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Francia, Macron rompe il silenzio sui gilet gialli: "Misure profonde, collera è giusta"

(afp)
Il presidente in diretta tv alle 20 dall'Eliseo affronta l'ondata di proteste. "Saremo intransigenti con i violenti". Promette aiuti al reddito e ai pensionati e si difende: "La mia legittimità viene dai francesi, non dalle lobby"
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PARIGI - "Questa indignazione è condivisa da molti francesi. Abbiamo risposto all'aumento della tassa sul carburante, ma servono misure profonde. La collera è giusta, in un certo senso". Ma "la violenza è inaccettabile, saremo intransigenti con i violenti". Emmanuel Macron rompe finalmente il silenzio. Dopo quasi due settimane, il leader francese ha risposto stasera al movimento dei gilet gialli, decretando "uno stato di emergenza sociale ed economica". Risponde a chi lo accusa di essere al servizio dell'élite e non del popolo - "La mia legittimità deriva da voi
francesi, non dalle lobby" - e promette misure di aiuto al reddito e ai pensionati e una rinnovata lotta all'evasione fiscale.

Gilet gialli, Macron :"La collera è giusta in un certo senso, ma la violenza non sarà tollerata"

L'ultimo tentativo di compromesso che aveva lanciato, il 27 novembre, era stato vano. In quell'occasione aveva fatto una piccola concessione sulle accise "modulate" sul prezzo del greggio. Come si sa, non era servito a fermare la protesta. E nei giorni seguenti non è bastato neppure l'annuncio di abolire gli aumenti contestati su accise e su tariffe di elettricità e gas. La mobilitazione è continuata, in un crescendo di violenza. E non sembra ancora finita: i gilet gialli parlano già di un "atto V" previsto sabato prossimo. Macron ha parlato in diretta tv alle 20.  "Mi rendo conto di aver fatto male ad alcuni francesi con le mie dichiarazioni", ha detto guardando fisso in camera. "Attraversando questa crisi - ha aggiunto - riconcilieremo i francesi". "La mia unica preoccupazione siete voi, la mia unica preoccupazione è la Francia". Per placare la protesta che ormai si è allargata a una miriade di fronti, il capo dello Stato mette sul piatto due gesti concreti: l’aumento di 100 euro del salario minimo (oggi pari a 1184 euro netti mensili) e l’abolizione di nuovi prelievi sulle pensioni sotto ai 2mila euro. Nel pacchetto sono comprese anche la defiscalizzazione degli straordinari (molto usati, dato l’orario legale delle 35 ore settimanali) e del premio di fine anno da parte delle imprese. Alla fine il “regalo” ai gilet gialli potrebbe costare, secondo alcune stime, intorno ai 10 miliardi di euro per il bilancio dello Stato.

Gilet gialli a Parigi: la devastazione dei negozi durante la protesta

Macron si gioca tutto. "Deve salvare il suo quinquennio", scrive Le Monde. Se non supera questa crisi resterà probabilmente all'Eliseo fino al 2022 ma sarà politicamente morto. Parlando con alcuni sindaci durante il weekend aveva ammesso solo di aver fatto alcune "cavolate", ovvero l'aumento della Carbon Tax, il taglio di 5 euro ai sussidi sulla casa, e la limitazione a 80 chilometri orari nelle strade statali. Tutte misure impopolari, che hanno fomentato la protesta.
Macron non è solo impopolare ma è anche odiato da molti manifestanti. Il leader ne è consapevole. "Quando c'è odio significa che c'è anche una richiesta d'amore", ha detto il Presidente ai suoi collaboratori. Per ricucire con i francesi doveva trovare le parole giuste e uno stile nuovo in grado di cancellare l'immagine di "arrogante", "primo della classe" che lo perseguita. Il giovane leader ha dovuto cercare di usare un linguaggio semplice e chiaro e non i soliti tecnicismi tipo la parola "moratoria" usata dal premier Philippe per annunciare la cancellazione degli aumenti sulle accise.
Di sicuro, è un passaggio cruciale con conseguenze sulla Francia e l'Europa. I danni economici della protesta cominciano già a farsi sentire. Secondo il ministro Le Maire in un mese è già stato bruciato lo 0,1% di crescita del Pil. Commercianti e grandi magazzini registrano un calo tra il 10 e il 30% del fatturato rispetto al dicembre scorso. E il turismo risente ovviamente delle scene di devastazione e violenza che hanno fatto il giro del mondo. Tutto il Paese rischia di essere destabilizzato da un movimento nato in Rete e amplificato dai sociali. I servizi segreti militari hanno intanto aperto un fascicolo per vedere se potenze straniere hanno usato i social dei gilet gialli per diffondere falsi contenuti contro governo. In particolare ci sarebbero migliaia di falsi conti Twitter legati alla Russia, simili a quelli che erano entrati in azione durante il Brexit.