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Governo, scontro su Savona. Salvini: "Non tratto più, o si parte o si vota"

Conte prima di rientrare a casa acquista  una pizza da asporto (foto d'archivio) (ansa)
Di Maio: "O si chiude entro 24 ore o non si chiude più". Il premier incaricato prova ancora a mediare: "Stiamo lavorando". Nuove bordate dal leader della Lega e da Meloni a Mattarella: "No a ingerenze del Colle". Renzi: "Spread ai massimi? Colpa di Di Maio e Salvini". La telefonata di auguri di Macron. Moscovici: "Savona ministro? Non esprimo preferenze". Oettinger: "Italexit improbabile"
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ROMA - Sale di tono l'attacco contro Sergio Mattarella. Non solo la Lega, ma anche Fratelli d'Italia e una parte dei Cinquestelle lanciano la loro invettiva contro il presidente. Il nodo è sempre quello del ministro dell'Economia. Salvini alza i toni: "Nessun passo indietro, stasera daremo la lista dei ministri della Lega a Conte. Se salta il governo ci sarà una frattura con gli italiani. Noi abbiamo fatto tutto il possibile". Parole che sembrano già l'annuncio di uno slogan da campagna elettorale: "la frattura tra palazzi e popolo". Un'intenzione resa più esplicita qualche ora dopo. "Non tratto più: o si parte o si vota" ha detto il leder leghista. Parole a cui ha fatto eco Luigi Di Maio in un comizio a Terni: "O si chiude la partita del governo entro 24 ore o non si chiude più"
La formazione del governo guidato da Giuseppe Conte continua ad arenarsi contro il nome di Paolo Savona. Nell'incontro al Quirinale, ieri Sergio Mattarella ha ribadito le perplessità sul professore noto per le sue critiche all'euro. Ma il forcing di M5S e Lega non si ferma. Anzi. Dopo il post su Facebook in cui si è definito "davvero arrabbiato" (ottenendo il like di Di Maio), oggi nuova bordata da Salvini: "Mai al Tesoro un amico di Berlino". 

Il leader leghista, da ieri a Milano, ha convocato i vertici del partito per ribadire la sua volontà di non cedere sul nome di Savona. Ed è pronto a ingaggiare un duro scontro con il Quirinale. Nel frattempo Conte, a Montecitorio da stamattina insieme ad alcuni collaboratori, ha incontrato Luca Giansanti, ambasciatore ed ex direttore generale degli Affari politici della Farnesina, da cui si è dimesso dal primo giugno. Sarebbe lui, più di Giampiero Massolo, in corsa per la carica di ministro degli Esteri.

• LA DIPLOMAZIA EUROPEA AL LAVORO: GLI AUGURI DI MACRON, LA CAUTELA DI MOSCOVICI
Mentre sale la tensione per la formazione dell'esecutivo M5s-Lega, si muove la diplomazia internazionale che guarda all'Italia con cautela e preoccupazione. È lo stesso premier incaricato ad annunciare su Facebook di avere ricevuto una telefonata dal presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, per formulargli "i suoi migliori auspici per il Governo che stiamo formando in Italia".

Più freddo invece, il commissario europeo all'Economia, Pierre Moscovici, che, a chi gli chiedeva un commento su Paolo Savona al ministero dell'Economia, ha tagliato corto: "Non sta a me esprimere una preferenza - ha affermato - aspettiamo e non commentiamo annunci, parleremo con un governo che prenderà decisioni, cioè leggi e budget". Poi precisa: "Nessuno psicodramma" fra Bruxelles e l'Italia che deve "restare il cuore" dell'euro". "Ciò che mi preoccupa - ha aggiunto - è il debito italiano, che deve essere contenuto".

"Un Italexit è assolutamente improbabile - ha affermato il commissario al Bilancio Ue, Guenther Oettinger - l'Europa è sulla buona strada. Come si vede dallo sviluppo in Paesi come Grecia, Portogallo e Irlanda. Ma dobbiamo fare prevenzione contro la crescita debole e forse addirittura la stagnazione. Quando arriva questa fase non si sa. Ma che arrivi è certo: dazi e guerra commerciale potrebbero far finire rapidamente questa fase di stabilità".

