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Udinese-Juventus 2-6, i campioni d'Italia dominano anche in dieci

(lapresse)
Secondo tempo da incorniciare per la squadra di Allegri, penalizzata dall'espulsione di Mandzukic. E ora il Napoli è avanti solo 3 punti
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UDINE - Vincere 6-2 in trasferta e in dieci contro undici per più di un'ora per l'espulsione di Mandzukic: la Juve ha dato finalmente il meglio di sé, l'ha dato in un momento complicato, prima ancora di rendersi conto che l'Udinese è una squadra allo sbando, che s'è liquefatta di fronte alla tracimante superiorità juventina. La tripletta di Khedira è il gioiello di questa corona. È stata una partita piena di emozioni e di assurdità, ma pure zeppa di errori: vedere, per credere, il gol del vantaggio dell'Udinese, con Rugani che sbaglia al principio dell'azione, prima che Perica s'involi e stecchisca Buffon, o la surreale autorete di Samir, che avrebbe segnato in maniera spettacolare (grande elevazione a sovrastare Khedira e perentoria incoronata nell'angolino) se non l'avesse fatto nella propria porta. Dettaglio non trascurabile.

La Juve era partita come al solito in maniera flaccida ed è stata punita, anche se l'assurdità di Samir le ha dato dalla sveglia spalancandole una partita in discesa: il 2-1 è arrivato presto ed è stato molto bello (perfetto il cross di Cuadrado, ancor più l'inserimento di Khedira per il colpo di testa risolutivo) e ha di fatto chiuso la fase "logica" del match, che da lì in avanti è diventata una collezione di stranezze, strafalcioni, moviole sbagliate, cartellini, fischi invertiti e gol a grappoli a difese immobili, se è vero che il risultato è stato arrotondato da tre reti quasi identiche, tutte venute da punizioni laterali (De Paul il battitore udinese, Dybala quello juventino) e tutte di testa in buona solitudine (Danilo 2-2, Rugani 2-3 e Khedira 2-4, dopo sponda dello stesso Rugani), è dai due destri implacabili di Khedira e Pjanic a giochi fatti. Ma in mezzo è successo di tutto e tutti ci hanno capito molto poco, a partire da quando (26' pt) è stato espulso Mandzukic: il croato prima ha litigato come un bullo con Ali Adnan e poi, dopo l'ammonizione per entrambi, ha mandato a stendere l'arbitro in maniera plateale, e per altro lo aveva già provocato prima.

Ma all'origine del bisticcio c'era un fallo da rigore dell'iracheno sul croato non visto dall'arbitro (e non giudicabile nemmeno dal var, perché non si trattava di un episodio con criteri di oggettivià) che ha di fatto dato il via a una gara insensata, completamente fuori da ogni logica, dominata dalla Juve di fronte a un'Udinese allo sbando (Delneri traballa, ma i tifosi sono inferociti con Gino Pozzo) e caratterizzata da una serie di cose che non si sono capite. Su due gol (il 2-2 di Danilo e il 2-4 di Khedira) pende il dubbio del fuorigioco, ma toccherà fidarsi del var che però stavolta ha funzionato male e a singhiozzo (l'assistente davanti alla moviola era Massa).

Ci sono dubbi anche sulla punizione che ha originato il 2-3 (fallo di Perica su Cuadrado, Delneri è stato espulso perché sosteneva che fosse il contrario), ma in generale l'arbitro Doveri ha navigato a vista in una partita in cui ha dato l'idea di non capirci molto, e di tendere a compensare. Un bel disastro, che fortunatamente la Juve ha reso ininfluente dando il meglio di sé proprio una volta rimasta in dieci e dopo aver superato il momento di massima difficoltà, arrivato tra la fine del primo tempo (Buffon è stato decisivo tre volte, due su Jankto e una su Maxi) e l'inizio del secondo, quando Danilo ha pareggiato: in quel momento i bianconeri, ritoccati con il 4-3-2, hanno ripreso in pugno la gara e il risultato, hanno ringhiato in faccia all'Udinese la loro rabbia e non hanno mai più rischiato nulla, fino a imperversare sulle macerie di una squadra che è stata letteralmente tritata da questa Juve prepotente.

 
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