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La barista del Bresciano che sfida lo stop anti-Covid: "Io non chiudo alle 18, possono anche arrestarmi"

Chiara Castello gestisce un bar a Rovato, per aprirlo ha fatto tanti sacrifici: "Le ore serali mi servono per far quadrare i conti. Ho avvisato i clienti rimasti del rischio, alcuni hanno deciso di continuare a stare seduti per solidarietà"
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"Potere al popolo. Io non chiudo alle 18. Arrestatemi": è il cartello esposto da Chiara Casatello sulla vetrina del suo bar, il New Diego Caffè di Rovato (nel Bresciano). "Ho fatto investimenti per poter riaprire in sicurezza e adesso più che mai per me ogni euro di incasso conta - spiega - Normalmente chiudo alle 20 e non posso permettermi di rinunciare a due ore di apertura, né fare il servizio d'asporto perché per la mia clientela non avrebbe senso. Chi prende il caffè per poi portarlo via?". Così ha deciso di adottare questa forma di protesta, "ovviamente pacifica, perché sbaglia chi crea disordini e spacca le vetrine. Spero che tanti altri colleghi seguano il mio esempio. Da sola rischio molto, ma se lo faremo in tanti non potranno certo arrestarci tutti".

L'iniziativa è già stata messa in atto durante la prima serata di semi lockdown: "Ho tenuto aperto dopo le 18, facendo solo servizio ai tavoli. Ho avvisato i clienti del fatto che sarebbero potute arrivare le forze dell'ordine a controllare e ho ribadito che nel caso ognuno si sarebbe preso le proprie responsabilità - continua Casatello - In cinque o sei hanno deciso di rimanere per dimostrarmi la loro solidarietà e ho servito a tutti le rispettive consumazioni in bicchieri di carta, in modo che all'occorrenza potessero alzarsi e portarseli via".

Per ora non c'è stato nessun controllo, ma la titolare del bar se lo aspetta: "In tanti mi hanno fatto i complimenti sui social perché dicono che non ho paura, ma in realtà io ne ho eccome, non sono Wonder Woman. Se mi multassero, molto semplicemente non avrei i soldi per pagare". La sua decisione sta riscuotendo consensi sul web, ma secondo lei "i like non servono, ci vogliono manifestazioni di solidarietà concrete. Io non sto protestando solo per me, ma anche per i colleghi ristoratori. Per loro chiudere alle 18 è più duro che per un bar". Quello di aprire un proprio locale è sempre stato il sogno di Chiara Casatello, diventato realtà circa un anno e mezzo fa: "Se però arrivasse un nuovo lockdown, sarei costretta a chiudere per non riaprire più".