Oettinger evoca la guerra sui dazi in corso tra Usa e Ue proprio mentre Stephen Bannon, guru della destra americana che è stato fondamentale per la vittoria di Trump (poi licenziato), è arrivato in Italia per celebrare quella che definisce una vittoria senza precedenti in Europa "dei partiti anti-sistema". A 'L'intervista' di Maria Latella su Sky TG24, l'ex consigliere del tycoon Usa ha dichiarato che Di Maio e Salvini "devono insistere sul professore Savona, sarà una persona molto dura, un grande negoziatore, con idee molto chiare che potrà far sentire la sua voce nell'Ue".

Governo, scontro su Savona. Salvini: "No a passi indietro, stasera lista ministri a Conte"

IL CONFLITTO SU SAVONA
L'attacco quotidiano di Salvini riguarda in particolare la Germania. "Giornali e politici tedeschi insultano: italiani mendicanti, fannulloni, evasori fiscali, scrocconi e ingrati. E noi dovremmo scegliere un ministro dell'Economia che vada bene a loro? No, grazie", ha scritto su Facebook. A rafforzare l'offensiva, arriva anche l'assist di Giorgia Meloni, che sembra aver ritrovato l'intesa con la Lega. In un comunicato, parla di "inaccettabile ingerenza di Mattarella dopo l'ostinazione a non conferire l'incarico di governo al centrodestra". Fdi, ha spiegato, "pur senza aver cambiato idea sul governo giallo-verde, offre il suo convinto aiuto per rivendicare il diritto di un governo a scegliere un ministro dell'Economia non indicato da Bruxelles. L'Italia è ancora una nazione sovrana, Juncker e la Merkel se ne facciano una ragione".

Non basta. Torna alla carica Alessandro Di Battista che su Facebook attacca di nuovo Mattarella: "Ha tutto il diritto costituzionale di voler concordare alcuni ministri con il presidente del Consiglio incaricato - ha scritto l'esponente M5s - ma porre veti sul ministro dell'Economia, malgrado il curriculum eccellente che vanta il dottor Savona, lo trovo, da cittadino, assolutamente inaccettabile". Soprattutto, ha scritto, visto che Mattarella "ha accettato Alfano agli Esteri senza battere ciglio".


Solo il presidente della Camera, Roberto Fico, dal fronte Cinquestelle-Lega, prova a difendere il Colle predicando prudenza: "A sciogliere il nodo su Savona saranno Mattarella e Conte. Io spero che si vada avanti", ha detto durante la sua visita al Salone del libro di Napoli.  

Intanto la stampa estera continua a bacchettare il nuovo esecutivo: per ultimo il New York Times, che ha definito Conte "uno sconosciuto la cui unica qualifica è eseguire gli ordini". 

Non c'è alcuna certezza che il premier in pectore possa sciogliere la riserva sull'incarico tra sabato e domenica. Oggi non è previsto alcun vertice con i leader di Lega e M5s, attesi in serata per alcuni eventi nel Bergamasco e a Terni. "La riserva? Stiamo lavorando", si è limitato a dire Conte uscendo di casa.

Il leader della Lega sembra pronto a far saltare tutto l'accordo di fronte al veto di Mattarella. "Se qualcuno pensa che dobbiamo diventare una democrazia a sovranità limitata, allora meglio tornare a votare". E il sospetto, in casa M5s, è che Salvini voglia approfittare dell'impasse proprio per tentare la carta del voto, tornando alle urne con il fronte di centrodestra.

• LE CRITICHE DELLE OPPOSIZIONI
L'impennata di ieri dello spread e l'avvertimento di Moody's sul rating sposta inoltre la tensione anche sul piano economico e finanziario. Così, in mattinata, è arrivato l'affondo dell'ex segretario Pd, Matteo Renzi, proprio sul differenziale tra Btp e Bund tedeschi: "Se è ai massimi la colpa è di Di Maio e Salvini. Se i mutui aumenteranno la colpa è solo loro". Il segretario reggente Maurizio Martina, poi, ha criticato "la pressione senza precedenti" su Mattarella di Lega e Cinque Stelle: "Salvini si vergogni - ha aggiunto - continua a giocare la sua propaganda sulla pelle degli italiani. Attacca altri Paesi, ma in realtà sta attaccando la Costituzione su cui vorrebbe giurare tra qualche giorno come ministro".
Critiche anche da Forza Italia. "M5s e Lega, dopo aver detto prima i programmi e poi i nomi, adesso si stanno impantanando sui ministeri chiave. Il Paese è fermo e siamo molto preoccupati", dice Mariastella Gelmini, capogruppo forzista alla Camera. La sua omologa al Senato, Anna Maria Bernini, ha fatto invece appello a "buon senso e responsabilità".
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