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Amanda: "Guede uccise Meredith, io trattata da mostro volevo suicidarmi. Vorrei incontrare il pm. In Italia ho paura"

(afp)
La Knox si sfoga al festival della giustizia penale di Modena. Assolta 4 anni fa per l'omicidio Kercher del 2007. Il legale della famiglia: "Perché calunniò Lumumba?". La notizia della testimonianza sui siti Cnn e Bbc
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MODENA -  Ha professato la sua totale innocenza, lasciando intendere di volersi riconciliare con l’opinione pubblica. Ma non ha rinunciato a puntare l’indice contro i giornalisti che l’hanno dipinta come “un mostro”, la polizia che le ha strappato una confessione “perché cercava un colpevole per chiudere il caso”, e la Procura che l’ha “accusata senza avere nessuna prova”. Si è difesa edha attaccato Amanda Knox intervenuta al Festival della Giustizia penale di Modena. Tono di voce fermo e discorso interrotto più volte dalle lacrime, la 31enne americana ha raccontato la sua vicenda personale e giudiziaria, la sua verità.

La notizia della testimonianza di Amanda Knox conquista le apertura delle home page dei network americani e britannici, in particolare Cnn e Bbc. Il network americano la infila tra gli avvenimenti di Hong Kong e i fatti relativi alla tensione tra Stati Uniti e Iran. "Non sono un mostro", è il titolo sotto la foto della donna. Bbc - il canale televisivo diel Paese di Meredith Kercher, la giovane del cui omicidio Amanda Konox venne accusata per poi finire assolta - tiene l'articolo molto in alto, accanto alla notizia della morte di Franco Zeffireli, appena sotto le notizie relative alla crisi nel Golfo: "Temevo attacchi e nuove acccuse", è il titolo sotto la foto della donna che si è mostrata in lacrime.
 
"L'Italia ha raccontato Amanda Knox - è diventata parte di me, nonostante la tragedia che ho vissuto, sono tornata perché lo dovevo fare. Perché sono stata invitata e una volta questo Paese per me era una casa e un giorno spero di sentirlo di nuovo così. So che nonostante le assoluzioni della Cassazione io rimango una figura controversa al cospetto dell'opinione pubblica, soprattutto in Italia. So che molte persone pensano io sia cattiva.Tanta gente pensa che io sia pazza a venire qui, mi hanno detto che sarò attaccata e che sarò falsamente accusata e rimandata in prigione. E che venire qui anche se sarò incolume non sarà servito a nulla. Oggi  ho paura di essere molestata e derisa e incastrata e ho paura che nuove accuse mi saranno rivolte. Molti pensano che la mia presenza qui possa profanare la memoria di Meredith. Quando ero in carcere ho meditato sul suicidio".

Così Amanda Knox al festival della Giustizia penale di Modena ha iniziato a ricostruire la vicenda giudiziaria che la ha coinvolta. E' la prima volta in Italia per Amanda dalla scarcerazione, a 4 anni dalla assoluzione dall'accusa di avere preso parte all'omicidio di Meredith Kercher, studentessa inglese.

La versione di Amanda Knox: "Guede entrò come un ladro e uccise Meredith. Ma per tutti io ero una puttana psicopatica"a contro di me""


"Il primo novembre 2007, un ladro, Rudy Guede è entrato nel mio appartamento, ha violentato e ha ucciso Meredith. Ha lasciato tracce di dna e impronte. È fuggito dal Paese, processato e condannato. Nonostante ciò un numero importante di persone non ha sentito il suo nome, questo perché pm, polizia e giornalisti si sono concentrati su di me. Giornalisti chiedevano di arrestare un colpevole. Hanno indagato me mentre Guede fuggiva. Non basandosi su prove o testimonianze. Solo su un'intuizione investigativa"

Nel frattempo Rudy Guede si prepara a prendere la sua seconda laurea e intanto continua a lavorare all'esterno del carcere di Viterbo: l'ivoriano condannato a 16 anni che ha sempre negato di avere ucciso la studentessa inglese pur ammettendo di essere stato presente in casa al momento del delitto. Guede, che ha già ottenuto la laurea triennale (con 110 e lode) in Scienze storiche del territorio e della cooperazione internazionale, si prepara a discutere la tesi in narrazione cinematografica presso la facoltà di Storia e società dell'Università di Roma Tre.
(ap)

"Pensavo di aiutare la Polizia - ha detto Amanda - ma sono stata interrogata per 50 ore in una lingua che non conoscevo bene. Dicevano che mentivo".

"Sul palcoscenico mondiale io ero una furba, psicopatica e drogata, puttana. Colpevole. È stata creata una storia falsa e infondata, che ha scatenato le fantasie della gente. Una storia che parlava alle paure della gente. Non potevo più godere del privilegio della privacy. La mia famiglia veniva descritta come un clan. Io prima del processo ero sommersa da una montagna di fantasie da tabloid"

"Amanda Knox spieghi come mai ha calunniato Patrick Lumumba": lo chiede l'avvocato Francesco Maresca, legale dei familiari di Meredith Kercher. Che chiede "il rispetto necessario" per la vittima. Knox è stata definitivamente condannata a tre anni di reclusione per avere coinvolto con le sue dichiarazioni alla polizia Lumumba nel delitto al quale è risultato totalmente estraneo, venendo prosciolto già nelle primissime fasi dell'inchiesta.

Festival Giustizia Modena, Amanda Knox con la voce rotta: "Amavo l'Italia, oggi qui ho paura"


A causa dell'intervento dei media - prosegue Amanda nel suo discorso -  "l'inchiesta è stata contaminata. Era impossibile avere per me un processo giusto. L'opinione pubblica non deve rispondere a nessuno, non ci sono regole se non che il sensazionalismo vince: nella Corte dell'opinione pubblica non sei una persona umana, sei un oggetto da consumare".

