoluto sotto la sua presidenza, secondo il sondaggio mensile realizzato dall'istituto Ifop per il Journal Du Dimanche (Jdd).

Crolla anche la popolarità del premier Edouard Philippe, che perde 7 punti scendendo al 34%. Dall'inizio dell'anno, segnala il giornale, il presidente francese ha perso nel sondaggio mensile la metà dei consensi, dal momento che a gennaio si attestava ancora al 50% di popolarità.


(afp)