Femminicidio a Rimini, si presenta con l'anello ma la uccide con 21 coltellate. L'uomo confessa e resta in carcere

L'appartamento in cui è stata uccisa Noelia Rodriguez
L'appartamento in cui è stata uccisa Noelia Rodriguez 
L'uccisione a Rimini di Noelia Rodriguez. L'uomo si trovava in Italia da un mese, era arrivato con la volontà di convincere la donna a tornare con lui. A una amica la vittima aveva confidato i suoi timori
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RIMINI - Era arrivato in Italia con l'obiettivo di convincerla a tornare con lui, nonostante lei lo avesse lasciato da tempo. Si è presentato con un anello, con una fede, per insistere con un matrimonio che lei non voleva e l'ha uccisa brutalmente. Maximo Aldana De La Cruz, 54 anni, ha confessato il femminicidio di Noelia Rodriguez, 46 anni, colpita ieri a Rimini con 21 coltellate, una, quella letale, alla schiena. La figlia 27enne di lui, portata in ospedale, è stata dimessa con una prognosi di 20 giorni per lesioni alle mani e all'addome. Voleva difendere la donna dal femminicidio, l'ennesimo, che si è consumato a Rimini in un appartamento di via Dario Campana.

I due erano stati fidanzati in Perù, una relazione durata circa 15 anni poi finita. L'uomo si era messo in testa di riconquistarla e per questo da un mese era arrivato in Italia. Si è presentato da lei con un anello, per farle una proposta di matrimonio nonostante già sapesse che la donna non voleva riprendere il rapporto. L'uomo - stato spiegato in conferenza stampa dalla procuratrice capo di Rimini Elisabetta Melotti - "era venuto di nuovo a Rimini il giorno prima dell'omicidio e si era fermato nell'alloggio in cui abitavano, non stabilmente, una sua nipote, la figlia avuta da una precedente relazione e la vittima che, lavorando come badante, aveva lì una presenza saltuaria".

Elisabetta Melottti ha parlato insieme alla questora, Rosanna Lavezzaro: hanno incontrato la stampa anche per correggere alcune informazioni inesatte riportate nelle ore successive alla tragedia. Giovedì, hanno spiegato, "la situazione è degenerata non appena lei ha manifestato la decisione di mantenere ferma la sua scelta di interrompere la relazione. La figlia dell'uomo era presente e ha cercato di difendere la signora ma le sue azioni non sono servite". La donna, ha proseguito Melotti, "è andata all'incontro" con l'ex compagno "sapendo che lo avrebbe visto ed era preoccupata: questo lo aveva detto a una sua amica cui aveva lasciato il passaporto, per il timore che l'uomo cercasse di convincerla a tornare in Perù".

OSSERVATORIO FEMMINICIDI

Il coltello usato dal 54enne, è stato ricordato, "era un coltello da cucina. Lui sapeva già che la signora non voleva riprendere la relazione, era una cosa nota", ha aggiunto la procuratrice. "Il discorso si è consumato in brevissimo tempo, un abbraccio rifiutato e il passaggio all'azione". A chiamare la polizia è stata un'altra coinquilina arrivata nell'abitazione in cui si trovavano, oltre alla vittima, la figlia dell'uomo e la nipote. Il 54enne è stato trovato dai poliziotti ancora di fianco al cadavere e poi ha confessato durante l'interrogatorio del pm. 

Solo due giorni fa, a Rimini, nella sala del giudizio del Museo della Città, si era tenuto l'incontro pubblico "La gelosia non uccide. Femminicidio e violenza di genere" organizzato dal Comune insieme a Rete donne Rimini e Casa delle donne. I dati sui femminicidi nella zona, infatti, preoccupano.

Nei primi quattro mesi dell'anno "la statistica è in netto rialzo - ha spiegato la questora - nonostante l'investimento in termini di uomini, di energie da parte nostra, della procura, da parte del dipartimento, purtroppo i dati non sono confortanti. Nel 2022 ci sono stati 4 ammonimenti domestici. C'è un fattore culturale, c'è una questione maschile che va scardinata".

"E' stato organizzato proprio dal Comune di Rimini non più tardi di due giorni fa un convegno sul tema - ha argomentato - ed è stato molto interessante un approfondimento che ha fatto uno psicologo sull'aspetto culturale e emotivo. Lui ha detto che siamo in presenza di una questione maschile da risolvere che non può e non deve essere più considerata come un fatto meramente individuale", ha aggiunto Lavezzaro. "Bisogna scardinare una cultura del possesso che rende l'uomo non consapevole della sua incapacità di gestire un certo rifiuto e rende la donna altrettanto inconsapevole di correre un rischio invece molto grave. Che, come è successo, può portare a conseguenze tragiche e irreversibili".

Quanto alle misure per fronteggiare il fenomeno del femminicidio e della violenza, ha sottolineato, "lo strumento dell'ammonimento domestico è uno strumento più forte, più qualificato rispetto all'ammonimento per stalking, perché può essere attivato anche in assenza di una richiesta diretta. Nel caso specifico - ha concluso riferendosi all'uccisione della donna avvenuta ieri - non c'era veramente nessun elemento che potesse lasciare presagire un epilogo di questo genere che ha colto di sorpresa anche tutto l'entourage di queste due persone".