"Avevo zero motivazioni per uccidere la mia amica, zero tracce del mio dna sono state sul luogo del delitto. Poi ho sentito il giudice pronunciare le parole 'colpevole'. Il verdetto mi è caduto addosso come un peso schiacciante, non potevo respirare. Le telecamere lampeggiavano mentre uscivo dal tribunale"

"Ero innocente, ma il resto del mondo aveva deciso che ero colpevole, avevano riscritto la realtà. Passato, presente, futuro non contavano più. I pm e i media avevano creato una storia e una versione di me adatta a quella storia".

"Sono grata alla Corte di Cassazione e agli altri giudici per avermi rivendicata; la Corte Europea mi ha rivendicato oltre" per l'assenza di legali e interpreti: "sono grata ma tutto questo non assolve lo Stato per avermi condannato per 8 lunghi anni". Inoltre, "non assolvo i media che hanno raccolto un immenso profitto" da questa storia e "anche oggi trattano la mia vita come contenuto per i loro introiti. Non mi basta che la mia vicenda si sia conclusa bene, abbiamo bisogno di fare bene prima".

"Di recente sto pensando al mio pm, Giuliano Minnini, vorrei avere un faccia a faccia con lui, al di fuori dalle aule, al di fuori del ruolo di buono e di cattiva. Ho sempre pensato che fosse questa contrapposizione che rendeva impossibile la comprensione".

Modena, Amanda Knox si commuove ascoltando le vittime di errori giudiziari


"Per me a vent'anni quel pm era come un mostro con un solo obiettivo, distruggere la mia vita. So che questa immagine di lui è sbagliata. Sono stati i media ad aiutarmi a rendermene conto. Nel documentario di Netflix non ho visto un cattivo, un mostro, ma un uomo con motivazioni nobili, che voleva rendere giustizia a una famiglia in lutto. Un giorno mi piacerebbe incontrare Minnini - ribadisce Amanda Knox - e spero che, se ciò accadrà, anche lui riesca a vedere che anche io non sono un mostro, ma semplicemente Amanda"

"Sono sorpreso. Prendo atto delle dichiarazioni di Amanda Knox - dice Mignini all'Adnkronos - io non volevo distruggere nessuno, ho fatto le indagini valutando tutti gli elementi e non c'era nessuna ostilità. Adesso sono magistrato e fra un anno andrò in pensione. Non mi occupo più di questa vicenda, quello che dovevo dire l'ho detto in requisitoria, io non ho mai avuto nessun rancore verso chicchessia"

Con Raffaele Sollecito "siamo stati marchiati dai titoli dei giornali, per sempre colpevoli. Io sarò sempre legata alla tragedia della morte della mia amica. Vengo insultata ogni volta che parlo della sua morte. Come se il fatto di essere viva fosse un affronto a Meredith".

"Sono grata ai Kercher per l'amore che hanno infuso in Meredith, un'amicizia che ho vissuto per troppo poco. Meredith ha avuto giustizia? No,
perché non ha vita. Mi dispiace per la famiglia Kercher. Mi dispiace per loro. Il sistema giudiziario ha fatto quello che ha potuto. L'assassino è in carcere e per questo si può avere soddisfazione".

"A vent'anni io ero una ragazza felice e vivace e sono stata costretta a trascorrere da sola quegli anni, in carcere, in un ambiente disumano, malsano e imprevedibile. Tutti i membri della mia famiglia hanno visto sconvolte le loro vite: prestiti e fondi pensionistici per pagare la mia difesa. I miei familiari erano autorizzati a vistarmi per sei ore al mese. Una volta mio padre è venuto", "non ce la facevo più. Ero così stanca dalla paura, dall'incertezza. Ho cominciato a singhiozzare, mio padre mi ha abbracciato".

Così Amanda Knox ha ripercorso la sua detenzione commuovendosi più volte. "Ho implorato mio padre, gli ho pregato di salvarmi anche se sapevo che lui era impotente quanto lo ero io. Gli avvocati avevano detto che potevano passare anni prima della libertà e lui ha cominciato a piangere e allora ho capito quanto fosse grave la situazione"

"Se ho tratto beneficio economico dall'essere qui? No, non sono stata pagata per esserci. A ripagarmi è stato questo invito". Amanda ha risposto così alla domanda sulle polemiche in merito a suoi presunti guadagni a seguito del caso Meredith Kercher.  "Posso dire che molte persone hanno preso profitto dalla mia storia. Ci sono tanti autori della mia vita ma io sono solo una".

Successivamente Knox ha ribadito la sua innocenza con forza, sul palco del Forum Monzani: "Raffaele ed io non c'eravamo in quella casa. Io non c'ero e lui nemmeno. Non avevamo fatto niente e non sapevamo. Mi dispiace che dobbiamo ripeterlo sempre - ha concluso -: significa, ogni volta che mi viene chiesto, che la mia risposta non conta nulla in realtà".

Amanda Knox è giunta  al Forum Monzani di Modena, entrando da un ingresso secondario che le ha permesso di evitare i numerosi cronisti e fotografi che erano in attesa del suo arrivo. La Knox interviene al dibattito sul tema 'Il processo penale mediatico'.

Ieri, in platea, si era mostrata infastidita per i flash dei fotografi per poi sciogliersi in commozione nel pomeriggio quando ha ascoltato le testimonianze di alcune vittime di errori giudiziari.

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