Cucchi, processo depistaggi: "Lettere di apprezzamento ai carabinieri che arrestarono Stefano"

"Siamo basiti e stanchi". Così Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo, legale della famiglia di Stefano Cucchi, il 31enne romano morto nell'ottobre del 2009 in seguito al pestaggio subito durante un arresto da parte dei carabinieri, al termine dell'ultima udienza del processo sui presunti depistaggi perpetrati da alcuni alti ufficiali dell'Arma. "E' terribile dover sentir ancora una volta che nei giorni in cui Stefano era ancora vivo già venivano messi in piedi depistaggi per mettere in cassaforte un eventuale processo", ha detto Ilaria Cucchi. Durante la testimonianza del luogotenente Giancarlo Silvia, del Nucleo comando della compagnia Roma-Casilina, sarebbe emerso come le condizioni fisiche di Cucchi avessero già destato attenzione. E tuttavia, negli stessi giorni, i responsabili dell'arresto avrebbero ricevuto lettere di plauso da parte dei loro superiori. "Per questo ci piacerebbe vedere le parti civili che rappresentano lo Stato (l'Arma si è costituita parte civile, ndr) più attive, perché finora sono rimaste nella totale inerzia", ha concluso Anselmo.

Di Francesco Giovannetti