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Cultura

"Il pittore dei Khmer rossi", Vann Nath, l'artista "salvato" dal regime che con i suoi dipinti inchiodò i Khmer Rossi

Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi 

Quando arrivarono per arrestarlo Vann Nath lavorava curvo in un campo di riso. Correva l'anno 1978, e da tre anni i Khmer rossi tenevano la Cambogia sotto scacco. Compagni dei vietcong nella guerra anti imperialista contro gli Usa in Vietnam, dopo la caduta di Saigon erano tornati a casa a "purificare" il Paese perché lì, nell'Indocina francese, sarebbe dovuto nascere l'uomo nuovo socialista. Il primo passo per aprire la strada al Sol dell'avvenire era rieducare e plasmare le menti con l'ideologia maoista. Fu così che cominciarono gli arresti. Sparirono medici, ingegneri, intellettuali. Portare gli occhiali o saper parlare una lingua straniera era indice di alto grado di istruzione e tanto bastava per essere ritenuti nemici del nuovo corso. Poi fu la volta dei monaci buddisti, e infine dei contadini, deportati in massa in un clima di paranoia crescente. "Cercavano di arruolare gli abitanti delle aree rurali, dicevano che quelli al potere erano i burattini degli «imperialisti americani». Nelle aree sotto il loro controllo, costringevano la popolazione ad abbandonare le proprietà private e a lavorare in fattorie collettive", racconta Vann Nath, di professione pittore, che fu vittima dei rastrellamenti, uffi­cialmente per aver offeso l'Angkar, il Partito comunista al potere.

Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018)
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018) 

Nato a Phum Sophy (provincia di Battambang) nella miseria, aveva trascorso l'infanzia con i monaci del tempio. Prima di prendere la toga arancione si era messo a vendere noodles, a vent'anni si era poi iscritto in una scuola d'arte. Il destino ci aveva visto lungo. Quando i Khmer rossi lo portarono nella prigione S21, il campo di sterminio forse più noto al mondo dopo quello di Auschwitz, quei pennelli e quell'immaginazione si rivelarono i suoi più preziosi alleati: gli valsero la "grazia", un'eccezione alla regola rivoluzionaria "Meglio uccidere per errore che tenere per errore". Contrariamente agli altri, il suo nome, ritrovato sulla lista dei prigionieri "da eliminare", fu sottolineato di rosso e accompagnato dalle parole: «Tenere e usare».

Da quel giorno Vann Nath divenne "Il pittore dei Khmer Rossi" - come si intitola un libro in uscita in Italia il 28 marzo per addeditore che raccoglie le sue memorie -, artista ufficiale di un regime sempre sul punto di eliminarlo eppure da celebrare nei ritratti del suo sanguinario leader, Pol Pot. "La mia grande fortuna è stata di essere nato con un'indole artistica e l'amore per il disegno e per la pittura - scrive il pittore - In caso contrario, in quella lista di «fantasmi» del 16 febbraio 1978 il mio nome non sarebbe stato sottolineato in rosso, il colore che mi risparmiò la vita". Vann Nath "non avrebbe mai potuto, naturalmente, vedere il Grande Leader in persona", scrive Lawrence Osborne, che ha curato la prefazione del volume, "Ma poteva partire dalle fotografie, e avrebbe fatto quello che gli era stato detto di fare nel campo dell'idealizzazione".

VANN NATH, IL PITTORE DEI KHMER ROSSI (ADD EDITORE, 2018)
VANN NATH, IL PITTORE DEI KHMER ROSSI (ADD EDITORE, 2018) 
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018)
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018) 

Nella capitale Phnom Pehn evacuata nel giro di 24 ore con tutti gli abitanti (perfino gli anziani e i malati furono obbligati a tornare alla vita nei campi), il filo spinato che cingeva l'ex scuola francese (oggi Museo del Genocidio di Tuol Leng), segnava il confine tra il noto e l'ignoto. A esplorare e a ricostruire quel che avvenne dietro quelle mura silenziate furono proprio "gli occhi viventi" di Vann Nath prestati alla dittatura. In quei mesi di esistenza sul filo della morte registrarono tutto, in attesa di scaricare su carta un ignobile fardello fatto di violenze e torture: persone segate a metà, mutilate con martelli e sottoposte a waterboarding, detenuti rinchiusi dentro aule soffocanti, incatenati ai letti, torturati, messi ai ceppi tutti insieme "come schiavi in una nave nella notte", scrive Lawrence, uomini appesi per i pugni fino a perdere conoscenza prima che la testa venisse messa in mezzo agli escrementi. E poi quel divieto di gridare - impossibile da rispettare - inserito nel decalogo da rispettare che oggi campeggia nel cortile della prigione a futura memoria: "Non devi assolutamente piangere mentre ricevi l'elettroshock o le frustate", "Non cercare di occultare i fatti adducendo pretesti vari, ti è severamente vietato contestarmi", "Se disubbidirai ad una sola delle mie regole riceverai dieci frustate o cinque scosse elettriche". Feroce direttore del campo era Duch, nome di guerra di un ex insegnante di matematica che sovrintendeva all'apparato di sicurezza interna del regime. Aveva il potere di mandare a morte i condannati, ma anche di ordinare esperimenti medici mortali sui detenuti. Di ognuno di loro veniva maniacalmente tenuta traccia: al loro arrivo i prigionieri venivano puntualmente schedati e fotografati. La morte li attendeva invece nei campi di sterminio, a a Choeung Ek, fuori dalla città, sgozzati con foglie di palma per risparmiare i proiettili.

Ma a essere risparmiati furono anche gli occhi più pericolosi, quelli di Van Nath (morto nel 2011) che dopo quell'inferno divenne un attivista per i diritti umani e nelle sue tele, quando tutto finì, raffigurò le torture cui aveva assistito. Duch fu condannato all'ergastolo per tortura, stupro, omicidio e crimini contro l'umanità. Pol Pot, abbandonato da tutti, morì in circostanze misteriose. "Come Goya, Vann Nath documentò i propri incubi così come apparivano di fronte a lui. Non come esagerazioni o fantasie, ma come avvenimenti accaduti", conclude Lawrence. Senza vendetta. Solo la banalità del male presentata agli occhi del mondo.

Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018)
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018) 
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018)
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018) 
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018)
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018) 
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018)
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018) 
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018)
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018) 
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018)
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018) 
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018)
Vann Nath, Il pittore dei khmer rossi (add editore, 2018) 
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