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Vaticano, si è dimesso monsignor Viganò per il caso della lettera di Ratzinger "tagliata"

Il prefetto della segreteria per la comunicazione era finito sotto accusa per la versione, diffusa in modo parziale, del messaggio del Papa emerito in difesa di Francesco

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Si è dimesso dall'incarico di prefetto della Segreteria per la Comunicazione monsignor Dario Edoardo Viganò. A seguito della pubblicazione parziale di una lettera con cui Benedetto XVI sosteneva la continuità del suo pontificato con quello di Francesco, ma insieme criticava pesantemente la collana La teologia di Papa Francesco, edita dalla Libreria Editrice Vaticana, decide di farsi da parte colui che di fatto ha tenuto in mano le redini della comunicazione vaticana in questi anni di governo di Francesco. Fino alla nomina del nuovo prefetto, il dicastero sarà guidato dal segretario monsignor Lucio Adrian Ruiz.

Viganò ha portato avanti in questo periodo il difficile lavoro di riforma di tutti i media vaticani e dell'apparato comunicativo in generale. A conti fatti, le sue dimissioni confermano quanto disse nel dicembre scorso il Papa: "Fare le riforme a Roma è come pulire la Sfinge d'Egitto con uno spazzolino da denti", disse Francesco citando un'espressione "simpatica e significativa" di monsignor Frédéric-François-Xavier De Mérode. 
(ansa)
Viganò ha chiesto al Papa di accettare le sue dimissioni tramite una lettera firmata 19 marzo. "In questi ultimi giorni - scrive - si sono sollevate molte polemiche circa il mio operato che, al di là delle intenzioni, destabilizza il complesso e grande lavoro di riforma che Lei mi ha affidato nel giugno del 2015 e che vede ora, grazie al contributo di moltissime persone a partire dal personale, compiere il tratto finale".
 
"La ringrazio - scrive ancora Viganò - per l'accompagnamento paterno e saldo che mi ha offerto con generosità in questo tempo e per la rinnovata stima che ha voluto manifestarmi anche nel nostro ultimo incontro. Nel rispetto delle persone, però, che con me hanno lavorato in questi anni e per evitare che la mia persona possa in qualche modo ritardare, danneggiare o addirittura bloccare quanto già stabilito del Motu Proprio 'L'attuale contesto comunicativo' del 27 giugno 2015, e soprattutto, per l'amore alla Chiesa e a Lei Santo Padre, Le chiedo di accogliere il mio desiderio di farmi in disparte rendendomi, se Lei lo desidera, disponibile a collaborare in altre modalità". 
Viganò ricorda il discorso di Francesco fatto in occasione degli auguri di Natale alla Curia nel 2016, dove il Papa spiegava come "la riforma sarà efficace solo e unicamente se si attua con uomini rinnovati e non semplicemente con nuovi uomini. Non basta - disse Papa Bergoglio - accontentarsi di cambiare il personale, ma occorre portare i membri della Curia a rinnovarsi spiritualmente, umanamente e professionalmente". "Credo - scrive allora Viganò - che il 'farmi in disparte' sia per me occasione feconda di rinnovamento o, ricordando l'incontro di Gesù con Nicodemo, il tempo nel quale imparare a 'rinascere dall'alto'. Del resto non è la Chiesa dei ruoli che Lei ci ha insegnato ad amare e a vivere, ma quella del servizio, stile che da sempre ho cercato di vivere".
 

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Papa Francesco ha risposto a Viganò via lettera spiegandogli che "dopo aver a lungo riflettuto e attentamente ponderate le motivazioni della sua richiesta" accetta le dimissioni "non senza qualche fatica". Contestualmente gli chiede di "proseguire restando presso il Dicastero, nominandola come Assessore per il Dicastero della comunicazione per poter dare il suo contributo umano e professionale al nuovo Prefetto al progetto di riforma voluto dal Consiglio dei Cardinali, da me approvato e regolarmente condiviso".