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Migranti, Mattarella: "Fermezza in Ue su crisi. Italia vuole risposte non battute"

Il Presidente della Repubblica alla Farnesina alla XII Conferenza degli ambasciatori: serve una "discussione collegiale, seria e responsabile", che sia "senza spazio per battute estemporanee al limite della facezia"

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ROMA - "Sono certo" che lo stesso "metodo di fermezza negoziale" usato per risolvere il problema delle banche "sarà quello che ci consentirà di superare i numerosi ostacoli che ancora si frappongono a un lungimirante ed efficace governo del tema forse più rilevante oggi di fronte all'Unione Europea, quello di una gestione del fenomeno migratorio di carattere autenticamente comunitario". Lo ha detto il Presidente Sergio Mattarella parlando alla Farnesina in occasione della XII Conferenza degli ambasciatori, a tema "Sicurezza e Crescita: le sfide per l'Italia e per l'Europa". Parole ferme, dirette.

La ripresa è più forte del previsto, diventa necessario dunque non sprecare l'occasione e avviare, al contrario, un'azione comune per renderla duratura. Quanto alla grande emergenza nazionale dei migranti, dall'Europa devono arrivare risposte concrete, in vero spirito di collegialità, e non certo le "battute e facezie" che qualcuno ha messo in campo negli ultimi giorni.

"Una discussione collegiale, seria e responsabile", che sia "senza spazio per battute estemporanee al limite della facezia, che non si addicono al dialogo e al confronto internazionali" dice Mattarella. "In un momento nel quale, da più parti - continua il Presidente - le spinte verso il protezionismo si fanno più assertive, mettendo a rischio la crescita mondiale, è l'Europa nel suo insieme a dover reagire, attraverso comportamenti coerenti che garantiscano ai nostri soggetti economici di poter operare in libertà e in sicurezza, agli investitori di poter agire protetti da norme eque e condivise, ai consumatori di essere tutelati e di vedere i propri diritti rispettati. Non possiamo omettere di ricordare la decisa spinta che il nostro Paese ha dato per lo sviluppo della dimensione europea di sicurezza e difesa".

"Vi sono varie strade per governare" l'emergenza, spiega il Presidente della Repubblica, "quella che certamente non esiste è l'illusione di poterla rimuovere".

MIGRATION COMPACT
"Voi sapete che Europa e Africa sono divenute progressivamente sempre più vicine, che la frontiera meridionale dell'Unione si è, di fatto, spostata più a sud, travalica ormai il Mediterraneo, e si estende verso quello che è stato definito il "Continente del futuro. Verso quel Continente l'Italia ha deciso, da tempo e con strategie lungimiranti, di rivolgere attenzione e premura", aggiunge Mattarella. "Il metodo inaugurato con il Migration Compact, e successivamente declinato nei diversi programmi con i primi Paesi-pilota, deve estendersi, considerando apporti che potrebbero essere forniti da donatori non-europei, in uno sforzo finalmente sinergico, a beneficio del rafforzamento sociale e istituzionale dei Paesi africani - prosegue -. Un impegno di cui l'Italia, per la sua sensibilità, la sua storia e le sue obiettive capacità si è già fatta carico, e che va costantemente svolto e ampliato anche su fronti diversi, come la lotta al terrorismo e quella al traffico di esseri umani, nella consapevolezza della sua centralità per il benessere, la pace e la stabilità dell'Europa e dell'Africa, se non dell'intero pianeta".

STOP SCONTRI
"Il mondo di oggi non può essere considerato un'arena nella quale siano in brutale competizione sovranità impugnate come clave in una logica di antagonismo o addirittura di scontro" dice ancora il Presidente della Repubblica. "I problemi - sottolinea - hanno una dimensione e una natura che travalica le capacità persino dei paesi economicamente o militarmente più forti. In tal senso l'antistorico richiamo alla autosufficienza rappresenta uno schermo che, alla prova dei fatti, si rivelerebbe tanto illusorio quanto fragile". L'obiettivo è dunque, "attraverso una tessitura attenta e capillare, sollecitare i nostri amici nell'unione europea al comune impegno di affermare le ragioni dei valori della nostra civiltà a livello internazionale".

• LIBIA
"La stabilizzazione delle aree di crisi, prima fra tutte la Libia, necessita di azioni che travalicano la portata di singoli Paesi o di singole alleanze internazionali di 'volenterosi'. Dobbiamo prendere tutti coscienza dell'interazione fra processi di dimensione planetaria - continua Mattarella -, che hanno un impatto diretto sulla stabilità globale. Le dinamiche demografiche, ad esempio, nella loro stridente contrapposizione fra diverse aree del mondo, impongono un approccio mirato alla ricerca di collaborazioni il più possibile ampie. Lo stesso approccio dobbiamo adottare per contrastare fenomeni quali il terrorismo, i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare e la lotta alle disuguaglianze".

• LA RIPRESA
"Dopo anni di crisi economica e di stagnazione, grazie ad uno sforzo congiunto che ha fatto leva, prima di tutto, sull'impegno e sui sacrifici degli italiani, il Paese ha registrato una graduale inversione di tendenza che si è rafforzata nel tempo e che ha assunto, negli ultimi mesi, un ritmo finalmente più consistente". Ora "è indispensabile e urgente conseguire l'obiettivo di mettere in sicurezza questo andamento, attraverso una decisa azione di sistema alla quale la diplomazia è chiamata a fornire un contributo di grande importanza". Anche perchè non c'è solo da sentirsi già alla fine della prova. Esictono altre emergenze da affrontare, e Mattarella ne cita una che gli sta particolarmente a cuore: "La condizione occupazionale del Paese, specialmente su quella giovanile". "Una positiva azione di impulso alla crescita dell'economia, in Italia e all'estero, costituisce il naturale volano per ridurre la disoccupazione", conclude. Un programma sufficientemente impegnativo.
 
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