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Salvini, è polemica sugli incontri politici a Mosca: "Con lui anche l'ideologo Savoini. A che titolo?"

(fotogramma)
Il ministro dell'Interno con il suo sherpa in Russia ha partecipato anche a riunioni dove venivano discusse informazioni di intelligence
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MOSCA - Stavolta la sortita è partita da Londra. Alberto Nardelli, responsabile per l’Europa dei contenuti di BuzzFeed News, ha lanciato una discussione, un “thread”, su Twitter per chiedere conto della presenza di Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Culturale Lombardia-Russia, nella delegazione del ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini durante la sua recente visita a Mosca. “Perché è interessante? Tra gli incontri ce n’era uno con il Consiglio russo di sicurezza nazionale. Perché un’associazione culturale era presente a un incontro ufficiale e ad un incontro dove venivano discusse informazioni d’intelligence? Ha il livello di autorizzazione necessario per essere a questi incontri?”, ha chiesto Nardelli su Twitter. 
 
“Se non mi sbaglio nell’incontro di ieri al ministero dell’Interno russo erano presenti anche l’ideologo Gianluca Savoini e l’assessore leghista Claudio D’Amico. Chiedo conferma al ministro Matteo Salvini. A che titolo? Grazie”, gli ha fatto eco il deputato del Partito democratico ed ex portavoce di Matteo Renzi, Filippo Sensi, sempre su Twitter dove scrive sotto lo pseudonimo “nomfup”. 
Raggiunto al telefono da Repubblica, Gianluca Savoini ha liquidato come “ridicola” la polemica. “Ho sempre fatto parte delle delegazioni in Russia di Matteo Salvini sin da quando veniva in visita nella Federazione come segretario della Lega. Visite che ho contribuito a organizzare. Quanto all’incontro con il vicesegretario russo del Consiglio di sicurezza, si è trattato di una mera presa di contatti. Nella delegazione italiana eravamo circa in dieci, non c’ero mica solo io. Non è stato discusso nessun segreto di Stato. Se quest’incontro sarà preliminare a futuri vertici su informazioni sensibili, di certo non sarò presente perché non mi compete”.
 
Da sempre militante nella Lega, storica firma de “La Padania” ed ex-portavoce dello stesso Salvini, Savoini, classe 1963, sposato con la pietroburghese Irina, dal 2014 è presidente dell’Associazione culturale Lombardia-Russia, organismo che si propone di creare un “ponte” tra le imprese russe e italiane e di favorire i “contatti culturali”. È lui ad aver promosso l’accordo sulla collaborazione e cooperazione tra la Lega e Russia Unita, il partito al potere nella Federazione, siglato un anno fa, tanto da essere stato definito lo “sherpa della Lega alla corte di Putin”.
 
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